[..DELIRIO ESISTENZIALE..]

Post n°42 pubblicato il 25 Maggio 2006 da nightfriend84
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«Ma se è tutto qui il male! Nelle parole! Abbiamo tutti dentro un mondo di cose! E come possiamo intenderci, signore, se nelle parole ch’io dico metto il senso e il valore delle cose come sono dentro di me; mentre chi le ascolta, inevitabilmente le assume col senso e col valore che hanno per sé, del mondo com’egli l’ha dentro? Crediamo di intenderci; non c’intendiamo mai!»

[VIDEO]

«Come sopportare in me questo estraneo? Questo estraneo che ero io stesso per me? Come non vederlo? Come non conoscerlo? Come restare per sempre condannato a portarmelo con me, in me, alla vista degli altri e fuori intanto dalla mia?»

 
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Post n°41 pubblicato il 25 Maggio 2006 da nightfriend84
Foto di nightfriend84

In molte ore buie, ho pensato questo:

che Gesù Cristo fu tradito da un bacio.

Ma non posso pensare per te. Tu dovrai decidere

se Giuda Iscariota ebbe Dio al suo fianco.

<< Potranno tagliare tutti i fiori, ma non fermeranno mai la Primavera...

...perché se il fatto se Dio sapesse che l'uomo sarebbe diventato malvagio fosse stato un impedimento alla Sua Creazione,allora Dio avrebbe dichiarato che il male è più forte del Suo amore>> (San Giovanni Damasceno)

In a many dark hour, I've been thinkin' about this:
That Jesus Christ was betrayed by a kiss.

But I can't think for you. You'll have to decide
whether Judas Iscariot had God on his side.

[VIDEO] (WINDOWS MEDIA PLAYER)

[VIDEO] (REAL PLAYER)

[VIDEO] (QUICKTIME PLAYER)

 
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DELLA SOLITUDINE

Post n°40 pubblicato il 24 Aprile 2006 da nightfriend84
Foto di nightfriend84

Le persone solitarie si sentono sole solo in compagnia.

(Weidner)

 

"E buonanotte a tutti i sognatori.
A quelli che la devono far fuori,
a chi c'ha il mondo sempre più lontano
perché ha vissuto sempre contromano,
a chi non butta via la notte coi pensieri.

A quelli che una coppia è gia una folla
e dicono che il cielo sia una balla,
a quelli che da soli ci stan stretti
e pensano che il cielo sia di tutti.
A lui e lei che stanno insieme solo con la colla.

A chi decide di ammazzare il tempo
e il tempo invece servirebbe vivo,
a chi sta in giro perché non ha scelta
perché comunque il sonno non arriva,
a quelli che ogni notte puoi giurarci son presenti.

E buonanotte a chi la sa godere.
A quelli che han bisogno di star male,
a chi ha paura di restare fermo
e sogna un po' più forte quando è sveglio,
a quelli che non hanno mai saputo dove andare."

(LIGABUE)

 
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UNA CANZONE CHE...

Post n°39 pubblicato il 22 Aprile 2006 da nightfriend84

  • Mi ricorda la mia infanzia: "Acido" (Prozac+)
  • Mi ricorda l'adolescenza: "Il Funkytarro" (Articolo 31) – "Gente che spera" (Articolo 31) e tante altre…
  • Mi ricordano i tempi della scuola: "Zombie" ( Cranberries)
  • Mi ricorda il primo bacio: proprio nessuna.

  • Mi ricorda il mio primo Amore: “My heart will go on” (Celine Dion)

  • Dedicherei alla persona che Amo: “Creep” (Radiohead)

  • Vorrei mi dedicasse la persona che Amo: non saprei… ma solo un suo bacio sarebbe la canzone + bella…

  • Dedicherei al mio migliore amico: e ke ne so? Vediamo un po’…“Gente che spera” (Articolo 31)

  • Dedicherei alla mia migliore amica: mah… magari “The kiss” (The Cure)

  • Ballerei con chi Amo: "Since I Don’t Have You" (Guns’N’Roses)

  • Ascolterei per fare l'amore: beh, dipende, se abbiamo poco tempo, “Song two” (Blur) o “Smooth Criminal” (Alien Ant Farm)… se poi c’è anke tutto il tempo x i preliminari, comincerei con “Unchained Melody” o “Everything I do...I do it for you” (Bryan Adams)

  • Mi rilassa: “The Sound Of Silence” (Simon & Garfunkel)

  • Canto sotto la doccia: beh, di tutto… ma ho notato ke la + frequente è “Il mio nome è mai più” (Ligabue-Jovanotti-Pelù)

  • Mi ricorda le serate fra amici: oddio, quando sono con loro mi tocca ascoltare sempre reggae e house..! Se ogni volta non mi ricordassi di portarmi dietro qualke mio CD a quest’ora sarei già fottuto da tempo!

  • Un ballo scatenato: Non ho mai saputo com’è il titolo, comunque, è la colonna sonora del mio film preferito “Pulp Fiction” ...ma mi sentirei un'idiota a farlo davvero… xciò prima dovrei bere un po’..

  • Ascolto in un lungo viaggio: allora, su questo ho un mio “sistema”. Mi spiego, in auto ascolto praticamente tutti i miei CD che mi sono appositamente masterizzato con le mie canzoni preferite, ed il loro criterio di scelta d ascolto varia in base al momento: se è giorno, se è notte, se voglio correre, se devo andare piano, se voglio compagnia, se ho sonno, se son desto, ecc…

  • Vorrei che suonassero al mio matrimonio in Chiesa: xkè? Mi sposerò? Credo proprio di no. Comunque, nel caso accadesse un miracolo, non si sa mai: sacra “Vieni e seguimi” – profana.. boh? Magari se i miei amici volessero fare una buffonata all'uscita della Chiesa potrebbero mettere "Whe are the Champions" (Queen)

  • Dedicherei ad un figlio: forse non avrò mai figli, solo proseliti. Comunque, “La cura” (Battiato)

  • Vorrei ke mi dedicassero al mio funerale: su questo non ho preferenze.. lascio fare ai presenti. Però avrei io una canzone da dedicare a tutti i presenti del mio funerale “Don’t Cry” (Guns’N’Roses) con tanto di epigrafe con la traduzione del brano sulla mia tomba.

  • E' la bonus track della vita: mah… così, su due piedi, non saprei, mi verrebbe da dire “Time” (Pink Floyd).. o “Knockin’On Heaven’s Door” (Guns’N’Roses)… ma ce ne sono tante altre…

 
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DIALOGHI...

Post n°38 pubblicato il 22 Aprile 2006 da nightfriend84
Foto di nightfriend84

Ho un problema che non riesco a spiegare.
non c'è ragione per cui debba essere così semplice,
non ho domande, ma sicuramente ho delle scuse.
Non so la ragione per cui debba sentirmi così confuso

Io so come mi sento quando ti sto vicino
Io non so come mi sento quando ti sto vicino,
Io so come mi sento quando ti sto vicino
Io non so come mi sento quando ti sto vicino,
Vicino, vicino, vicino...

I have a problem that I cannot explain.
I have no reason why it should have been so plain,
have no questions but I sure have excuse.
I lack the reason why I should be so confused,

I know, how I feel when I'm around you,
I don't know, how I feel when I'm around you,
I know, how I feel when I'm around you,
I don't know, how I feel when I'm around you,
Around you, Around you, Around you...

(System Of A Down - Roulette)

 
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DELLA VITA

Post n°35 pubblicato il 29 Marzo 2006 da nightfriend84
Foto di nightfriend84

Sono l'elefante …e non ci passo,
mi trascino lento il peso addosso.
Vivo la vergogna e mangio da solo

e non sai che dolore sognare per chi non può mai.

Sono l'elefante e mi nascondo
ma non c'e' rifugio così profondo.
Io non so scappare…che pena mostrarmi così
al tuo sguardo che amo e che ride di me.

Una farfalla sei…leggera e libera su me,
mai…non ti raggiungerò mai,
mi spezzi il cuore e te ne vai lassù.

Sono l'elefante…che posso fare
Inchiodato al suolo e a questo amore?
Provo ad inseguirti ma cado e rimango così,
non puoi neanche aiutarmi, ti prego vai via.

Una farfalla tu sei…leggera e libera su me,
mai…non ti raggiungerò mai,
mi spezzi il cuore e te ne vai da me.


Dentro di me…ho un cuore di farfalla
e non potrai vedere mai quanto lui ti assomiglia.

Dentro di me, ho un cuore di farfalla.

 
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DELLA VITA...mortale

Post n°34 pubblicato il 29 Marzo 2006 da nightfriend84
Foto di nightfriend84

<---

 
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PAROLE MIE...MA NON MIE:

Post n°33 pubblicato il 27 Marzo 2006 da nightfriend84
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Osservate con quanta previdenza la natura,
madre del genere umano,
ebbe cura di spargere ovunque un pizzico di follia.

Infuse nell’uomo più passione che ragione
perché fosse tutto meno triste, difficile, brutto, insipido, fastidioso.

Se i mortali si guardassero da qualsiasi rapporto con la saggezza, la vecchiaia neppure ci sarebbe.

Se solo fossero più fatui, allegri e dissennati godrebbero felici di un’eterna giovinezza.

La vita umana non è altro che un gioco della follia.

(ERASMO DA ROTTERDAM)

...Tanta gente non lo sa

e dunque se ne cruccia:

la vita la butta via

e mangia solo la buccia.

(Gianni Rodari - I bravi signori)

 
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DIALOGHI...

Post n°32 pubblicato il 22 Marzo 2006 da nightfriend84
Foto di nightfriend84

Un giorno così malinconico,
ed è mio,
il giorno in assoluto più malinconico della mia vita.
Un giorno così malinconico
dovrebbe essere bandito.
E' un giorno che non riesco a sopportare.

Il giorno in assoluto più malinconico della mia vita.
Il giorno in assoluto più malinconico della mia vita.

Un giorno così malinconico,
Non dovrebbe esistere.
E' un giorno di cui non sentirò mai la mancanza.
Un giorno così malinconico,
ed è mio.
Il giorno in assoluto più malinconico della mia vita.

E se te ne vai,
voglio andarmene con te.
E se tu muori,
io voglio morire con te.
Prendere la tua mano e andarcene via.

Il giorno in assoluto più malinconico della mia vita.
Il giorno in assoluto più malinconico della mia vita.
Il giorno in assoluto più malinconico della mia vita.

Un giorno così malinconico.
Ed è mio.
E' un giorno a cui sono contento di essere sopravvissuto.

(Ed io lessi questa scritta:"QUANDO L'AMORE VUOLE PARLARE, LA RAGIONE DEVE TACERE")

Such a lonely day,
And it’s mine,
The most loneliest day of my life.
Such a lonely day,
Should be banned
It’s a day that I can’t stand.

The most loneliest day of my life.
The most loneliest day of my life.

Such a lonely day,
Shouldn’t exist.
It’s a day that ill never miss.
Such a lonely day,
And it’s mine.
The most loneliest day of my life.

And if you go,
I wanna go with you.
And if you die,
I wanna die with you.
Take your hand and walk away.

The most loneliest day of my life.
The most loneliest day of my life.
The most loneliest day of my life.

Such a lonely day.
And it’s mine.
It’s a day im glad I survive.

(System Of A Down - Lonely Day)

 
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DELL'AMORE

Post n°31 pubblicato il 11 Marzo 2006 da nightfriend84
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E' proprio vero. Dietro ognuno di noi c'è sempre qualcun'altro che per noi alza gli occhi al Cielo.

(...)

 
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Post N° 30

Post n°30 pubblicato il 10 Marzo 2006 da nightfriend84

Così vicino, non importa fin dove,

non potrebbe essere molto più lontano dal cuore,

dobbiamo sempre credere in chi siamo…

E non importa nient’altro…

Non mi sono mai aperto in questo modo,

la vita è nostra, la viviamo a modo nostro,

non è tanto per dire tutte queste parole…

E non importa nient’altro…

Fidati, io cerco e trovo in te,

ogni giorno per noi è qualcosa di nuovo,

mente aperta per un modo diverso di vedere le cose...

E non importa nient’altro…

Non mi è mai importato di quello che fanno,

non mi è mai importato di quello che sanno.

Ma io so.

Così vicino, non importa fin dove,

non potrebbe essere molto più lontano dal cuore,

dobbiamo sempre credere in chi siamo…

E non importa nient’altro…

Non mi è mai importato di quello che fanno,

non mi è mai importato di quello che sanno.

Ma io so.

Non mi sono mai aperto in questo modo,

la vita è nostra, la viviamo a modo nostro,

non è tanto per dire tutte queste parole…

E non importa nient’altro…

Fidati, io cerco e trovo in te,

ogni giorno per noi è qualcosa di nuovo,

mente aperta per un modo diverso di vedere le cose...

E non importa nient’altro…

Non mi è mai importato di quello che dicono,

non mi è mai importato dei giochi che fanno,

non mi è mai importato di quello che fanno,

non mi è mai importato di quello che sanno…

Ma io so…

Così vicino, non importa fin dove,

non potrebbe essere molto più lontano dal cuore,

dobbiamo sempre credere in chi siamo…

No, non importa nient’altro.

(Ed io lessi questa scritta:"AMA. E FA CIO' CHE VUOI")

So close no matter how far,
couldn't be much more from the heart,
forever trusting who we are…
And nothing else matters…

Never opened myself this way,
life is ours, we live it our way,
all these words I don't just say…
And nothing else matters…

Trust, I seek and I find in you,
every day for us something new,
open mind for a different view…
And nothing else matters…

Never cared for what they do.
Never cared for what they know.
But I know.

So close no matter how far,
it couldn't be much more from the heart,
forever trusting who we are…
And nothing else matters…

Never cared for what they do.
Never cared for what they know.
But I know.

I never opened myself this way,
life is ours, we live it our way,
all these words I don't just say…
And nothing else matters…

Trust I seek and I find in you,
every day for us something new,
open mind for a different view…
And nothing else matters…

Never cared for what they say,
never cared for games they play,
never cared for what they do,
never cared for what they know…
And I know…

So close no matter how far,
couldn't be much more from the heart,
Forever trusting who we are…
No, nothing else matters.

(Metallica - Nothing else matters)

 
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Post N° 29

Post n°29 pubblicato il 01 Marzo 2006 da nightfriend84
Foto di nightfriend84

[ASCOLTA]

Salve oscurità, mia vecchia amica,

ho ripreso a parlarti ancora,

perché una visione che fa dolcemente rabbrividire,

ha lasciato in me i suoi semi mentre dormivo...

È la visione che è stata piantata nel mio cervello,

Ancora persiste...Nel suono del silenzio.

Nei sogni agitati io camminavo solo,

attraverso strade strette e ciottolose,

nell’alone della luce dei lampioni,

sollevando il bavero contro il freddo e l’umidità,

Quando i miei occhi furono colpiti dal flash di una luce al neon,

Che attraversò la notte...

E toccò il suono del silenzio...

 

E nella luce pura vidi migliaia di persone, o forse più,

persone che parlavano senza emettere suoni,

persone che ascoltavano senza udire,

persone che scrivevano canzoni che le voci non avrebbero mai cantato...

E nessuno osava...

Disturbare il suono del silenzio...

 

“Stupidi” io dissi, “Voi non sapete

che il silenzio cresce come un cancro.

Ascoltate le parole che io posso insegnarvi,

aggrappatevi alle mie braccia che io posso raggiungervi”,

ma le mie parole caddero come gocce di pioggia,

e riecheggiarono...

Nei pozzi del silenzio...

 

E la gente si inchinava e pregava,

al Dio neon che aveva creato.

E l’insegna proiettò il suo avvertimento,

tra le parole che stava delineando.

E l’insegna disse: “Le parole dei profeti

sono scritte sui muri delle metropolitane

e sui muri delle case popolari”...

E sussurrò nel suono del silenzio...

(Ed io lessi questa scritta:"UN GIORNO LA DEA RAGIONE SI INGINOCCHIERA' DAVANTI ALLA CROCE")

Hello darkness, my old friend,
I've come to talk with you again,
Because a vision softly creeping,
Left its seeds while I was sleeping...
And the vision that was planted in my brain,
Still remains...
Within the sound of silence...

In restless dreams I walked alone,
Narrow streets of cobblestone,
'Neath the halo of a street lamp,
I turn my collar to the cold and damp,
When my eyes were stabbed by the flash of a neon light,
That split the night...
And touched the sound of silence...

And in the naked light I saw,
Ten thousand people maybe more,
People talking without speaking,
People hearing without listening,
People writing songs that voices never shared...
No one dared...
Disturb the sound of silence...

"Fools", said I, "you don't know,
Silence like a cancer grows,
Hear my words that I might teach you,
Take my arms that I might reach you"
But my words like silent raindrops fell,
And echoed in the wells of silence...

And the people bowed and prayed,
To the neon god they made,
And the sign flashed out its warning,
In the words that it was forming,
And the sign said "The words of the prophets are written on the subway walls,
And tenement halls...
And whispered in the sound of silence...

(Simon & Garfunkel - The sound of silence)

 
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BEVENDO DA SOLO SOTTO LA LUNA

Post n°27 pubblicato il 16 Febbraio 2006 da nightfriend84
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Tra i fiori una brocca di vino,

io solo, senza un amico con me.

Ma levo il bicchiere, e invito la luna,
poi tocca alla mia ombra: e siamo tre.

Luna che bere non sai,
ombra che per natura segui il mio corpo.

Ora questa è la compagnia, la luna e l'ombra che dà,
e sono lieto fin ch'è primavera.

Se canto vaga la luna su e giù,
se danzo balza l'ombra confusa.

Finché il senno è desto, tutti lega scambievole gioia,
poi, gravato d'ebbrezza, ciascuno vuole andare diviso…

Ma eternamente voi mi accompagnate nel mio vagare senza Sentimento.                                                                                                                    Insieme, nell'ora, ci ritroveremo lontano nel Fiume delle Stelle.

Li Po

 
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DELLA MORTE

Post n°24 pubblicato il 14 Febbraio 2006 da nightfriend84
Foto di nightfriend84

Sapere il giorno della propria morte:

triste destino,

per chi ormai è abituato a vivere,

e vede il triste evento ormai vicino.

Sapere il giorno della propria morte:

per farci cosa?

Per vivere nell’angoscia del tempo che passa,

e morir piangendo per ogni giorno sprecato a iosa?

Sapere il giorno della propria morte:

perché molti credono che saperlo sia un bene,

ma se c’è una cosa bella della morte,

sta proprio nell’ignorare la triste attesa con le sue relative pene.

Sapere il giorno della propria morte:

c’è chi pagherebbe per volerlo,

e c’è chi lo potrebbe sapere, ma ipoteca la propria vita,

pur di non voler affatto saperlo.

Sapere il giorno della propria morte:

perché molti credono che li aspetti il paradiso e che sia bello,

ma gli stessi che lo dicono,

finiscono nel fare di tutto per rinviar il giorno di vederlo.

Sapere il giorno della propria morte:

sarebbe morire nel giorno stabilito,

ma se si dicesse a chi la vita ce l’ha donata,

loro morirebbero molto prima: in quello in cui l’hanno udito.

Sapere il giorno della propria morte:

io il mio potrei saperlo, non ho paura della morte: è solo un passo,

ma ho deciso di non saperlo non solo per tutto questo,

ma perché ho paura del trapasso.

(..."momento di lucidità"...)

 
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ALLA SERA

Post n°15 pubblicato il 15 Novembre 2005 da nightfriend84
Foto di nightfriend84

Forse perché della fatal quiete
tu sei l'immago, a me si cara vieni,
o Sera! E quando ti corteggian liete
le nubi estive e i zeffiri sereni,

e quando dal nevoso aere inquiete
tenebre e lunghe all'universo meni,
sempre scendi invocata, e le secrete
vie del mio cor soavemente tieni.

Vagar mi fai co'miei pensier su l'orme
che vanno al nulla eterno; e intanto fugge
questo reo tempo, e van con lui le torme


delle cure onde meco egli si strugge;
e mentre guardo la tua pace, dorme
quello spirto guerrier ch'entro mi rugge.

(U. Foscolo)

 
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"IL CAMMINO DELL'UOMO TIMORATO...

Post n°5 pubblicato il 10 Novembre 2005 da nightfriend84
Foto di nightfriend84

...è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi.

Benedetto sia colui che nel nome della carità e della buona volontà conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre, perchè egli è in verità il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti;

E la mia giustizia calerà con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che proveranno ad ammorbare ed infine a distruggere i miei fratelli.

E tu saprai che il mio nome è quello del Signore, quando farò calare la mia vendetta sopra di te." Ezechiele 25,17 (PULP FICTION)

 
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DIALOGHI...

Post n°1 pubblicato il 26 Ottobre 2005 da nightfriend84
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PLATONE: “Paragona la nostra natura, per quanto concerne l'educazione e la mancanza di educazione, a un caso di questo genere: Pensa a uomini chiusi in una specie di caverna sotterranea, che abbia l'ingresso aperto alla luce per tutta la lunghezza dell'antro; essi vi stanno fin da bambini incatenati alle gambe e al collo, così da restare immobili e guardare solo in avanti, non potendo ruotare il capo per via della catena. Dietro di loro, alta e lontana, brilla la luce di un fuoco, e tra il fuoco e i prigionieri corre una strada in salita, lungo la quale immagina che sia stato costruito un muricciolo, come i paraventi sopra i quali i burattinai, celati al pubblico, mettono in scena i loro spettacoli».

GLAUCONE: «Li vedo»

PLATONE: «Immagina allora degli uomini, che portano lungo questo muricciolo oggetti d'ogni genere sporgenti dal margine, e statue e altre immagini in pietra e in legno delle più diverse fogge; alcuni portatori, com'è naturale, parlano, altri tacciono»

GLAUCONE: «Che strana visione, e che strani prigionieri!».

PLATONE: «Simili a noi, innanzitutto, credi che tali uomini abbiano visto di se stessi e dei compagni qualcos'altro che le ombre proiettate dal fuoco sulla parete della caverna di fronte a loro?»

GLAUCONE: «E come potrebbero, se sono stati costretti per tutta la vita a tenere il capo immobile?»

PLATONE: «E per gli oggetti trasportati non è la stessa cosa?»

GLAUCONE: «Sicuro!».

PLATONE: «Se dunque potessero parlare tra loro, non pensi che prenderebbero per reali le cose che vedono?»

GLAUCONE: «è inevitabile!».

PLATONE: «E se nel carcere ci fosse anche un'eco proveniente dalla parete opposta? Ogni volta che uno dei passanti si mettesse a parlare, non credi che essi attribuirebbero quelle parole all'ombra che passa?»

GLAUCONE: «Certo!».

PLATONE: «Allora, per questi uomini la verità non può essere altro che le ombre degli oggetti».

GLAUCONE: «è del tutto inevitabile»

PLATONE: «Considera dunque, come potrebbero liberarsi e guarire dalle catene e dall'ignoranza, se capitasse loro naturalmente un caso come questo: qualora un prigioniero venisse liberato e costretto d'un tratto ad alzarsi, volgere il collo, camminare e guardare verso la luce, e nel fare tutto ciò soffrisse e per l'abbaglio fosse incapace di scorgere quelle cose di cui prima vedeva le ombre, come credi che reagirebbe se uno gli dicesse che prima vedeva vane apparenze, mentre ora vede qualcosa di più vicino alla realtà e di più vero, perché il suo sguardo è rivolto a oggetti più reali, e inoltre, mostrandogli ciascuno degli oggetti che passano, lo costringesse con alcune domande a rispondere che cos'è? Non credi che si troverebbe in difficoltà e riterrebbe le cose viste prima più vere di quelle che gli vengono mostrate adesso?»

GLAUCONE: «E di molto!»

PLATONE: «E se fosse costretto a guardare proprio verso la luce, non gli farebbero male gli occhi e non fuggirebbe, voltandosi indietro verso gli oggetti che può vedere e considerandoli realmente più chiari di quelli che gli vengono mostrati?»

GLAUCONE: «è così»

PLATONE: «E se qualcuno lo trascinasse a forza da lì su per la salita aspra e ripida, e non lo lasciasse prima di averlo condotto alla luce del sole, proverebbe dolore e rabbia a essere trascinato, e una volta giunto alla luce, con gli occhi accecati dal bagliore, non potrebbe vedere neppure uno degli oggetti che ora chiamiamo veri?»

GLAUCONE: «No, non potrebbe, almeno, non tutto ad un tratto», rispose.

PLATONE: «Se volesse vedere gli oggetti che stanno di sopra avrebbe bisogno di abituarvisi, credo. Innanzitutto discernerebbe con la massima facilità le ombre, poi le immagini degli uomini e degli altri oggetti riflesse nell'acqua, infine le cose reali; in seguito gli sarebbe più facile osservare di notte i corpi celesti e il cielo, alla luce delle stelle e della luna, che di giorno il sole e la luce solare».

GLAUCONE: «Come no? »

PLATONE: «Per ultimo, credo, potrebbe contemplare il sole, non la sua immagine riflessa nell'acqua o in una
superficie non propria, ma così com'è nella sua realtà e nella sua sede».

GLAUCONE: «Per forza»

PLATONE: «In seguito, potrebbe dedurre che è il sole a regolare le stagioni e gli anni e a governare tutto quanto è nel mondo visibile, e che in qualche modo esso è causa di tutto ciò che i prigionieri vedevano».

GLAUCONE: «è chiaro che, dopo quelle esperienze, arriverà a queste conclusioni».

PLATONE: «E allora, credi che lui, ricordandosi della sua prima dimora, della sapienza di laggiù e dei vecchi compagni di prigionia, non si riterrebbe fortunato per il mutamento di condizione e non avrebbe compassione di loro?»

GLAUCONE: «Certamente».

PLATONE: «E se tra i prigionieri si scambiavano onori, elogi e premi, riservati a chi discernesse più acutamente gli oggetti che passavano e si ricordasse meglio quali di loro erano soliti venire per primi, quali per ultimi e quali assieme, e in base a ciò indovinasse con la più grande abilità quello che stava per arrivare, ti sembra che egli ne proverebbe desiderio ed invidierebbe chi tra loro fosse onorato e potente? o si troverebbe nella condizione descritta da Omero e vorrebbe ardentemente "lavorare a salario per un altro, pur senza risorse" e patire qualsiasi sofferenza piuttosto che fissarsi in quelle congetture e vivere in quel modo?»

GLAUCONE: «Io penso che accetterebbe di patire ogni genere di sofferenze piuttosto che vivere in quel
modo»

PLATONE: «E considera anche questo: se quell'uomo scendesse di nuovo a sedersi al suo posto, i suoi occhi non sarebbero pieni di oscurità, arrivando all'improvviso dal sole? (E certamente non è breve il tempo che passa affinché gli occhi che erano nella luce si abituino alle tenebre)»

GLAUCONE: «Certamente»

PLATONE: «E se dovesse di nuovo valutare quelle ombre e gareggiare con i compagni rimasti sempre prigionieri prima che i suoi occhi, ancora deboli, si ristabiliscano, e gli occorresse non poco tempo per riacquistare l'abitudine, non farebbe ridere e non si direbbe di lui che torna dalla sua ascesa con gli occhi rovinati e che non vale neanche la pena di provare a salire? E non ucciderebbero chi tentasse di liberarli e di condurli su, se mai potessero averlo tra le mani, ed ucciderlo?»

GLAUCONE: “Sì. Così farebbero!”

PLATONE: «Questa similitudine, caro Glaucone, dev'essere interamente applicata a quanto detto prima: il mondo che ci appare attraverso la vista va paragonato alla dimora del carcere, la luce del fuoco che qui risplende all'azione del sole; se poi consideri la salita e la contemplazione delle realtà superiori come l'ascesa dell'anima verso il mondo intelligibile, non ti discosterai molto dalla mia opinione, dal momento che desideri conoscerla. Lo saprà un dio se essa è vera. Questo è dunque il mio parere: l'idea del bene è il limite estremo del mondo intellegibile e si discerne a fatica, ma quando la si è vista bisogna dedurre che essa è per tutti causa di tutto ciò che è giusto e bello: nel mondo visibile ha generato la luce e il suo signore, in quello intelligibile essa stessa, da sovrana, elargisce verità e intelletto, e chi vuole avere una condotta saggia sia in privato sia in pubblico deve contemplare questa idea».

GLAUCONE: «Sono d'accordo con te, nei limiti delle mie facoltà».

PLAUTONE: «Allora, condividi anche questo punto e non meravigliarti che chi è giunto fin qui non voglia occuparsi delle faccende umane, ma la sua anima tenda sempre a dimorare in alto; ciò è ragionevole, se la similitudine fatta prima è ancora valida».

GLAUCONE: «Sì , è ragionevole»

PLATONE: «Ebbene, credi che ci sia qualcosa di strano se uno, passando dagli spettacoli divini alle cose umane, fa delle brutte figure e appare del tutto ridicolo, in quanto si muove a tentoni e prima di essersi ben abituato all'oscurità di quaggiù è costretto a difendersi nei tribunali o altrove dalle ombre della giustizia o dalle immagini che queste ombre proiettano, e a contestare il modo in cui esse sono interpretate da coloro che non hanno mai veduto la giustizia in sé?»

GLAUCONE: «No, non è affatto strano"

PLATONE: «Ma una persona assennata», ripresi, «si ricorderebbe che i disturbi agli occhi sono di due tipi e duplice è la loro causa: il passaggio dalla luce all'oscurità e dall'oscurità alla luce.
Considerando che la stessa cosa accade all'anima, qualora ne vedesse una turbata e incapace di vedere non riderebbe sconsideratamente, ma esaminerebbe se è ottenebrata dalla mancanza d'abitudine perché proviene da una vita più luminosa, o è rimasta abbagliata da una luce più splendida perché procede verso una vita più luminosa da una maggiore ignoranza, e allora stimerebbe felice l'una per ciò che prova e per la vita che conduce, e avrebbe compassione dell'altra; e quand'anche volesse ridere di questa, il suo riso riuscirebbe meno inopportuno che se fosse riservato all'anima proveniente dall'alto, alla luce».

GLAUCONE: «Hai proprio ragione!»

PLATONE: «Se questo è vero, dobbiamo concludere che l'educazione non è come la definiscono certuni che si professano filosofi. Essi sostengono di instillare la scienza nell'anima che non la possiede, quasi infondessero la vista in occhi che non vedono»

GLAUCONE: «In effetti sostengono questo»

PLATONE: «Ma il discorso attuale, rivela che questa facoltà insita nell'anima di ciascuno e l'organo che permette di apprendere devono essere distolti dal divenire assieme a tutta l'anima, così come l'occhio non può volgersi dalla tenebra alla luce se non assieme all'intero corpo, finché non risultino capaci di reggere alla contemplazione dell'essere e della sua parte più splendente; questo, secondo noi, è il bene. O no?»

GLAUCONE: «Sì»

PLATONE: «Può quindi esistere, un'arte della conversione, che insegni il modo più facile ed efficace di girare quell'organo. Non si tratta di infondervi la vista, bensì , presupponendo che l'abbia, ma che non sia rivolto nella giusta direzione e non guardi là dove dovrebbe, di adoperarsi per orientarlo da questa parte».

GLAUCONE: «Pare di sì"

PLATONE: «Pertanto le altre cosiddette virtù dell'anima sono probabilmente vicine a quelle del corpo: in effetti, se all'inizio mancano, è facile che poi vengano infuse con l'abitudine e l'esercizio. Invece la virtù dell'intelletto, a quanto pare, riguarda più d'ogni altra un qualcosa di più divino, che non perde mai il suo potere e per effetto della conversione diventa utile e giovevole o viceversa inutile e dannoso. Non hai ancora notato come l'animuccia di quelli che sono considerati malvagi, ma in gamba, abbia uno sguardo penetrante e discerna con acutezza ciò a cui si rivolge, poiché la sua vista non è scarsa, ma è costretta a servire la malvagità, al punto che quanto più acutamente vede, tanto maggiori sono i mali che produce?»

GLAUCONE: «Proprio così»

PLATONE: «Tuttavia, se a una natura simile fossero amputati sin dall'infanzia quella sorta di pesi di piombo congeniti al divenire, che si attaccano a lei con i cibi, i piaceri della gola e le leccornie e torcono la vista dell'anima verso il basso; se, liberatasi di essi, si convertisse alla verità, la stessa natura di queste persone vedrebbe la realtà con la massima acutezza, come vede ciò cui ora è rivolta».

GLAUCONE: «è logico».

 
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