Creato da nicolaechiara il 14/01/2011
cronaca di un'adozione in Cambogia

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VITA IN COMPAGNIA A PHNOM PENH (dal 8 al 14 febbraio)

Post n°30 pubblicato il 14 Aprile 2012 da nicolaechiara
 
Tag: post

Trascorriamo più o meno allo stesso modo anche le giornate successive, ora in allegra compagnia di altri amici grandi e piccini, cambogiani. Iniziamo a vedere come Netra si rapporta con altri bambini, condividendo (o non condividendo) con loro i suoi giochi, giocando, passeggiando e mangiando tutti insieme, sia in hotel che fuori. Un giorno vediamo i bambini in azione nel “nuovissimo” campo da tennis dell’albergo, o meglio li vediamo fare intensa azione di disturbo ai rispettivi padri che (in ciabatte) cercano di fare due palleggi.

Le nostre uscite sono quasi sempre organizzate, almeno in parte, con i mitici “tuk tuk” e i nostri due autisti di fiducia : Vannak e Mister Ten, entrambi forniti di potenti mezzi, adatti alla pazza guida della capitale, e di meravigliosi quanto improbabili biglietti da visita. Ormai le uscite sono quotidianamente scandite dall’urlo “tuk tuk mister ten” all’uscita dall’hotel, tant’è che anche Netra dice a suo modo “tup tup miter ten” o qualcosa di simile. Netra in tuk tuk sta bene, osserva molto attentamente tutto quello che succede attorno a noi; in effetti il traffico caotico frenetico e impazzito di Phnom Penh vale la pena di essere ammirato e studiato: mezzi di tutti i tipi, auto, furgoni, camion, tuk tuk, carretti ambulanti su ruote trainati da venditori e soprattutto tantissimi motorini sfrecciano senza mai rallentare sfiorandosi di pochi cm, cambiando continuamente direzione per trovare un piccolo varco dove infilarsi e passare in un ingorgo fittissimo e permanente. Netra vuole stare o in braccio a papà o seduto tra mamma e papà, ogni tanto indica qualcosa con il ditino e grida qualcosa, in genere “lam” (auto) o “gnam bai” (mangiare).

Un giorno facciamo un giro – sempre col nostro tuk tuk - sulla penisola che c’è tra i due fiumi, quel braccio di terra che si insinua nel punto di confluenza tra Tonlesap e Mekong. Attraversiamo il Mekong sul famoso ponte dei giapponesi, e poi transitiamo in una zona strana, ben diversa dalla Phnom Penh dei grandi palazzi e delle zone residenziali. Qui accanto a case abbastanza lussuose, tempi buddisti dorati e piccoli ristorantini, compare anche tanta povertà e miseria. Sulla punta di questa lingua di terra, proprio di fronte al nostro hotel, vi sono delle baracche o meglio delle tettoie posticce dove vivono miseramente alcune famiglie, i bambini si avvicinano e ci chiedono qualcosa in khmer allungando la mano.

Un giorno andiamo al tempio Wat Olumei dove incontriamo un monaco buddista (bonzo vestito di arancione) che ci mette – a tutti, grandi e piccini – un braccialetto rosso al polso e ce ne spiega il significato, o meglio cerca di spiegarcelo, ma sinceramente bene bene non lo capiamo…felicità, fortuna ecc. ecc.

Nel nostro girovagare in cerca di ristoranti carini e adatti a dei bambini, un giorno finiamo al T-bone, ristorante specializzato per la carne, dotato di un bellissimo angolo bambini, con video, libri, giochi vari, tavolino con sedie e tante tante matite per disegnare. La prima volta va abbastanza bene, a parte che Netra passa la serata ad impilare e spostare le sedie trascinandole sul pavimento (e noi pensiamo al nostro parquet appena levigato a casa!!!) e la paura per la ripidissima scala troppo vicina al nostro tavolo (e noi pensiamo subito alla scala in ferro che ci aspetta a casa!!). La seconda volta, serata di San Valentino, i bambini, ormai esperti conoscitori del posto, in men che non si dica hanno buttato all’aria tutto ciò che c’era nell’angolo dei bimbi, tirando fuori tutti i giochi, tutti i libri, tutte le matite, e girando per il locale trascinando e lanciando le sedioline da bimbo (sì lanciando, Netra ha lanciato una sediolina!!!). La cosa si complica perché l’attesa si protrae oltre il sopportabile e i bambini, oltretutto affamati, non si tengono ed i genitori ……

Dopo alcuni giorni possiamo finalmente farci il bagno in piscina. Netra si diverte un sacco, beve tanto ma non si spaventa. Su imitazione/istigazione di mamma e papà, muove le gambine per muoversi in acqua, poi prova a muovere anche le braccine e, perché no, anche un po’ la testa avanti e indietro; non si sa mai, magari aiuta!!!

 

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