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Reagire, reagire, reagire
Gli attacchi alla mia persona ed all’Italia dei Valori in questi giorni sono diventati martellanti ed hanno dell’incredibile. Non si tratta di una semplice campagna giornalistica ma di una ben orchestrata azione criminale tesa a fermare in qualsiasi modo l’unico partito che finora si è posto seriamente all’opposizione di questo Governo. Azione criminale portata avanti scientificamente da persone e mass media di proprietà del Presidente del Consiglio Berlusconi. Azione criminale di cui ho già reso edotto la magistratura, denunciando specifici episodi, ma che ora è necessario inquadrare nell’ambito di un’associazione a delinquere vera e propria che opera nell’ottica di un unico disegno criminoso portato avanti da più persone a più livelli, ciascuna con specifiche mansioni e ruoli (mandanti, esecutori, favoreggiatori), utilizzando soprattutto l’arma della denigrazione e della disinformazione. Arma che il mio avversario politico Silvio Berlusconi può usare a iosa giacchè è “proprietario diretto” di metà del sistema di informazione italiana (TV private e stampa) e controlla politicamente l’altra metà (TV di Stato e Organi di Vigilanza), essendo egli anche Capo del Governo e della maggioranza parlamentare. Si ripropone così l’anomalia di fondo che avvolge il personaggio Berlusconi: il conflitto di interessi in cui si trova e di cui abusa per troneggiare sugli altri. Sì, lo so, ci sono i soliti sapientoni che dicono la gente è stanca di sentir parlare di conflitto di interessi e si aspetta che noi politici ci occupiamo invece di come risolvere i problemi economici del paese. Ma il problema sta proprio qui: fin quando continueremo a convivere con l’anomalia del conflitto di interesse che avvolge Berlusconi, non sapremo mai se le decisioni che egli prende sono a favore della collettività o suoi personali o di alcuni amici suoi (come per esempio, da ultimo è avvenuto per la vicenda Alitalia, ove il Governo ha messo a carico dei contribuenti italiani i debiti della Compagnia e nelle tasche dei “soliti noti” – anche sul piano giudiziario – i beni ed i profitti). Di fronte a questa montagna di illegalità, in questi giorni l’attenzione dei mass media è stata invece tutta rivolta a criticare l’eccessivo dirigismo dello Statuto dell’Italia dei Valori ed a criminalizzare le mie proprietà immobiliari (come se li avessi rubati a qualcuno). Ebbene, proprio perché non ho nulla da nascondere né secondi fini da portare avanti, ho provveduto subito a prendere provvedimenti che potessero eliminare qualsiasi dubbio sui miei comportamenti. Ieri mi sono recato dal notaio ove ho radicalmente modificato lo Statuto dell’Italia dei Valori, affidando non più alla mia persona le decisioni sull’utilizzo delle risorse finanziarie del partito ma ad un organo collegiale di 7 persone (l’Ufficio di Presidenza). Giacchè c’ero ho fatto anche di piu’: ho azzerato la partecipazione ed il ruolo degli originari soci fondatori (e quindi anche di mia moglie, con cui mi devo davvero scusare per tutti i grattacapi che le ho procurato) affidando i poteri a loro finora spettanti solo ed esclusivamente agli organi del partito. Inoltre ho cancellato di sana pianta il tanto contestato art. 16 del vecchio Statuto: quello che affidava a me transitoriamente i poteri statutari: anche questi sono stati rimessi totalmente agli organi del partito. Infine mi sono anche spogliato della possibilità di cambiare Statuto e quindi mi sono messo in condizione anche di non poter piu’ tornare indietro. Chiunque voglia visionare il nuovo Statuto e confrontarlo con quello precedente può cliccare sul sito www.italiadeivalori.it alla voce “Statuti” (confronta i due statuti). Ho fatto questo perché ora l’Italia dei Valori è diventato un partito vero e quindi è giusto che cammini con i suoi piedi. Inizialmente invece non potevo fare che come ho fatto: per avviare ogni attività – anche politica – ci deve essere per forza un primo imput di un “socio fondatore” che avvia la “macchina” e si assume la responsabilità di guidarla. Approfitto dell’occasione per segnalare anche che settimana prossima mi recherò personalmente a Napoli dai Magistrati che indagano sugli scandali campani, per fornire loro la mia testimonianza di cittadino, di parlamentare e di ex Ministro delle Infrastrutture. Con l’occasione incontrerò anche le strutture dell’Italia dei Valori in Campania per verificare lo stato del partito in quella regione e prendere i conseguenti provvedimenti. Insomma tocca passare dalla fase del “resistere” a quella del “reagire”. Io ci sto.   Postato da Antonio Di Pietro