Ambrosia e cicuta

Post N° 176


Non sono in vena di grandi discorsi, né di parlare di me, visto che procede tutto ad alti e bassi. Quindi farò una riflessione su un film che non volevo vedere, ma che ho visto.Non volevo vederlo perché immaginavo strizzasse l'occhio ad un pubblico di adolescenti. L'ho visto perché non dovevo pagare per vederlo, quindi ho rischiato.Perché speravo fosse sullo stampo di "L'ultimo bacio", e non di "Tre metri sopra al cielo".Vabbé. (Quando dico "vabbé" c'è da preoccuparsi.)Al di là della scontatezza, banalità e dei patetismi vari, qualcosa mi ha colpita.E' una vecchia storia.Quella del vecchio che s'innamora della ragazzina.C'è molto di naturale, in questi meccanismi.Al di là del buonsenso comune (che aborro), io ho giocato spesso su questa cosa.Fin da adolescente.Avevo 15, 16 anni.Ero piena di vita, di idee pazze, di contraddizioni. Ero perennemente in stato di ebrezza esistenziale, in continuo saliscendi. In più giocavo (ma mica tanto per finta) a fare la maudit, la stralunata. Tra sbalzi di ribellione e momenti contradditori, di buio.Ero bella, magra, ancora poco formata, anzi, formata il giusto.Non ho mai fatto la donna vissuta, perché quella è un'arma abusata, che non funziona tanto.Facevo la ragazzetta, ammiccavo, ero simpatica, piacevole, brillante. Leggera ma stuzzichevole. Come una coppa di champagne, di quelle che costano meno delle altre, ma frizzano sul palato. E' ovvio che un uomo più grande, preso dal vortice dell'adolescenza, si senta ringiovanito.Soprattutto se vittima di coetanee pugni d'acciaio, pressanti, isteriche, aggressive.Ecco, da qualche mese a questa parte...mi sento vecchia. Una bottiglia che impolverisce sullo scaffale. D'annata, però.