nessunoescluso

SCUOLA PUBBLICA: IL DOVERE DI RICORDARE


È l’Italia  che ha inventato l’università copiata poi in tutto il mondo,  quando è diventato un paese unito, dopo il 1861,  il ministro dell’economia di allora, Quintino Sella, il ministro delle finanze, tagliò tutto, ma disse “Una cosa non si può tagliare: la scuola!”. Invece i nostri ultimi governi hanno fatto esattamente il contrario, hanno tagliato la scuola, ma anche l’istruzione e la formazione.  I dati sconcertanti sono tantissimi, un italiano su due non va oltre la licenzia media, abbiamo pochi diplomati, anche tra i giovani, abbiamo pochi laureati, siamo ultimi in Europa in compagnia della Romania, ultimi per numero di laureati. Il paradosso, ma non è un paradosso, è che i pochi laureati non trovano lavoro, non guadagnano abbastanza, non vengono considerati! Perché in Italia il sapere non è considerato. La conseguenza di tutto questo? Molto semplice, dal 2003 in poi, nel disinteresse delle istituzioni, della classe dirigente dell’Italia, diminuisce il numero delle immatricolazioni, sempre meno giovani si iscrivono all’università, forse questo è il dato più drammatico.    Non solo non ci si è accorti che stavamo andando a marcia indietro, ma anzi scientificamente si è voluta peggiorare la situazione, colpi e colpi sulla scuola pubblica, un giorno dopo l’altro. Negli ultimi tre anni sono stati tolti dal governo Berlusconi 80 insegnanti, mandati a casa, e 40 dipendenti tecnici ausiliari. Ebbene, è arrivato il governo dei professori, il governo di Monti appoggiato dal PD da Casini, Fini , Berlusconi ma il disastro si è perpetrato. Hanno cancellato la cultura e distrutto la Scuola Pubblica.Ora è arrivato il momento di avere presente tutto questo. Chi opera nella Scuola, ma anche i genitori, i giovani e tutti quelli che hanno a cuore il futuro del nostro paese hanno il dovere di ricordare.Il testo è liberamente tratto da uno scritto del giornalista e scrittore Roberto Ippolito