nessunoescluso

CHI FA IMPARA


CHI ASCOLTA DIMENTICA, CHI VEDE RICORDA, CHI FA IMPARACome insegnante ho visto che i ragazzi, sempre più assuefatti all’immagine  televisiva o all’uso del computer, con il telefonino perennemente all’orecchio, hanno sempre più difficoltà ad “usare le mani” . Ormai  hanno perso il contatto con i più elementari strumenti di lavoro: il martello, la pinza, il seghetto, il giravite sono oggetti misteriosi. Esperienze apparentemente semplici e banali come piantare un chiodo, tagliate un foglio di compensato, levigare un pezzo di  legno rappresentano per loro un ostacolo difficilmente superabile. Gli stessi ragazzi sono quelli che vengono poi  depositati giornalmente dai genitori o da colorati scuolabus fin davanti al portone della scuola. Raramente i ragazzi si sono avventurati con la loro bicicletta nei quartieri della città. Quasi mai hanno provato a costruirsi con le proprie mani una fionda o una bambola di pezza. Più passa il tempo più continuano a perdere esperienze fondamentali per la loro formazione umana che difficilmente potranno recuperare nel corso della vita. Il risultato finale sarà quello della scarsa autonomia di movimento e di spostamento. La scuola di oggi poco aiuta ad affrontare questi aspetti e a recuperare queste esperienze apparentemente semplici ed elementari. Una possibile via di uscita  potrebbe essere quella di ritornare a prospettare ai discenti  esperienze vive, concrete, non virtuali non simulate. Ma l’intervento dell’ultimo ministro dell’istruzione è andato nel verso contrario. Non resta che sperare nel nuovo arrivato ma temo che la sbandierata politica dei tagli mal si concili con il miglioramento dell’offerta formativa.