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LA VACANZA - 1 E 2


SabatoPrima tappa, Bologna.A. sveglia il fratello con il grido:  "F. sveglia! Dobbiamo andare a vedere nuovi mondi!"Il nostro mini viaggio è cominciato con un fuori programma.Avevo mandato un sms alla bionda. Forse qualcuno di voi la ricorderà, la mitica ex collega bolognese, protagonista di miei vecchi post.Le avevo scritto: "Andiamo in Toscana, se passiamo da Bologna ci vediamo per un caffè?"E lei: "Ma sei matta! Stella, ma lo sai dove vieni? In Emilia, dove si mangia, si beve e si balla! E gli amici sono sacri! E allora devi venire a pranzo a casa mia e non se ne parla più!"Di mangiare, abbiamo mangiato: mousse di mortadella su tris di pane, tortellini in brodo, tagliatelle al ragù, arrosto con patate al forno, torta al cocco e cioccolato.Tutto rigorosamente fatto in casa."Parlo solo due minuti di lavoro", diceva ogni cinque minuti e così, com'era ovvio, abbiamo monopolizzato la conversazione.A parte la vera gioia di aver incontrato lei, sono contenta di non lavorare più in azienda. Nonostante tutto.Attraversiamo Appennini zebrati, tra neve e nebbia.
In terra toscana ci accoglie il sole, a illuminare facciate e persiane.
A far brillare l'acqua tra i sassi.Una ragazza ci accompagna alla "nostra" dimora.Dopo circa un chilometro di stradina sterrata, larga poco più dell'auto, con un fianco di terra scosceso a destra e il burrone a sinistra, compare un ponticino in legno.Ancora terra, erba e acqua e poi il mulino.Che meraviglia!
Un vecchio mulino per castagne, ristrutturato dal proprietario e da suo figlio nel 1999.Il pavimento in pietra, il camino, la cucina in muratura, le camere con i letti di ferro battuto, la campanellina di bronzo all'ingresso per suonare.Andiamo alla scoperta degli angoli segreti di questa casa che abiterei volentieri per sei mesi l'anno.
Mio figlio dice: "Non ci sono giochi, ma che fa? Accendiamo il camino mamma?"Preparo la cena, mio marito legge un romanzo inglese dimenticato da chissà chi, i bimbi si riscaldano e si raccontano storie.
DomenicaImmediata al risveglio la voglia di scoprire tutto quello che c'è fuori la casa.
Si corre, si guardano piante, ci si ferma ad ascoltare il gorgogliare dell'acqua.
Uno stecco con granelli di zucchero di canna va succhiato con la dovuta calma.Un rametto di pino chissà cosa può diventare.
E' bello riassaporare la serenità, respirare finalmente.Un saluto al ponte antico e ai cavalli.
Poi veloci, troppo, per Firenze.Arriviamo in anticipo sull'appuntamento, così ci concediamo una pausa brioche in un bar.Quando incontri qualcuno che frequenti sul blog e del quale apprezzi il pensiero, è come conoscerlo da sempre.Così è con Cate e Sandro.Una simpatia immediata.Il caffè ci riscalda e ci rilassa, i sorrisi non mancano, una palla gialla invita al gioco i mostri.
Firenze è sempre bellissima, anche vista di sfuggita dal piazzale Michelangelo.
Cate ci fa da Cicerone, F. ascolta.Tante foto ricordo, le più belle le potete vedere sul suo blog.
Poi pranzetto lì vicino, a ridere del menù che festeggia l'occasione.I preliminari … la prima  … la seconda (se ce la fai).Io prendo un risotto geloso, mio marito una tagliata alla "stasera pago io ma dopo me la dai".F. si diverte a decodificare simboli sulla carta: "Mamma qui c'è scritto pesto e qui pizza."A. mangia tutto il suo prosciutto e farfalline al salmone.Peccato sia già finito il tempo per stare insieme.Ci sarà un'altra occasione, promesso!Due giri in bicicletta sulla stradina di ciottoli, ancora pasta per cena.A guardare il fuoco che scoppietta, a tentare di tagliar legna con una paletta e poi tutti a nanna.
E ancora ci aspettano due giornate, ma di queste parlerò la prossima volta
  E oggi sono sedici anni insieme