Netra: arriviamo!

RIENTRO (anticipato) A PHNOM PENH (dal 4 al 7 febbraio)


A seguito di vicissitudini burocratiche (passaporto) e tosse di Netra, torniamo mestamente all’Imperial Garden Hotel, in una stanza più fresca e più comoda (pianoterra e non terzo piano) di quella del precedente soggiorno, ma certo con un po’ di rimpianto per la mega stanza del Sokha Beach Hotel (in confronto una suite imperiale) e soprattutto per il soggiorno marino. Data la bronchitella del cucciolotto (vietato bagno in piscina!!) la vita nelle prime giornate del rientro a Phnom Penh è abbastanza monotona e scandita dalle primarie necessità del principino: nanna, pappa, pipì e pupù, come si conviene a tutti i bambini di 2 anni. Cerchiamo infatti di rispettare i suoi orari (colazione ore 7, pranzo ore 12 e cena 18-18.30) e tra l’altro abbiamo anche l’appuntamento fisso colazione – pranzo – cena con le medicine (che devono stare in frigorifero!!). Quindi non si riescono a fare grandi cose, tenendo conto anche del clima (temperatura/umidità)!!Giornata tipoIn genere la mattina riusciamo a fare qualche giretto sia culturale (ma non troppo), sia di shopping, sia di semplice polleggio (ad esempio passeggiate sul lungo fiume). Pranzo all’imperial, nanna pomeridiana in passeggino o stanza. Qualche volta mamma o papà - a turno - se non crollano anche loro per un riposino ristoratore per recuperare energie (e se non è troppo caldo) si fanno un giretto in piscina. Qualche volta (che lusso!!) lui si addormenta in passeggino subito dopo aver mangiato, così mamma e papà riescono a farsi un bagnetto insieme e a pranzare un po’ tranquilli.Pomeriggio si esce di nuovo, si fa cenare lui e quando si addormenta in passeggino andiamo a cenare noi: Netra nei ristoranti non sta fermo un secondo e quindi questo è l’unico modo per riuscire a mangiare un po’ tranquilli. CronacaUn giorno torniamo al Wat Phnom ad offrire al tempio fiori di loto e incenso. Ci eravamo già stati durante uno dei nostri primi giorni in Cambogia, prima di incontrare nostro figlio, e dovevamo tornare: quando un desiderio viene esaudito si torna con le offerte promesse al momento della preghiera.Abbiamo anche i nostri primi approcci ai parchi giochi, sia quello vicino al Wat Phnom, vecchio e rovinato, che quello vicino all’hotel, moderno e pulito; in entrambi mamma riesce a farsi fischiare dalle guardie, in uno perché entra con il passeggino nell’area giochi, nell’altro perché si siede su un gioco, ovviamente riservato ai bambini: VIETATISSIMO (che figura…i soliti italiani!!!). Nel  parco più bello Netra rimane spesso incantato a guardare gli altri bambini, peraltro tutti molto belli, che disinvolti salgono su tutti i giochi. Lui in effetti si dimostra un po’ timoroso, anzi a voler dire proprio la verità, un bel po’ fifone: ha paura delle leggere discese sui ponti di legno, ha paura dei tuboni (entra a gattoni ma prima della fine torna sempre indietro … in retromarcia come i gamberi), su dei grandi pendoli affiancati non c’è verso di farlo passare da solo da uno all’altro, deve essere portato dal papà e comunque non sembra per niente tranquillo lo stesso!!Netra, che i primi giorni Nicola aveva soprannominato “notaio” (e già fantasticavamo su una vecchiaia da benestanti a suo carico!!!) ora è diventato “netrino la peste”. Infatti vuole andare sempre alla scoperta di posti nuovi e si allontana spesso da mamma e papà lasciandoli in ansia. Nei ristoranti non sta seduto un attimo, se non quando mangia, e si lancia verso i bagni e nelle cucine in continuazione, toccando tutto quello che vede e trova in giro, incluso ovviamente tutto ciò che è sporco (posacenere, bagni, ecc.) e pericoloso (vetri, mobili, scale…). E così succede che da Friz, nella 240°, in bagno stacca un mensola in vetro che cade sul lavandino e si spacca in mille pezzi taglienti: per fortuna nessuno si fa male, ma mamma e papà devono pagare i danni!!!In stanza lo distraiamo con i palloncini comperati al mare. Lui ad un certo punto cerca di gonfiarseli da solo. E’ buffissimo si sforza tanto e un po’ riesce a gonfiarlo… non so perché ma mi ricorda un altro bimbo….Gioca anche con MP3 di mamma, un po’ ascolta la musica, un po’ distrugge le cuffiette, un po’ schiaccia a ripetizione tutti i tasti possibili e immaginabili … risultato: MP3 KO, NON FUNZIONA PIU’!!Continua ovviamente la caccia ai “tip tip” nei vialetti dell’hotel ed anche nei giardini davanti a palazzo reale, dove addirittura prendiamo dei semini per lanciarli ai “tip tip” cresciutelli … i piccioni!!Gioca anche con una piccola pallina davanti la stanza d’albergo, con mamma e papà e con un altro bimbo cambogiano più grande di lui (sempre della famiglia NAAA). Per inciso, in questi giorni (5 febbraio) si compie il 45° compleanno di mamma Chiara, senz’altro il più felice di questi primi 45!! Lo festeggiamo con un po’ di shopping e con una cena al delizioso Bopha  Phnom Penh (la migliore cucina cambogiana secondo una guida), ristorante proprio sul lungo fiume, dove alcune ragazze ballano la danza tipica, con le mani iperestese all’indietro.Alcuni giorni dopo il nostro rientro forzato a Phnom Penh, Netra diventa più bravo, piange meno, riesce a stare anche con mamma, ma quando papà è nei dintorni è sempre il suo preferito e vuole stare in braccio con lui. Quando è sul passeggino vuole essere spinto da papà, quando di notte si sveglia e piange deve stare con papà, quando papà va in bagno deve stare con papà, quando papà si fa la doccia deve stare a guardarlo…abbiamo inventato il giochetto di fare “cucu”, spostando la tenda della doccia, per poter far fare almeno un pezzo di doccia a papà in santa pace.Netra inizia a dire alcune paroline in italiano, anche se con la sua interpretazione personale. A parte il famoso “tip tip” (cip cip) dice anche appunto “tutu” (cucu) e “tao tao” (ciao ciao). Dice by by a tutte le macchine che vede, anche quelle ferme e vuote. Dice una misto di “papa” e “babau” (animali) e dice – ebbene sì poche volte ma lo dice – mamma, inizialmente nelle varianti “mam” e “mammà”.