Sbocciata

Il corpo è l'alveare delle mie parole


Mi limito a contare i danni, parto dalle dita dei piedi, seguendo le curve dolci delle mie dita polpose alle vene che percorrono il reticolato fragile del dorso, nervi tesi schioccano all'ombra... ogni tanto li seguo quei nervi, sono un porto sepolto di azioni inevase e risalgo le caviglie, ridendo delle corse e alle cadute, incolume nel respiro forse, ma non nella solitudine del blocco diviso cartilagine e gesso salgo in dolci carezze e seguo il disegno di questo clown, voragine d'occhi... disegno capricciosa i dadi, la bocca vuota e salgo sulla linea bianca fino alle ginocchia soffiando sopra alle cicatrici giovani, delle corse a perdifiato senza notare e notarmi, affidandomi al fiato e poi alla polvere arrivo smaniosa alle cosce, pallide... che imperfette e mi riuniscono e mi rannicchiano torcendo il mio busto, le mie parole, i miei pensieri e i minuti le pieghe e le nuvole non idonee all'essere m'accade di buttare giù un pensiero e tramutarmi in goccia, spesso mi perdo nel salto, ridivento piccolo seme e poi ci ri_vedo i tuoi occhi, madre... il tempo ad ora soccombe il passo si ferma sul ventre morbido, curve su curve allacciandomi alle braccia sui seni riposte e quel neo infilato a destra al verso che sversa sul collo e percorre le labbra carnose e rosa quando s'appoggia al foglio dimenticando che gli occhi ormai son chiusi rissosi all'interno e percorsi dal dubbio... le mani, poi, perse fra i capelli, di nero ardito, di seppie in tentacoli amari quando il tempo scompare, affissa ai giorni ore a cui dire e non fare, sgranchendo le parole in carezze, di quando fummo sfamati da tutto questo gracchiare come corvi in sciame in piccole api e poi alveari di sguardi... mi basta il tempo di sperare di vedere ancora il sole attraverso le mani in un gioco di vanità e furore, di polsi sospesi ad un sorso dal mare e ci ameranno ancora le stelle, nella follia, lucida e inesperta come quando, nati, ci siamo formati in corpo e poi anni, sogni e mesi, ore e pazienza e minuti assecondati ai secondi a braccetto e convulsi all'insaputa delle orecchie tarpate.[testo di mia proprietà.]
© Photos by SalaBoli