MAI DIRE MAI

RICORDI DI PAURA


E quali ricordi paurosi potrà mai avere una ranocchia? Vero... ma ora son rana... un tempo ero umana.Eh eh eh! Pure la rima!Il primo ricordo risale a quando ero bambina. Mi ruppi il naso cadendo dall'altalena (che fessa!) e fui operata. Il guaio fu che gli anestesisti sbagliarono i conti e l'effetto finì un po' troppo presto, mentre ancora ero sotto i ferri. Mi ero addormentata serena, con la mascherina dell'anestetico. Mi svegliai in un incubo: mani e piedi legati ai lati del tavolo operatorio... faro accecante sopra di me.... medici e infermieri che mi stavano tamponando con ferri e garze.... un male infernale. Il mio naso non è venuto sottile come prima. Mi fu detto che da grande avrei potuto fare un intervento estetico. Beh, non sono ancora diventata grande abbastanza! Col cavolo che mi rimetto sotto i ferri volontariamente!!!Il secondo episodio risale a quando ero ancora abbastanza giovane. Avevo circa 25 anni e con una bella comitiva andammo a passare una giornata in montagna. All'epoca vivevo in Lombardia e mi pare andammo a Livigno. Era ottobre, il tempo era splendido e nessuno era attrezzato con le catene. Dopo cena ci accingemmo a tornare, ma sulla via del ritorno, iniziò a nevicare ed in breve la strada, tutta a tornanti, diventò una lastra di ghiaccio. Si creò un serpentone di auto che andavano a passo d'uomo, con i ragazzi che camminavano a fianco delle macchine, per bloccarle con pietre e col loro corpo quando stavano scivolando verso il costone della montagna da un lato o verso il dirupo dall'altro. Io ero sui sedili posteriori di una Renault 4, e mi sentivo in trappola: ogni volta che sentivo la macchina scivolare di lato, mi immaginavo di precipitare nel vuoto. Finchè non scesi pure io a fianco dell'auto. Fu quella la prima volta che mi venne un attacco di cistite con i fiocchi! Impiegammo ore a tornare a valle... Mi è rimasta la fobia della neve e faccio ancora fatica ad andare in montagna in inverno. Fortunatamente, nel mio stagno non ci sono dirupi e burroni. Al massimo, ghiaccia l'acqua e mi becco un raffreddore.L'altro episodio risale anch'esso a vari anni fa, quando per lavoro dovevo viaggiare tra Lombardia e Romagna. Tra una festività  ed un'altra (tipo 25 aprile e 1° maggio) da qui dovetti tornar su per un impegno pomeridiano. Al mattino parto, ma in un tratto dell'autostrada, dove vi erano tre corsie, mentre mi trovo su quella di sorpasso, un tir con rimorchio sulla corsia lenta sbanda e l'auto che viaggiava in quella centrale, d'istinto sterza a sinistra e mi viene addosso.... mi si accosta lateralmente e mi spinge contro il gard-rail di cemento. Il fracasso delle lamiere è tremendo... la mia auto viaggia per un tratto con le ruote sinistre sul New Jersey... lo sguardo corre allo specchietto retrovisore e vedo una fiumana di auto e tir che stanno arrivando. In quei momenti, davvero si ha la percezione che tutto sia finitpo, si rivive tutta la vita passata, si rivede tutto, si pensa tutto, si immagiana tutto, anche il futuro, i propri cari.... E' incredibile come la mente possa fare tutto così in fretta. Evidentemente mi è andata bene (o male... non so) perchè sono qui a raccontarlo. Non so come fu, ma mi ritrovai sulla corsia d'emergenza, io e l'autista dell'altra macchina, incolumi entrambi. Tutte e due le vetture riportarono solo una lieve ammaccatura dove si erano toccate, viaggiando "vicine-vicine" per qualche centinaia di metri.Nonostante io dimentichi quasi tutto (e proprio con un enorme sforzo, riesca a ricordare i nomi dei miei parenti !!!), queste sono cose che mai dimenticherò e che ripensandoci, sto ancora maluccio.Ora mi chiedo: ma quei bambini e tutte quelle persone che hanno vissuto il terremoto, che si sono visti crollare la casa addosso, che sono stati ore sotto le macerie.... come faranno a dimenticare? Come faranno ad addormentarsi serenamente?Spero che oltre a ricostruir loro le case, continuino ad essere seguiti da psicologi e psicoterapeuti, perchè vanno ricostruite anche le loro esistenze serene.