spleen

Sabra e Chatila 25 anni dopo.


Ricorre oggi, nella crescente indifferenza, il 25° anniversario della terribile strage dei palestinesi di Sabra e Chatila. Duemila abitanti palestinesi e libanesi dei campi di Sabra e Chatila, alla periferia di Beirut, vennero massacrati dal 16 al 18 settembre del 1982 da miliziani delle forze filo-israeliane, sotto la supervisione e con il sostegno logistico dell'esercito di Tel Aviv che aveva occupato da poche ore Beirut ovest. Pochi giorni prima le forze multinazionali che avrebbero dovuto difendere i campi profughi dopo la partenza da Beirut dei fedayin palestinesi e far rispettare l'impegno israeliano a non entrare nella parte occidentale della città assediata dal giugno precedente, si erano prematuramente ritirate. A 25 anni di distanza non solamente nessuno ha pagato ma le vittime dell'eccidio ancora non hanno ricevuto una degna sepoltura. Di quasi mille corpi non si è saputo più nulla. La più grande e nota delle fosse comuni, situata all'ingresso del campo di Chatila, a pochi passi dall'ambasciata del Kuwait, è ridotta ad uno squallido campo polveroso nel quale vengono gettate le immondizie di un vicino mercato e detriti di ogni genere. Non una lapide, un segno che ricordi la presenza delle fosse comuni, che inviti al loro rispetto La cerimonia si svolge in un clima disperato di dolore e impotenza. Dolore per tutti i padri, i figli e i mariti che sono morti nel 1982, impotenza per il fatto che nessuno, 25 anni dopo, ha ancora pagato per i civili inermi massacrati nel campo profughi palestinese.