Ambrosia e cicuta

Post N° 179


Dovevo essere impazzita a pensare di voler fare l'amore con Well.Era un'amicizia molto intima, ma del tutto platonica. Che prima lui, e dopo io, abbiamo scambiato per qualcosa in più.Non c'è stato nulla, nulla di più di qualche bacio innocente e del tenersi per mano.Well è così, adolescenziale.La sto ancora smaltendo questa cosa, non perché ci stia male, ma perché ad oggi siamo ancora  in contatti amichevoli, e mi sembra che ogni volta, sotto sotto, tra di noi serpeggi la sensazione che non saremo mai come prima. Ci vogliamo bene, ma forse siamo in imbarazzo, dopo tutto il pasticcio che abbiamo combinato, e forse siamo pure arrabbiati, delusi, non so.Comunque lo dimostra il fatto che non ho il coraggio di chiederglielo, ecco, non siamo più quelli di una volta.Lo desideravo. Quand'ero a casa, e mi squillava il telefono, avevo voglia che fosse lui (ed era lui). Mi piaceva immaginare che fosse nel letto con me, ad abbracciarmi e baciarmi. Ma poi, dal vivo, tutte le volte che mi si avvicinava provavo una sensazione di disagio.Come se la mia mente avesse creato un suo alter-ego irresistibile,  ma poi, sul campo, il mio corpo si accorgesse che lui  non era un alterego, ma era lui tangibile, vero. Well. In fondo è uno dei miei difetti peggiori, mettere fantasia ovunque.C'era una chimica  tutta particolare, magica, speciale. Era facile scambiarla per amore come viene comunemente inteso.E l'amore viene comunemente inteso come affetto e passione, cioè la componente fisica è quasi scontata.E' per questo che ci siamo sbagliati.Perché il nostro amore non doveva essere comune, non dovevamo pensare che sarebbe potuto diventare fisico, non dovevamo perché non potevamo instaurare un'autentica tensione erotica tra di noi.Che peccato. Così l'abbiamo sfasciato.