Ambrosia e cicuta

Post N° 203


Una delle cose che l'ansia, il panico porta con sé è un senso perenne di confusione. E' come se il radar della paura fosse sempre in azione, pronto a scattare da un momento all'altro. Solo che è un radar malfunzionante, corrotto.La conseguenza principale è che, inevitabilmente, lo stress da iper-lavoro monta di giorno in giorno, causando infinite reazioni a catena di tachicardia e abbattimento. Lo sconforto porta a vivere sempre più dal di dentro, trascurando la realtà oggettiva, e chiudendosi in un mondo totalmente cerebrale. I confini diventano distorti, tutta la visione delle cose lo è. E' come continuare a girare in un labirinto, il sociofobico non vive di paranoie, ma il meccanismo di questo labirinto è senza dubbio paranoico, o per lo meno ossessivo, in quanto -proprio come in un labirinto- continuano a susseguirsi le stesse tipologie di pensiero.Ecco perché, non di rado, i sociofobici sono distratti, distanti, incapaci di legarsi profondamente. A me capita spesso di non ricordare le figure, le strade, i particolari esterni, perché sono troppo concentrata su me stessa.In questa maniera ci perdiamo cose che per il resto del mondo sono normalissime, come i colori, le parole, i gesti, i dettagli. Mi sento profondamente confusa.Tra le cure che sto facendo per sedare la fibriomalgia, c'è anche una quantità blanda di laroxyl, un antidepressivo che, usato a queste dosi su chi non è depresso, può avere effetti collaterali come l'ansia o i pensieri negativi. Spero dipenda il larga parte da questo.Confusa, ecco come mi sento.E nessuno mi può aiutare, per adesso.