MAI DIRE MAI

ASSUEFAZIONE


Credo che la serenità della nostra vita dipenda dal grado di assuefazione che riusciamo ad ottenere nelle varie vicende che ci capitano e a quanto in fretta lo facciamo.Ci si assuefa a tutto... che è un po' come dire che ci si rassegna.Quando invece restiamo insoddisfatti, non ci arrendiamo, lottiamo contro gli eventi, ci disperiamo... allora le nostre esistenze sono molto difficili ed estremamente dolorose.Ogni volta che qualcosa cambia nella nostra vita, rimaniamo un po' disorientati, ma poi, lentamente o velocemente che sia, ci assuefacciamo.Pensiamo un po' anche a semplici cose come:- al cambio dall'ora legale che lascia molti di noi un po' straniti, ma solo i primi giorni; -  al bel materasso nuovo e comodissimo, ma che  all'inizio ci fa rimpiangere il nostro vecchio e tutto infossato;- al  cambio  di  lavoro  o  di  mansioni,  che dapprima ci mette in crisi;- al passaggio di scuola per i nostri marmocchietti che li spaventa e li disorienta, ma poi ci sguazzano nella scuola nuova e non vorrebbero mai più tornare indietro:- alla marca del caffè a cui siamo abituati: se cambiamo miscela, spesso di sembra di bere del veleno, ma dopo un po' ci piace da matti;- idem per il gusto di un dentifricio diverso;- a vivere in condominio o in campagna; - anche alla puzza o allo smog ci si abitua;- alle sigarette, medicine o droghe....Gli esempi potrebbero continuare per altre mille piccole cose che nel quotidiamo, cambiamo... Alla fine ci adeguiamo sempre. Ci si abitua a tutto.  Anche a star male...Sì... la stessa cosa, capita anche nelle cose più serie e gravi.L'uomo, come tutti gli altri esseri viventi, deve alla propria capità di adattarsi all'ambiente, la possibilità di sopravvivenza in questo nostro variegato mondo.Ma se abituarsi ai piccoli e piacevoli cambiamenti è relativamente facile, lo è molto meno quando le condizioni di vita peggiorano.Casi estremi possono essere considerati i clochard: nessuno di noi immagina di poter sostenere un simile tenore di vita. Probabilmente nemmeno loro lo avrebbero mai previsto, perchè magari hanno avuto alle spalle normalissime vite agiate. Poi, per mille cause diverse, la loro condizione di vita è mutata e dopo un certo periodo è subentrata l'assuefazione e la loro condizione, inizialmente così assuda, viene vissuta da loro stessi, come la normalità.Pensate anche a chi, in seguito a malattie o incidenti, si trova a dover fronteggiare gravi situazioni invalidanti. Eppure, quasi tutti, dopo un seppur primo periodo difficilissimo, trovano  una forza incredibile e convivono con la loro condizione con gran grinta e spesso con più entusiasmo di chi non ha mai avuto problemi. Proprio un paio di sere fa, in tv, ho sentito la storia di una ragazza che fa danza classica e sci nautico, sfidando tutti i problemi che ha dovuto affrontare, in quanto senza braccia dalla nascita. Ed il suo spirito e la sua voglia di vivere e di fare le sprizzava da tutti i pori...Ma tornando alle mie considerazioni, tanto più e tanto più in fretta riusciamo ad assuefarci alle nostre condizioni, tanto più saremo sereni e soddisfatti della nostra vita.Io, evidentemente non mi sono ancora assuefatta del tutto all'idea che la mia vita ha preso una piega che non avrei mai voluto... non riesco ad assuefarmi al fatto che ormai  in questo stagno le cose potranno solo peggiorare perchè quel che è andato in frantumi, non si riaggiusta più... Spero di riuscire al più presto a trovare il modo di adeguarmi a tutto questo e di far buon viso a cattivo gioco.In fondo, c'è chi sta peggio e lo spirito di adattamento degli animali (sono sempre una rospa...) dovrebbe consentirmi di accettare la situazione, trovando un po' di serenità.Non ditemi che non mi devo rassegnare ma continuare a lottare: questo significa essere ancora più insoddisfatti. Meglio accontentarsi di una ciotola di riso in bianco, sapendo che c'è anche chi ce l'ha vuota e che lottare per avere delle lasagne, può solo toglierti anche la forza per mangiare il riso che hai a disposizione.Buon fine settimana a tutti, sperando non sia solo di neve e gelo (fuori e nell'animo). Cra cra cra.
(posto idilliaco o prigione?)