Ambrosia e cicuta

Post N° 178


Cecilia si alza, si raggomitola in un plaid che non è abbastanza, e ha pure i peli del cane attaccati. Che incubo, quei peli di cane!Le gira la testa, sarà la pressione. Però c'è il caffé, e tutto ha un sapore diverso, più docile.Si lascia cadere sulla sedia come un fagotto senza forze. Una sigaretta? No, meglio dopo il caffé, almeno è una in meno.La moka comincia a borbottare sul fornello.Versa, cazzo, di nuovo, ha sgocciolato sul piano, ma quante volte andrà lavata 'sta cucina?Un goccio di latte, e poi la meritata Camel. Il pacchetto è finito. Ormai ha perso il conto di quanto fuma, ha un paio di stecche nell'armadio, sono aperte tutte e due, lei è così, incapace di stare nell'ordine, o di scegliere le cose una per volta. O di pensare le cose una per volta.Il cappuccio le cade per terra. Ecco, là c'è pure la bustina di una sottiletta, scartata chissà quando. Che schifo.La raccoglie con indolenza, come se le facesse un dispetto.Poi va in bagno, piscia e si guarda allo specchio. Tin-tin, mentre il getto rimbalza nella tazza, si accorge di essere un panda. Sì, un panda, col trucco colato tutto sotto agli occhi. Povera la sua congiuntivite.Tin-tin. in fondo è una persona ironica, a pensare di essere un panda.Però non le viene da ridere.Non ride da tempo, ormai.