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IL CASO NON ESISTE


 
GIOCO LETTERARIO - Promosso da BOB SAINT CLAIR - Cliccate per giocare anche voiAbito in questo paese straniero da un paio di mesi.Non conosco nessuno, nessuno conosce me.Lo attraverso, dieci minuti a piedi a volerlo fare tutto, come un'aliena.Un ectoplasma, al di fuori del corpo e lontana dalla mente.E' una forma di difesa.Se dovessi pensare a come sono andate veramente le cose, al perché mi trovo qui, non credo resisterei a lungo alla tentazione di fuga.O magari a quella di farla finita.Un bel volo da un ponte e posso cancellare tutti i problemi in un attimo.Comincia a far freddo.La nebbia avvolge ogni cosa e lascia addosso una sensazione umida che taglia le ossa fino al midollo.Ripenso per un solo istante a ciò che non potrà più tornare.Mi scaldo al sole virtuale della mia spiaggia, salvata nella mente come un file.E' lo stesso ricordo al quale mi abbandonavo mentre l'aspettavo.Quando tentavo di rilassarmi, di vincere i dolori del travaglio, tornavo con la mente a quella spiaggia dalla sabbia tiepida, a quelle onde nel loro andirivieni lento.Quieta e felice.Parcheggio, spengo l'auto.Mi volto. E' lì che dorme, un angelo.Prendo la piccola delicatamente, chiudo le portiere dell'auto.Da sole, lei ed io, come quando è nata.Posso farcela, si posso.Quasi inciampo un una vecchia, curva, piccola, bianca nei capelli, nell'abito."Com'è bella questa bambina! Come si chiama?""Arianna" , rispondo svogliata."Ma certo, avevo scordato. Arianna, per via del filo, il labirinto dal quale voleva uscire, senza fine, senza fuga."Mi ritrovo improvvisamente sbattuta a quindici mesi fa.Volevo chiamarla Martina.I nomi per me hanno sempre avuto un significato speciale.Ogni volta che ne sento uno, inevitabilmente lo associo a qualcosa.Martina era bello, mi faceva pensare al suono delle campane di domenica e all'odore dei dolci appena sfornati. Un nome profumato, un nome musicale.Poi avevo deciso d'impulso per Arianna.Volevo uscire da quel labirinto senza fine, senza via di fuga. Lei, quella bambina, ci avrebbe aiutato a farlo."Lo sa signora? Io sono un'ostetrica, ne ho visti nascere tanti di bambini. Il mio è un lavoro speciale. Accompagno una nuova vita a scoprire la bellezza della luce.""Sarà" penso, e il grigiore attorno e dentro si fa troppo duro da sopportare.La mano della vecchia è sulla mia spalla."Signora, non si preoccupi. Lei ha scelto, una scelta difficile. La scelta giusta. Ha deciso per questa bambina, per suo fratello. La famiglia è la cosa più importante, non lo dimentichi. Tanti auguri signora."Mentre si avvia verso il fondo della strada, mille domande si accavallano.Come può sapere? Dove l'ho incontrata? Chi le ha detto di me, della mia vita, dei miei figli? Chi?Accenno un sorriso, consapevole.Il caso non esiste per chi vuole ascoltare la voce degli angeli.