Sbocciata

[Ore prima] cap.10


© photos by federico federiciHo acceso molte candele l’altra notte, ero circondata quasi a tal puntodi darmi fuoco per essere immolata e divorata dal tempo.Tu sai Veronica che il mio cuore ha sussultato quando aldilàdi quella montagna rossa, quella dove siamo andate a correreper nasconderci dalle lussurie di mani sporche di fango,là ho trovato una luce, una stella era lì ad un passo dalle mie dita,ed ho tentato, dio se ho tentato d’esser meno vaga e sterileper poterla ingoiare come una caramella colmadi marmellata di fragole, te l’ho detto che ne vado follemente pazza?No, credo.Non sai molto di me per dirla tutta, sai solo quelloche durante il viaggio per arrivare fin qui, io ho voluto raccontartie i tuoi occhimi hanno fatto comprendere che molte cose ci univanoin maniera indissolubile.E sapere di non essere null’altro che un gingillo del tuo pensieromi rattrista, sapere che hai trovato in altre braccia e parolelo sfogo della tua rabbia mi fa male, Vivianne me lo aveva dettoche tu non eri fedele, che la tua stronzaggine superava limiti invalicabilianche solo dal pensiero, ed io so che ora come ora le tue ditastringono il collo di quel povero di Indaco,che si dimena sotto le tue mani.E so che lui gode di questo potere donato a te su di un piatto d’argentoe tremo un po’ sapendo di essere semplice pedinadella tua scacchiera d’alabastro.Sospiro, aspiro e respiro.Volto le spalle alla luce di quella stella e sorrido tristementealle mie mani vuote. Come sempre