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SIAMO SEMPRE SICURI DI QUEL CHE MANGIAMO?

Post n°19 pubblicato il 04 Novembre 2009 da ConteOlivier

Anche quanto seguirà...non è farina del mio sacco, pero' mi trovo perfettamente daccordo con quello che viene scritto e sarebbe interessante approfondire di più l'argomento.Tratto dal sito "Kataweb"....leggete e soprattutto ...riflettete!!

sabato, 17 ottobre 2009

Freschissime offerte…

Ci sono piccole cose che a volte sfuggono.
Probabilmente perché siamo abituati a viverle nella quotidianità come abitudini scontate.
Poi un giorno, per ragioni inspiegabili, si accende la luce e tutto diventa improvvisamente chiaro.
A me è capitato circa due anni fa.
Per comodità, per abitudine e perché rimane sempre morbido, nel fare la spesa al supermercato prendevo il pane confezionato (avete presente quei simpatici bauletti, spesso in offerta?), cercando sempre quello con la scadenza più lontana.
Poi un giorno mi sono chiesto cosa in realtà stessi mangiando.
Pane?
Si può definire pane un qualcosa che si conserva morbido per circa un mese, anche dopo aver aperto la confezione?

Così sono passato ad altre soluzioni.
Ho provato le baguette calde appena sfornate.
Che però, essendo surgelate, erano deliziose e profumate appena uscite dal forno del reparto gastronomia del supermercato, ma nel tragitto fino a casa si trasformavano irrimediabilmente in mazze da baseball.
Adesso il pane lo compro al forno, quello vero.
Uno di quei forni di quartiere dove c’è ancora il fornaio con il grembiule e le mani infarinate e dove arrivi seguendo il profumo del pane appena sfornato.
Almeno so che è fresco e al massimo surgelo quello che avanza.
Però questa cosa ha scatenato una reazione a catena nella mia mente.
Ed ho cominciato a riflettere su alcuni aspetti del mio consumare cibo.
Avete mai notato, ad esempio, che sulle confezioni di pancetta a dadini, c’è scritto “da consumare previa cottura”?
Ed è scritto anche su quelle del prosciutto cotto.
Il che è una sorta di contraddizione in termini. Perché se è cotto…
Non che nel reparto dei cosiddetti cibi freschi le cose vadano meglio.
Intanto ho capito che tutte le cose che si trovano in offerta, per intenderci, quelle tolte dall’involucro originale e riconfezionate in parti più piccole dal personale del supermercato, spesso sono cibi al limite della scadenza, se non già scaduti, o cibi (soprattutto formaggi, ma mi è capitato anche con un melone, che era tagliato in modo così irregolare da non lasciare dubbi) che si sono in parte deteriorati e da cui la parte avariata viene tagliata via per poterli rimettere in vendita.
Anche io a casa lo faccio; se uno spicchio di formaggio comincia a fare la muffa, taglio via quella parte e consumo rapidamente il resto.
Ma che lo faccia il supermercato e soprattutto in modo non trasparente, non lo accetto.
Non ci sarebbe neanche nulla di male a cercare di non buttare i cibi, anzi, ma se fosse fatto alla luce del sole.
“…offerta speciale sulla robiola che scade tra due giorni, sconto del 70%”.
La compro, so che devo consumarla rapidamente ed ho risparmiato.
Ma almeno sono consapevole.
Vi è mai capitato di prendere uno spicchio di parmigiano da 1 kg, portarlo a casa e scoprire dopo una settimana che si è coperto di muffa?
Per non parlare di frutta e verdura, tenute nei frigoriferi dei supermercati per giorni e giorni, che una volta fuori subiscono un deterioramento rapidissimo.
Così capita che le arance (!), appena a casa, marciscano nel giro di un paio di giorni, così come le banane o le zucchine o i pomodori.
Cibi “al limite”, da consumare all’istante.
Così mi chiedo… cosa mangiamo?

Per non parlare dei prodotti confezionati che restano sui banconi anche se scaduti.
Ho già cambiato tre supermercati (due della stessa catena) ma la scena non cambia.
Facendo il giro del reparto “freschi” riempio spesso il carrello di formaggi e insaccati scaduti, anche da molti giorni. Li raccolgo e poi li scarico sul banco dell’accoglienza clienti.
Faccio un po’ di polemica garbata, minaccio la prossima volta di chiamare i NAS, raccolgo l’approvazione dei clienti e l’imbarazzo del direttore, che assicura non succederà più.
Ma poi la scena si ripete.
Un giorno ho trovato un frigorifero da esposizione carico all’inverosimile di formaggi spalmabili in offerta, semplicemente spento. Dentro c’era una temperatura decisamente superiore ai 4 gradi necessari per la buona conservazione dei cibi. Ho chiamato il direttore, che ha bestemmiato e ringraziato per la segnalazione.
Ma secondo voi li hanno buttati quei formaggi?

Non ditemi che ho scoperto l’acqua calda.
Lo so che se andassi al mercato rionale troverei dei prodotti sicuramente più freschi, anche perché la concorrenza tra banchi fa si che il livello di attenzione per la qualità dei prodotti sia alto.
Ma io amo i supermercati, per me è doloroso rinunciarvi. E poi al mercato dovrei andarci la mattina. Mentre il supermercato lo trovo aperto fino alle 20:30 quando esco da lavoro.
E comunque trovo che negli ultimi anni, soprattutto in alcune catene (che non cito onde evitare querele ma soprattutto perché sto raccogliendo ulteriori prove per denunciarli…), il livello qualitativo dei prodotti freschi sia drasticamente calato.
A discapito anche della nostra salute.
Era da un po’ che volevo scrivere di questo argomento, ma ieri sera ho deciso che era il momento. Perché credo si stia passando il limite, nell’indifferenza generale.
Ma soprattutto perché quando sono andato dal capo reparto del supermercato e, indicando quanto immortalato dalla foto qui sotto, gli ho detto: “mi scusi, c’è dell’ironia vero?” non ha colto la cinica sottigliezza.
E allora ho pensato: “…e guerra sia…”
Apriamo un dibattito sulla questione?

 

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