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coltivare o allevare?

 

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Attenzione all'estinzione

Post n°7 pubblicato il 07 Giugno 2007 da barozzidomenico
 
Tag: storia


Alcune specie di Nepenthes sono quasi estinte o esistono solo in coltivazione. Purtroppo l'alto costo di queste piante (anche un centinaio di euro per un esemplare di piccole dimensioni di alcune specie rarissime) unito alla loro introvabilita' e all'atteggiamento ossessivo e maniacale di alcuni coltivatori ha dato il via ad un vasto commercio illegale piuttosto deprecabile, simile a quello che sta letteralmente distruggendo il mondo delle orchidee in natura. La raccolta illegale di alcune specie, unita alla deforestazione in atto nei loro areali di distribuzione sta accelerando l'estizione di molte specie che saranno, tra pochi decenni, irrimediabilmente perdute.

Sebbene siano quasi tutte piante impegnative o difficili, esiste in commercio un particolare ibrido di facile coltivazione. E' la famigerata Nepenthes ventrata, che e' un incrocio di Nepenthes ventricosa X Nepenthes alata, e che si puo' trovare in vendita per una decina di euro in molti vivai e serre specializzati in piante strane e tropicali o addirittura ai mercatini rionali. Per quest'ibrido di Nepenthes la coltivazione e' abbastanza semplice. Per tutte le altre Nepenthes invece, e' richiesta senz'altro una ottima cultura di base e una sistemazione ben precisa che soddisfi le particolari necessita' colturali di questo genere.

Questo vuole essere un piccolo incoraggiamento a fare come il sottoscritto e coltivarle.La spesa può sembrare alta ma la soddisfrazione certamente vi ripagherà. A breve vi spiegherò come creare un paludario adatto alla pianta spendendo poco.

 
 
 

LUCE IN NATURA

Post n°8 pubblicato il 07 Giugno 2007 da barozzidomenico
 
Tag: luce
Foto di barozzidomenico

Per prima cosa bisogna distingure tra luce naturale e luce artificiale.Per luce naturale ovviamente intendiamo la luce solare e per luce artificiale i neon e le grow lux.In questo breve paragrafro tratteremo la luce NATURALE.

Luce : richiedono una buona luminosità diffusa, ma non amano la luce diretta del Sole, perciò possono essere posizionate nella zona più luminosa della casa.

Se il sole colpisce direttamente la foglia essa diventa gialla e poi rossa.A perte essere molto sgradevole alla vista questo fenomeno crea grossi problemi alla pianta poiche quella foglia non contribuirà più alla sintesi clorofiliana e se questo fenomeno si ripete su molte foglie la pianta muore. Le foglie affette da un USTIONE SOLARE non produrranno più ascidi poiche non son più in grado di metabolizzare l'azoto organico tratto dagli insetti catturati

 
 
 

storia della pianta

Post n°9 pubblicato il 07 Giugno 2007 da barozzidomenico
 
Tag: storia

Questa pianta tropicale è stata descritta per la prima volta nel1658 dal governatore del Madagascar Etienne de Flacourt. Nel suo libro " Storia della grande isola del Madagascar " l' ha descritta come una pianta strana " che porta all' estremità delle foglie dei fiori o frutti che somiglianti ai vasi o bicchieri". ha dato il nome " Amramicato " alla pianta probabilmente essendo stato dato dalla popolazione.Secondo Harry Veitch (1897) fù Carl Linneo che diede a questa pianta tropicale il nome di Nepenthes nel 1737 nel suo " HortusCloffortianus ". Ma Linné ' che esaminò il genere Nepenthes non fu mai affatto convinto della funzione carnivora della pianta. Secondo lui ciò che si trovava all'interno degli ascidi era semplicemente acqua piovana.
Una delle prime specie a giungere in Europa nel 1717 fu N. distillatoria allora chiamata " Badura " dal professore Paul Hermann insegnante di botanica a Leiden. Dalla seconda metà del 18° secolo Nepenthes sono state introdotte regolarmente in Europa nelle grandi collezioni botaniche che eccitarono la curiosità dei botanici del tempo. La funzione carnivora della pianta è stata dimostrata dagli esperimenti di Darwin e di sir Joseph Hooker direttore del famoso giardino botanico reale di Kew, pubblicato nel 1874 " Garden Chronicle ".

 
 
 

raccomandazioni per i principianti

Post n°10 pubblicato il 07 Giugno 2007 da barozzidomenico
 

a questo punto mi sento in dovere di scrivere una piccola raccomandazione per i principianti per evitare di fare morire le vostre meravigliose piante

Raccomandazioni:


- Evitate assolutamente di fertilizzare queste piante.

- Evitare di giocare con le trappole di Dionaea, in quanto la pianta impiega molti sforzi per far chiudere le sue trappole.

-  Evitare di dare nutrimento alle piante, devono cavarsela da sole!!!questo vale per i principianti a chi si vuole cimentare a breve inserirò le raccomandazioni sulle diluizioni del concime

-  Non fate mai seccare il mix di terreno, le vostre piante morirebbero in poco tempo.

- Quando sarà il momento di rinvasare le piante, cercate di farlo nel loro stato di dormienza. Le piante carnivore non tollerano bene i rinvasi, ponete la massima attenzione al sistema radicale!!!

- Una volta trovata la giusta posizione della pianta, evitate di spostarla. Le piante carnivore hanno una “memoria”, presto risentiranno dello spostamento!!!

 
 
 

cibo vivo

Post n°11 pubblicato il 07 Giugno 2007 da barozzidomenico
 
Foto di barozzidomenico

Quando si coltivano delle piante carnivore in appartamento o in terrario, ci si pone a volte il problema della penuria di insetti.Ci sono naturalmente alcuni insetti , ma mai abbastanza per calmare l' appetito di una coltura significativa. Le nostre piante devono già adattarsi ad un ambiente spesso molto diversa ( nonostante i nostri sforzi!) di quella di origine e l'aspetto dell' alimentazione non dovrebbe essere trascurato.Questo problema può essere risolto facendo ricorso per esempio ad un allevamento artificiale di prede. Uno degli insetti (perché non è il caso di allevare topi) che possono riprodursi in modo relativamente facile è la mosca della frutta: la drosofila (Drosophila melanogaster).

  • Breve Descrizione
  • Queste mosche sono frequentemente utilizzate in laboratorio come cavie per studi genetici. Si cerca in questo caso di conservare le specie pure con caratteristiche morfologiche particolari, e non di creare un buona riproduttività, che per noi invece è l' obiettivo principale. La drosofila è un insetto di piccola dimensione, con un buon valore nutritivo ed inoltre piuttosto prolifico.
    Quello che ci interessa inizialmente è avere individui disponibili secondo i nostri bisogni e con un minimo di problemi e perdite di tempo.Vi è una varietà senza ali di queste mosche (cosa che potrebbe risolvere molti problemi) se non fosse che non sono prolifiche (che peccato!). Per iniziare abbiamo bisogno innanzitutto di mosche selvatiche che sono in libertà un po dappertutto (anche in appartamento).

  • Gli Strumenti
  • Si tratta semplicementedi schiacciare determinati frutti dalla polpa a strati (banane, pere, pesche, o altri frutti col nocciolo).Per offrire un ambiente favorevole per le larve, si lascia fermentare questo miscuglio per tre - quattro giorni mentre lo si può aiutare aggiungendo in briciolo di lievito diluito in acqua.

  • Inizio Coltura
  • Applicare alcuni centimetri di questa miscela nella parte inferiore d'una bottiglia (l' ideale è un contenitore da 1.5 L) ma in particolare, è importante sceglierlo trasparente per seguire facilmente lo sviluppo dell' allevamento. Non serve sterilizzare i contenitori. Si posiziona sopra una sfera di carta accartocciata che sarà usata come supporto per la trasformazione delle larve negli adulti .Rimane allora da attrarre i riproduttori lasciando il contenitore aperto. È inevitabile che i drosophilli attratti dall' odore si introducano nel nostro composto. Non appena le prime larve compaiono, chiudere la bottiglia con un coperchio (o meglio,usare una calza velata da donna tenuta da un grande elastico che lascerà respirare la coltura ). La temperatura ideale di allevamento è fra 20°C e 25°C ma le larve saranno a loro agio anchecon le temperature dei nostri appartamenti.

  • Durante L'allevamento...
  • Una volta che il composto odora di ammoniaca, è marcio o le larve non non vi si rifugiano più, significa che tale miscuglio è da sostituire.Niente panico, non dobbiamo ricominciare tutto da capo.Basta semplicemente rifare un nuovo composto di frutta, e "fecondarlo" con le larve ottenute dal primo composto all'interno di un nuovo contenitore.Inserire all'interno del nuovo vaso il nuovo composto e aggiungere un tappo di plastica da bottiglia riempito con la vecchia mistura contenente le larve.Una volta che vedremo i primi esemplari di mosca volare qua e la, aspetteremo qualche giorno, poi toglieremo il tappo di plastica.

  • Il Prelievo
  • Il prelievo delle mosche non richiede di essere esperti nell'uso di rete per farfalle.Prendiamo un'altro contenitore di simile diametro a quello dell'allevamento e una lastra di cartone.Dobbiamo inoltre utilizzare una luce artificiale, andrà benissimo una torcia tascabile.Illuminiamo il fondo del vaso di allevamento per attirarvi le mosche e allontanarle dall'uscita.Dopo aver tolto la calza velata, applichiamo sul bordo del vaso il bordo dell'altro vaso vuoto.Tra i due contenitori mettiamo la lastra di cartone.In seguito sposteremo quest'ultima, creando una specie di passaggio tra i due vasi.Dopodichè illumineremo il fondo del vaso vuoto, e le mosche vi entreranno attratte dalla luce.In seguito basterà risitemare il cartone in modo da chiudere il vaso "vuoto" ormai pieno di mosche, mentre il primo rimarrà riempito solamente dal nostro composto e diverse larve che a loro volta daranno vita ad altre mosche.Ora siamo possessori di una discreta quantità di vittime per le nostre piante carnivore.Per poter poi manipolare facilmente le mosche basterà inserire nel nuovo vaso pieno di mosche un dito di acqua, e dopo aver agitato bene, le mosche avranno le ali bagnate e saranno impossibilitate nel volo.un ottimo sistema per maneggiarle facilmente.Se qualche mosca dovesse sfuggire, niente paura, non subiremo nessuna invasione.

     
     
     
     
     

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    Un blog di: barozzidomenico
    Data di creazione: 07/06/2007
     

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    OTTIMO LAVORO!!
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