Ambrosia e cicuta

Post N° 216


Ovviamente la terapia mi consente di parlare di molte cose, e spesso mi sento quasi svuotata, tanto che questo blog sta perdendo di contenuti, e l'intento terapeutico per cui era nato.La mia amica S. ha avuto un bambino. Un bellissimo bambino. E' stato particolarmente emozionante, perché ho seguito, da brava zia, ogni fase della sua gravidanza. S. non è certo il tipo da spaccare il mondo, aveva un sacco di paure, sul prima, durante, e dopo. Cercavo di minimizzare il tutto, certa del fatto che sarà un'ottima madre.Quest'anno, in realtà, è stato l'anno delle nascite attorno a me e Glass. A me sembra ieri che andavo a mangiare le crepes alla nutella il sabato pomeriggio in centro con le amiche per spettegolare dei nostri nuovi fidanzatini, di chi ci piaceva, dei casini sentimentali.Bhè...saranno passati 10 anni in effetti :)Ma a questa fase, quella, diciamo, "familiare", non ero così preparata. In men che non si dica tutti si sono trovati a instaurare relazioni stabili, sposarsi, e prolificare.E prolificano piccoli angioletti davvero disarmanti.E così Glass ha cominciato a inserire l'argomento tra i nostri di conversazione. Non è diretto, ma pensa a che papà sarebbe, a dove porterebbe, come vestirebbe, come tratterebbe suo figlio.Per dire come la cosa s'insinui sottilmente nelle nostre conversazioni: ieri parlava di una coppia che non aveva avuto figli, e che s'era trovata tristemente sola, in vecchiaia. Diceva che avevano voluto fare la bella vita, non sprecare soldi e fatiche per i figli, ed ora ne subivano le conseguenze.Io ho provato ad azzardare che, forse, semplicemente non si erano sentiti pronti, all'altezza, visto che un figlio comporta comunque una predisposizione, una responsabilità.Ma la mia vocina è passata inascoltata.Non è che io non voglia fare figli MAI.Cioé, non lo so.Capisco che non è una cosa così naturale, per una donna, questo mio senso di spaesatezza di fronte al pensiero di un figlio.Io adoro i bambini.Solo che mi chiedo davvero se ne vorrò mai, e se sarò adatta, a farne uno mio.Non mi fa onore, ma non riesco a pensarmi con quella pancia ultragigante, e trovo piuttosto angosciante l'idea di perdere liquidi in abbondanza, per poi far uscire da un posticino tanto piccolo, 3-4 chili di essere umano. Una creaturina bellissima, per carità. Che cambia la vita.Qualcosa che ti appartiene ed è parte di te.Non lo so, davvero. Ma l'istinto di maternità al momento non fa per me.