Sbocciata

I l C r e d o D e i N a r c i s i


Sono gli spazi che mancano alla parola, la lingua che non si muoveper lavare via i silenzi, ma rimane incagliata negli scheletri dei ricordiche narcisi s'ammirano su specchi scoscesi e il dubbioè quella lungimiranza sdrucciola che  s'affanna a capirsi.Siamo meraviglie azzurrine frantumate nel piombo come strade su strade contuse, arrovellate nelle nocche spaiate e il nulla è quel labbro ripiegato a silenzio.Perchè la fame di voci è un rinnegarsi il verde di quell'impressioneche tu mi dai ad ogni rifiuto e concessione, vivendo nell'errored’esser giusta e limpida nel riflettermi, ri_credendominei tuoi occhi e nelle tue labbra, come parole sfuggite al ventoe alle corse nei campi ho pensato d'avere l'inchiostro sufficienteper un noi sagomato controluce ho pensato al ruggire delle costolementre tu m'abbracciavi sotto la notte.Mentre tutto ciò che era frase miracolata era l'insieme perduto del dolce e nel buio divinandomi le dita ho nemesi di neve e scheletri urli di vortici nella mitralica sensazione di non averti.E’ solo dopo il giorno che la guancia ride. 
© photos by emeraldhelix