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Next stop 2 Firenze. Caravaggio e caravaggeschi a Firenze.

Post n°12 pubblicato il 26 Agosto 2010 da SkorpioNET
 

 

medusa caravaggioFirenze è arte, si respirano arte e bellezza da ogni angolo, via o piazza. Sapere che alla fine s’incontreranno i capolavori di Michelangelo, Luca della Robbia, Raffaello, Leonardo, Donatello, Brunelleschi è un’emozione unica, sentirli vivi attraverso le loro opere che hanno sfidato i secoli, invidie e guerre e che sono giunte sino a noi in tutta la loro regale magnificenza.

Se poi ci si aggiunge un evento come Caravaggio e caravaggeschi a Firenze allora l’arte raggiunge il suo apice.

Michelangelo Merisi, detto Caravaggio(Milano, 29 settembre 1571 – Porto Ercole, 18 luglio 1610), si forma presso la bottega del pittore Simone Peterzano nella città di Milano, dove apprende i modi di due tradizioni diverse: da un lato il realismo lombardo, dall’altro il rinascimento veneto, con il quale viene in contatto quando Peterzano lo porta con se in alcuni viaggi a Venezia, dove conosce l’arte del Tintoretto. Il pittore appartiene a quel periodo artistico definito come Barocco. Egli si allontana dalla pittura uniforme ed idealizzata tipica del manierismo. Interessato a rappresentare la realtà così come è, l’artista dipinge i santi ed i soggetti sacri con gli stessi volti e le stesse passioni degli uomini comuni, distaccandosi in maniera notevole dall’esempio di Raffaello Sanzio.
L’intenzione del pittore era d’insegnare attraverso le immagini. I suoi quadri, molto drammatici, erano vere e proprie storie dipinte con lo scopo di colpire l’occhio e l’immaginazione di un pubblico che spesso non sapeva leggere e scrivere.
Le caratteristiche più importanti dell’arte di Caravaggio sono rappresentate dall’uso del colore e dalla tecnica del chiaroscuro: una tecnica di luce e ombra che gioca sui contrasti luministici. Un altro aspetto notevole è la grande attenzione dedicata all’anatomia del corpo umano e in modo particolare agli occhi e alle mani.

I Caravaggeschi

Termine usato per definire i pittori che imitarono Caravaggio agli inizi del XVII secolo. La rivoluzionaria tecnica pittorica, in particolare l’uso drammatico del chiaroscuro, ebbe un’influenza impressionante a Roma durante il primo decennio del secolo, non solo sui pittori italiani ma anche su pittori di altri paesi che numerosi visitavano l’allora capitale artistica d’ Europa. La fama di Caravaggio aveva già oltrepassato i confini italiani nel 1604, quando Karel van Mander, ad Haarlem, scrisse di “Michelangelo da Caravaggio, che sta compiendo un lavoro straordinario a Roma”; e nel 1642 Bellori raccontava che i pittori a Roma erano stati tanto impressionati dalla novità del suo stile che, specialmente i più giovani, lo ammiravano e lo elogiavano come l’unico vero imitatore della natura, guardando le sue opere come miracoli, e si mettevano in competizione tra loro nel seguire la sua maniera. I più importanti tra i caravaggeschi italiani furono Orazio Gentileschi, uno dei pochi ad avere un rapporto personale con il maestro, e Bartolomeo Manfredi, che raffigurò tuttavia scene di gioco e di festa, soggetti che Caravaggio aveva trattato molto raramente. A Napoli, dove Caravaggio lavorò a tratti tra il 1606 e il 1610, Caracciolo, Artemisia Gentileschi e Ribera, spagnolo di nascita, fecero sì che lo stile caravaggesco mettesse solide radici. A Roma il caravaggismo perse popolarità negli anni Venti del Seicento, ma continuò ad affermarsi in altre parti d’Italia e in Europa, soprattutto in Sicilia (dove Caravaggio era stato), a Utrecht e in Lorena, dove durò più o meno fino al 1650. Baburen, HonthorsteTerbrugghen furono le tre personalità che fecero di Utrecht il centro del caravaggismo olandese; Georges de La Tour creò in Lorena l’interpretazione più personale e poetica che quello stile. Molti altri pittori furono e restarono caravaggeschi durante tutta la loro carriera; alcuni, come Guido Reni, abbracciarono quello stile solo per un breve periodo (si disse che Caravaggio l’avesse minacciato poiché aveva rubato le sue idee); altri ancora, come Honthorst (che divenne un ritrattista di corte), cambiarono completamente stile da un certo punto in avanti. Echi del caravaggismo si possono comunque ritrovare nell’opera di alcuni giganti della pittura del XVII secolo:RembrandtRubensVelázquez.

 

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