Nicola De Maria

I mercati finanziari, l'universo investibile, il mio lavoro, la mia passione...

 

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Non me ne vorrà... ma era un articolo che meritava di essere inserito nel blog...

Post n°54 pubblicato il 05 Giugno 2008 da buzz

E venne il giorno di Bernanke Di Saverio Berlinzani
 

Mr Bernanke, il Chairman della Federal Reserve, è un uomo che sembra poter essere tutto meno che il Presidente della più importante Banca Centrale Mondiale, con quella faccia un po così (scriveva Natale Bittanti qualche tempo fa in uno dei suoi ormai famosi report), con quell'espressione che pare avvicinarsi a quella di un Maestro di scuola (senza offesa per carità), la barba che esprime una mitezza e una dolcezza che sembrerebbero non poter appartenere ad una figura, quella del Presidente della Fed, il cui immaginario collettivo lo dipinge come un uomo dall'espressione dura, forte, forse più simile a quella del segretario al Tesoro Usa, Paulson, uomo alto e imponente dalla mascella quadrata.
Ma il nostro eroe, che fino ad oggi per la verità, non aveva mai mostrato un certo carattere, neppure nelle conferenze stampa, dove evidenziava una certa timidezza, ha finalmente preso la decisione di passare all'azione verbale, e non solo a quella dei fatti, dove peraltro si era fin qui espresso concretamente con decisioni forti (l'abbassamento aggressivo dei tassi di interesse per combattere la recessione).
Ieri, per la prima volta, ed è per questo che la data del 3 giugno 2008 la ricorderemo come un momento epocale nella storia del mercato dei cambi, il Presidente ha parlato del dollaro.
Se è vero che non ha detto cose sconvolgenti, è altrettanto vero che la vera novità è rappresentata dal fatto che ha parlato del dollaro (la responsabilità della valuta in America è demandata al Segretario al Tesoro (NYSE: TSO - notizie) ) e del pericolo che la caduta del biglietto verde possa far esplodere l'inflazione, in sostanza quindi ha tracciato la line in the sand oltre la quale non vuole che il dollaro scenda. E, in questo siamo stati buoni profeti, ha sostanzialmente legato il pericolo inflazione globale alla caduta del biglietto verde. Noi da tempo infatti sosteniamo che per combattere l'inflazione globale, c'è una sola cosa da fare e lo abbiamo scritto parecchie volte nelle ultime settimane, ovvero rafforzare il dollaro per eliminare la correlazione perversa dollaro petrolio. Riportiamo però le parole del Presidente: “We are attentive to the implications of changes in the value of the dollar for inflation and inflation expectations” and we are continuing to carefully monitor currency markets developments”. Da oggi quindi abbiamo la sensazione che la grande caduta del dollaro, voluta dall'amministrazione americana (ricordate la decisione del 2002 presa da Bush relativa ai dazi sull'acciaio Europeo ?) sia arrivata alla fine. Da oggi quindi, al di la di correzioni che potrebbero ancora portare i prezzi del biglietto verde verso livelli più bassi (ma solo temporaneamente), cercheremo di trovare livelli dove comprare dollari, perché è chiara la sensazione di una eccessiva sottovalutazione.




Questo non significa che l'economia Usa sia fuori dalla recessione, questo non significa che oggi Trichet non vada a reiterare il fatto che l'Euro rappresenti lo scudo contro la salita delle materie prime, ma lo stesso Noyer ieri ha espresso soddisfazione per le parole di Bernanke, segno che forse l'Euro ha veramente corso troppo. Pertanto la strategia sul dollaro da oggi sarà “buy on dips” perché abbiamo forte la sensazione che questo 3 giugno verrà ricordato negli anni.
Graficamente siamo in piena fase S3 ribassista (per chi conosce le nostre metodologie, per chi non le conosce, lo invitiamo ad iscriversi ad un nostro corso www.salex.it sezione formazione) con obiettivo primario a 1.5340 e 1.5285 precedente minimo.
Inizialmente pensiamo che in quell'area il mercato si fermerà, ma la sensazione che questa volta si possa andare a cercare livelli più bassi è forte e nel caso di violazione di 1.5200 lo scenario è aperto con possibili ritorni in area 1.4500 e 1.4200 nel medio e lungo termine.

 
 
 

Rieccomi

Post n°53 pubblicato il 18 Marzo 2008 da buzz
Foto di buzz

Sapete chi è quest’uomo?

Forse la soluzione alla crisi attuale…

Uno di quelli che appare sulla scena quando per tutti sembra essere arrivati alla fine del mondo e che invece riesce a scovare le opportunità!

Si tratta di Jamie Dimon, l'amministratore delegato di J.P. Morgan Chase, l'unico titolo finanziario che ieri era al rialzo, + 7 per cento.

Quella stessa J.P. Morgan che nel 1907,

quando la Federal Reserve ancora non esisteva,

salvò la finanza americana sotto la leadership dell'omonimo leggendario banchiere.

Oltre a evitare la paralisi sistemica, la Fed e il Tesoro stanno riscrivendo le regole.

Ieri a tarda notte ora italiana, c'e' stato un incontro alla Casa Bianca della «President's Task Force on Financial Markets» guidata da Paulson e Bernanke.

Le indiscrezioni anticipano che ci saranno nuove regole per l'erogazione del credito,

soprattutto quello immobiliare, nuove regole di trasparenza per la creazione di strumenti finanziari e così via.

L'America insomma cambierà nuovamente volto.

Fino alla prossima crisi.

Il salvataggio delle «Savings and Loans» fine anni Ottanta costò 500 miliardi di $.

Il «bail out» di oggi potrebbe costarne 1.000 e oltre ma, come sappiamo, quando si tratta di salvare il salvabile nel libero mercato, le tasche dello Zio Sam possono essere molto profonde.

Grazie a Mario Platero

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Non è necessario?

Post n°52 pubblicato il 13 Febbraio 2008 da buzz
Foto di buzz

Copia incolla per non rischiare di modificare il messaggio originale.....:

Ecofin: Steinbrueck (Germania), taglio tassi non e' necessario

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Bruxelles, 12 feb - L'Eurozona non ha bisogno di stimoli di natura politico-monetaria per sostenere la congiuntura. Lo ha detto il ministro delle Finanze tedesco, Peer Steinbrueck, a margine dell'incontro dell'Ecofin a Bruxelles. "Non e' necessario un taglio dei tassi. La crescita nell'Eurozona e' robusta", ha detto, spiegando di non aver rilevato alcun cambiamento nell'orientamento della Bce nelle dichiarazioni del presidente, Jean-Claude Trichet, alla riunione del G7 finanziario della settimana scorsa a Tokyo.

Signori Peer Steinbrueck mica è un pirla qualunque... è il Ministro delle Finanze Tedesco... eccolo nella foto mentre gioca col quadriciclo (perchè non solo non sà andare in bici, ma neanche sul triciclo) sul balcone di casa dei suoi.

E poi dicono che non devo dire parolacc....

 
 
 

Ma andate a ca..re!!!

Post n°51 pubblicato il 23 Gennaio 2008 da buzz
Foto di buzz

Perdonate lo sfogo ma sono ore che vago di sito in sito alla ricerca di informazioni serie su quello che sta accadendo ai mercati finaziari e non leggo altro che autorevoli pareri che però alla fine si rivelano molto simili a... sciocchezze. A questo punto mi viene voglia di dire la mia... e chissà che non sia più vera delle altre verità lette finora... insomma partiamo da alcune cose che ormai sono sotto gli occhi di tutti...

Chiunque abbia un conto trading oggi sa' che può arrivare a lavorare anche in leva 1 a 1.000... il che significa che si sono ridotti i margini di tolleranza alle perdite... ovvero... ipotizziamo che il margine di tolleranza alle perdite sia pari al -70% sul portafoglio investito, dopo di cui scatta il panic-selling... ebbene fatti sue calcoletti semplici semplici ecco che tutto si è amplificato in maniera esponenziale... (sembra un concetto complesso, ma invece è molto chiaro: se prima investivo 1.000 e comperavo 1.000 per arrivare al panic-selling avevo un margine di errore nell'investimento pari al 70% per cui molto ma molto ampio... oggi con 1.000 compero per 100.000 e mi ritrovo in panic-selling appena dopo un'oscillazione di 0,7%... se compero per 1.000.000 addirittura il margine si riduce a 0,07%... e questa cosa i BIG la tengono in conto...!!!)

Ora arriviamo a quello che sta accadendo sui mercati... vi dicevo... ragionate da ricchezza prodotta a livello mondiale e vedrete che nel 2002 in testa c'erano gli Stati Uniti per cui il risparmio era quasi tutto proveniente da quelle aree e, convogliato prevalentemente attraverso i gestori di patrimoni, investito un pò in tutto il mondo. Avevamo un dollaro poco sotto la pari... per cui non molto difficile per l'americano medio fare il conto... oggi ci troviamo con mercati che hanno dato performance a livello globale molto alte... europa delll'est anche a tre cifre... un dollaro a 1,50... voi, americano medio... cosa fareste? Io venderei... realizzerei il risultato duplice, in valuta prima ed in sottostante poi... porterei i soldini a casa e di lì in poi deciderei sul da farsi... e se invece fossi stato un americano anzichè medio... BIG... avrei cominciato ad alleggerire intorno all'1,47 - 1,48 la quota di azionario... avrei investito il tutto progressivamente in obbligazioni di lungo con i tassi in salita che c'erano che avevano un prezzo di mercato di giorno in giorno più basso... e avrei cominciato ad utilizzare gli interessi/cedole/dividendi percepiti per finanziare l'operazione X. Cosa significa... ebbene prima o poi tutto ciò che sale scende... prima o poi ciò che è salito con le scale scende con l'ascensore... nascerà un momento di incertezza o dubbio e questo con le dovute capacità potrà trasformarsi in crisi prima ed in panico dopo... i mercati crolleranno, le banche centrali saranno costrette a tagliare i tassi (le vecchie obbligazioni a tasso fisso saliranno di prezzo!), la gente fuggirà a gambe levate dall'azionario e piomberà sull'obbligazionario (altro motivo per far salire di prezzo le mie obbligazioni pagate 4 soldi!!!), il dollaro diventerà nuovamente bene rifugio... l'america si riprenderà anche da questa situazione come tutte le altre volte... e chi ne pagherà le conseguenze saranno gli incompetenti del resto del mondo... che si leccheranno le ferite per 2-3 anni prima di tornare a comperare quello che gli altri hanno venduto...

la cosa che mi mette tristezza in tutto questo gioco... è che nessuno ha il coraggio di dire le cose come stanno realmente... si continua a gridare alla calma e a dare le colpe ad un motivo piuttosto che ad un altro... ma nessuno si rende artefice di un cambiamento delle cose... figuriamoci Trichet... figuriamoci la BCE... ecco quindi che o ci si mette nel verso dell'onda come fanno i surfisti oppure si impara a trattenere il fiato per lungo... lunghissimo tempo.

Andate a ....!!!

'notte....

J.B.

domani, se mi va', vi chiarisco meglio dove stiamo andando... e cosa fare per approfittarne.

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Come potevo non pubblicarla...

Post n°50 pubblicato il 10 Gennaio 2008 da buzz

Dal sito dell'(AGI) - Washington, 10 gen. - La Federal Reserve prevede un rallentamento della crescita dell'economia statunitense ma non uno scenario di recessione. Lo ha detto il presidente della banca centrale Usa, Ben Bernanke. "La Fed - ha sottolineato - non prevede al momento la recessione, prevediamo un rallentamento della crescita". Bernanke ha inoltre precisato che gli economisti non sono facilmente in grado di identificare un ciclo di recessione finche' non e' passato.

bel colpo... eh eh eh... sono d'accordo con lui...


 
 
 
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Data di creazione: 11/09/2007
 

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