Nicola De Maria

Il fegato che si spappola...


Non potevo non dare un titolo rosso a questo articolo...notizia del Sole 24 Ore.com che col link sotto vi invito ad andare a leggere in maniera approfondita e che effettivamente fa venire i dolori di pancia e le 'crocette al fegato' per chi come il sottoscritto opera sui mercati finanziari e conosce quanto la Consob e la Banca d'Italia siano presenti con interventi legislativi miranti a disciplinare una materia così delicata come quella finanziaria... eppure... gli organismi che poi dovrebbero essere invece più garantiti, perchè pubblici e quindi che interessano tutti vengono poi lasciati al caso o peggio ancora nelle mani di chi per interessi propri e anche per ignoranza espone a rischi assurdi la collettività che egli stesso rappresenta. Se io sottoscrivo per me stesso un contratto di per sè penoso metto a rischio al massimo il mio portafoglio personale e qui con l'aiuto delle leggi posso tentare un'azione di rivalsa nei confronti di quello o quei soggetti che mi hanno in qualche modo raggirato... nel caso dell'amministrazione della cosa pubblica chi porrebbe mai in essere un'azione di tipo risarcitorio che alla fine evidenzierebbe l'incapacità gestionale e porterebbe sotto i riflettori soggetti che vogliono invece rimanere defilati... ma soprattutto per quali fini... per tutelare gli interessi di una comunità che magari vegeta... e che si accorgerà del disastro quando sarà ormai troppo tardi? Bisognerebbe cambiare le regole... innanzi tutto rendere responsabili in prima persona e con beni propri come gli imprenditori/amministratori delle società private tutti gli amministratori della cosa pubblica, così che le eventuali perdite che gli Enti locali avranno tra alcuni anni vadano a ricadere non sulla collettività ma sui patrimoni e sulle fedine penali dei sottoscrittori per conto della collettività... ed un'azione seria sanzionatoria e di ripristino della condizione ex ante al verificarsi di condizioni così evidentemente sfavorevoli ai soggetti intervenuti per conto della cosa pubblica come nel caso di soggetti che nei contratti si scoprono incapaci di intendere e di volere... quest'ultima affermazione dovrebbe poi essere aggiunta sui documenti di identità a vita di quei soggetti che hanno causato gravi, anzi definirei gravissimi, danni alla collettività che gli ha dato fiducia e quindi delegato a gestire...Smetto qui altrimenti non so dove potrei arrivare... cito ora alcuni punti salienti dell'articolo... buonanotte... per chi riesce a dormire...Sarà molto complicato disinnescare la mina derivati per gli Enti locali. Le possibilità di beneficiare della rinegoziazione dei contratti è, infatti, «assai remota». E se si pensa che nel 2006 l'esposizione di Comuni, Province e Regioni rappresentava un nozionale di 13 miliardi, pari al 36% dell'indebitamento, si intuisce che la situazione è perlomeno seria. Altro dato imbarazzante: sui derivati, secondo la Consob (commissione di vigilanza su borse e mercati) sono andati tutti in rosso. Tutti, eccetto le banche. Nel dettaglio, l'esposizione nozionale degli istituti di credito, 4.723 miliardi nel 2006, presenta un valore di mercato positivo pari allo 0,9%. Invece per gli Enti Locali, a fronte di una espozione nozionale pari a 13 miliardi, si registra una perdita di valore di mercato quasi speculare pari all 0,8 per cento.I dati sono stati forniti dal direttore generale della Consob, Massimo Tezzon, nel corso di un'audizione in commissione Finanze alla Camera. «Le recenti operazioni di rinegoziazione dei contratti derivati, a seguito di operazioni di ristrutturazione del debito - ha detto Tezzon - prevedono già in partenza condizioni di sfavore per gli Enti locali o implicano l'assunzione di rischi aggiuntivi che fanno sì che la probabilità che gli Enti stessi possano effettivamente beneficiare da tali contratti, in termini di protezione dal rischio di tasso d'interesse, rimase assai remota». «In alcuni casi ancora più estremi - ha aggiunto Tezzon - all'atto della rinegoziazione, nonostante il valore di mercato negativo della posizione originaria, l'intermediario ha riconosciuto alll'Ente una somma di denaro "up-front", rendendo le condizioni contrattuali ancora più penalizzanti per l'Ente, spesso spostando in avanti nel tempo gli oneri collegati a tali condizioni più penalizzanti. Ciò ha aggiunto ulteriori elementi di opacità e di complessità alle rinegoziazioni dei contratti derivati, rendendo oltremodo complessa la verifica della congruità delle condizioni di prezzo».http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2007/10/derivati-consob-enti-locali.shtml?uuid=0159a4a6-86cd-11dc-9f3e-00000e251029&DocRulesView=Libero&area=aperturaJ.B.
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