MAI DIRE MAI

L'ULTIMA REGATA


Scusate. Per cosa? Beh... voi cominciate a scusarmi, così, sulla fiducia... poi capirete.Come penso capiti a tutti, prima o poi ci viene da scrivere dei versi... Oddio... più che altro frasi. Magari i versi li farà poi chi legge... Eh eh eh!Comunque, come forse i più grandi poeti e più famosi cantautori, quando stiamo male (e non mi riferisco ad un mal di pancia), ci viene spontaneo scrivere del nostro dolore. O anche della nostra gioia, perchè no.Girando nei blog, ne vedo alcuni che hanno post solo fatti di poesie, dove in versi, gli autori scrivono i propri sentimenti, le proprie emozioni, i propri drammi e disperazioni.Sinceramente non mi fermo molto a leggere... una o due poesie al massimo, anche se magari meriterebbero... e me ne scuso con gli autori.Per cui, anche se mi è capitato spesso di scrivere poesie o racconti, non mi piace pubblicarli.Ma riordinando qua e là, mi è tornata sottomano una poesia... opsss.... uno scritto di vari anni fa... e, se è vero che l'eccezione conferma la regola, eccola qua. Beccatevela e... scusatemi. E come se non bastasse, è pure lunga! Così stramazzate al suolo e chi s'è visto, s'è visto! Così imparo! Ah ah ah!Capito ora?Ehm... stavolta, anche se non lascerete commenti, saranno ancora più graditi.Non ti curar di me, ma guarda e passa..... Cra cra cra.L'ULTIMA REGATAOrmai la mia barca a velaha già fatto il giro di boa e sta facendo ritorno. Poche volte ha viaggiatocol vento in poppa:spesso ho dovuto ammainare le velee mettermi a remare. Il tratto che mi mancaper arrivare al traguardoè sicuramente più breve di quello che ho percorso, ma non per questo più agevole.Più mi avvicino all’arrivo, e più la gara sarà duraperché durante il viaggio ho stipato una zavorrafatta di anni di errori, di dolorosi rimpianti, di scelte sbagliate, di decisioni non prese…L’ultimo tratto sarà per meuna regata col mare in salita. A volte vien voglia di lasciarsi andare alla deriva, lasciando che la corrente ci conduca alla meta seguendo una rotta casualeche non dipende da noi. Sto tirando i remi in barca,sto ammainando le vele,sto smontando il timone:vorrei che il beccheggiare stanco mi cullasse rendendo soave il ricordo del passatoe serena l’incertezza del futuro.Vorrei diventare un velista vagabondoche assapora la brezza marina,il calore del sole,gli spruzzi salati di onde dispettose.Vorrei ammirare tramonti ed albe spettacolari,salutare il guizzare dei delfini.Vorrei affrontare tempeste ed uragani bagnandomi fino all’osso,aggrappandomi al nullasperando di non affondare.Ma sto imbarcando acqua da tutte le partie non ho con me scialuppe di salvataggio.Forse, andare a fondo è meno doloroso che lottare per restare a gallae il mio traguardo non è in superficie.