Sbocciata

[E Spider si vestì di rosso...][cap.8]


© Marta CzokE Spider si autocelebrò...mostro le gambe a quel porcino di Minossee umettandosi le labbra lo mandò silenziosamente a fanculo...sapeva d’esser un bel bocconcino,sapeva d’istigare le voglie di quel lurido verme. Non poteva accadere a lei, di nuovo, non poteva essere sempre e solouna questione di tele non ben lavorate, il suo cedere il corpo…mentre il ragno era in sciopero ed il viaggio che non si concludeva. Di Marte vedeva solo l’ombra mentre fra stelle nuvole,vie lattee e nebulose sentiva il ronzio della navicella e il chiacchiericcio costante degli ospiti che l’accompagnavano, ospiti in buona parte amati. Dovevano essere in pochi ed invece si erano uniti i più scelleratipersonaggi della città…e vedeva Vivianne là seduta all’angolo a rotolarsi fra le dita i capelli biondi ed era triste per lei perché questo viaggio non era la salvezza che sperava. E girando gli occhi, s’impadronì della bocca dipinta di rosso di Veronica,quella ragazza la mandava in estasi,un desiderio possente la possedeva ogni volta che sentiva la sua soave voce dipingere origami e quando camminava il suo profumo invadeva le narici e i sensi. Sapeva di rose e di iris di settembre…sapeva di dolci appena sfornati e di notti infuocate. Si avevo un debole per Veronica,ma era Vivianne quella a cui volevo bene più della mia vita. Ancora sento il vocìo d Minosse,mi giro con una lucky appesa alle labbra e con un sorriso falsissimo “Taci.” E continuai a guardare fuori. Perdendomi in voli pindarici.