mamma...e adesso

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La macchina veloce ingoia quei pochi km di distanza che mi separano dal lavoroUna manciata di minuti alle ottopasso la rotonda e rallento al passaggio pedonale con la coda dell’occhio vedo due figure incerte al limitare della stradami fermo per farle passaredue donne che si sostengono a vicendauna con passo più sicurol’altra si appoggia all’amica ai piedi un paio di ciabatteche raccontano di una abitudine acquisita con l’avanzare dell’etàtra le mani un vasetto trasparente,liscioforse un barattolo riciclatoe un mazzo di fiori ciuffetti di fili verdi che allegramente scombinano la compostezza di alcuni ranuncoli rosadall’altra parte la metaun piccolo cimitero dal muro di cinta biancoil cielo tersol’eleganza di quella donna nella sua semplicitàla cura con cui quel mazzo di fiori viene portato tutto parla di una serenità compostauna manciata di minuti prima delle otto forse per fuggire al’afa della giornataforse perché il primo pensiero è rivolto al destinatario di quei fiori e il tardare non è concepibile..un attimo sospeso nell’universoe la macchina riprende la sua corsa