La mia vita

Post N° 225


UNA MOSTRA E VARI EVENTI PER CELEBRARE L’ANNIVERSARIO La capitaneria di Salerno ha 100 anniPAOLO ROMANO La Capitaneria di porto di Salerno compie cento anni e si appresta a celebrare l'anniversario con una mostra ed una serie di eventi. Nella sala del Gonfalone del Comune di Salerno dal 18 al 24 settembre, sarà allestito un piccolo museo sulla "Storia" del Corpo delle Capitanerie e della capitaneria salernitana. Sempre il 18 alle ore 18.30 si procederà, alla presenza del cardinale Renato Martino, del sindaco Vincenzo De Luca, e del rettore Raimondo Pasquino, all'inaugurazione del laboratorio galleggiante marino per le rilevazioni ambientali, a bordo del pattugliatore della guardia costiera CP901; alle ore 19.30, nel Salone dei Marmi, avrà luogo la cerimonia del centenario. Quando la Capitaneria salernitana fu istituita, con regio decreto n. 504 del 18 agosto 1908, non era la prima ma una delle poche. In un'Italia dove gli scali marittimi non erano grandissimi quello della nostra città già si segnalava per il quantitativo di merci elevato, in confronto e in proporzione alla vicina Napoli. Agli inizi del Novecento fu ordinata una rivelazione statistica sugli scali italiani. Quella condotta a Salerno nel biennio 1906 - 1908 attestò il superamento della quota di 100.000 tonnellate di merci movimentate. Questo motivo spinse il sindaco Lorenzo Cavaliero a promuovere, al ministero della Marina, l'elevazione al rango di capitaneria dell'ufficio circondariale marittimo e, quindi, il distacco dal compartimento marittimo di Castellamare. Con l'istituzione della capitaneria, la giurisdizione veniva estesa a tutta la costa da Positano a Sapri. Nel 1908, nella provincia di Salerno, la crisi economica e i disagi sociali venivano avvertiti meno. Il territorio, già fiorente prima dell'unificazione del Regno, era soprannominato "la Manchester delle Due Sicilie", per l'avanzato livello di industrializzazione della lavorazione del cotone; vi erano pastifici, cartiere, fonderie e altre realtà produttive della Valle dell'Irno e dell'Agro Nocerino Sarnese. Nello scalo il traffico avveniva sul molo Manfredi e sulla banchina di Ponente, dove attraccavano i piroscafi e i velieri adibiti al cabotaggio. Lo scarico e il carico delle merci veniva effettuato a braccia, non essendovi mezzi meccanici. I lavoratori salernitani erano organizzati in gruppi detti "Chiorme", che ben presto si trasformarono in cooperative, tra le quali la "Flavio Gioia" e "Il Tirreno".  ARTICOLO PRESO DAL QUOTIDIANO "IL MATTINO"