Creato da nnsmettodsognare il 19/10/2009
"Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre ma nel guardare con nuovi occhi." - M. Proust

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   I am Elizabeth Bennet!

You are Elizabeth Bennet of Pride & Prejudice! You are intelligent, witty, and tremendously attractive. You have a good head on your shoulders, and oftentimes find yourself the lone beacon of reason in a sea of ridiculousness. You take great pleasure in many things. You are proficient in nearly all of them, though you will never own it. Lest you seem too perfect, you have a tendency toward prejudgement that serves you very ill indeed.

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LA LIBRERIA DI CASA SOGNO

 

IN RICORDO DI SARAMAGO

josè

 

"Scrivere un diario è come guardarsi in uno specchio di fiducia, addestrato a trasformare in bellezza il semplice bell'aspetto o, nel peggiore dei casi, a rendere sopportabile la bruttezza massima. Nessuno scrive un diario per dire chi è. In altre parole, un diario è un romanzo con un personaggio solo."

 

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IO SONO CON SAVIANO CONTRO TUTTE LE MAFIE

saviano

Una cosa è certa: io, come molti altri, continueremo a raccontare. Userò la parola come un modo per condividere, per aggiustare il mondo, per capire. Sono nato, caro Presidente, in una terra meravigliosa e purtroppo devastata, la cui bellezza però continua a darmi forza per sognare la possi­bilità di una Italia diversa. Una Italia che può cambiare solo se il sud può cambiare. Lo giuro Presidente, anche a nome degli italiani che consider­ano i propri morti tutti coloro che sono caduti combattendo le organiz­zazioni criminali, che non ci sarà giorno in cui taceremo. Questo lo prometto. A voce alta.

 

INTER POST

HANNO SCRITTO DI NOI ...
 

Post N° 628 di Marion

Sogno di Marion

Non ho resistito . . . di Mati

Filastrocca di cartapesta di Marematta

Parma! di Tesi

Futulismo contempolaneo di Gold

dedica di Ilike

Sogno a Firenze di Cate

 
 

youandme

 

vento e soffione

Sono vento.
Sussurro primavere tra le ciocche.
Raggelo di candide sferzate.

Sono vento.
E tu albero forte.
Cadano le foglie, come muoiono le certezze.

Sono vento d'estate,
solletico al sale sulla pelle,
sollievo alla calura.

Sono vento
e il vento non mi piace.
Mi ci abituo, inseguendo una rondine.

 

vaso

leo fede

mare

 

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SLIDING DOORS

Post n°142 pubblicato il 11 Ottobre 2010 da nnsmettodsognare

stradadellavita

 

Stavo risistemando la cantina in vista del prossimo trasloco ed è saltata fuori, infilata tra libri di meccanica, elettrotecnica ed idraulica che urgono di una sistemazione consona, al riparo dall'umido, una domanda di iscrizione ad un esame.
Si trattava dell'esame di ammissione alla scuola per interpreti e traduttori.
Il modulo riportava in calce anche il costo della prova: ben ottantamila lire che nel 1989 erano una cifra discreta.

Mi è tornato in mente che, nell'estate e parte dell'autunno che hanno separato la fine del liceo e l'inizio del percorso universitario, fui molto impegnata a ripassare coniugazioni di verbi e letteratura francese.
La decisione sul mio futuro, cambiata in verità quattro o cinque volte nel corso dell'ultimo anno di liceo, sembrava essere stata definitivamente presa.

E invece mi sono ritrovata iscritta ad ingegneria per amore.
Si proprio così: per amore di un ragazzo e per un colpo di fulmine verso il professore di geometria e tutti i suoi bellissimi e ordinati enunciati riportati sulla lavagna.
C'ero andata per fare un favore ad una mia amica: "Vieni con me a seguire la prima lezione? Mi spaventa essere una delle pochissime donne."
"Ma se vengo incontriamo Leonardo?"
"E' probabile, ma che ti importa scusa? Tu fai finta di non vederlo, ci sono duecento iscritti!"

Così sono andata, e poi sono rimasta anche perché quelle ottantamila lire mi avevano lasciato perplessa e mi preoccupava molto gravare i miei genitori di un importante impegno economico.

Chissà dove sarei ora.
Se avrei lo stesso due figli o magari no.
Se avrei incontrato ugualmente mio marito, nonostante le facoltà diverse.
Se oggi, anziché a Lodi a scrivere questo post, potrei essere in Francia per un lavoro, al posto di mio marito che è in Inghilterra.

Mi faccio questa domanda incuriosita ma per niente dispiaciuta.
Sono felice di non aver più sostenuto quell'esame di ammissione.
Certo è che la vita è strana ...

 

 
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DI NULLA

Post n°141 pubblicato il 08 Ottobre 2010 da nnsmettodsognare

sole

Sono stanca, dormo malissimo.

Mi è passato il raffreddore ma mi è rimasto il mal d'orecchio.

Vado avanti a camomilla perchè ogni giorno ce n'è una nuova (notizia) che mi mette l'ansia addosso.

I lavori a casa sono al 45 % di avanzamento, la banca ci ha risposto al 50 %. Chi arriverà prima al traguardo?

Non ho finito di riscrivere al pc il libro della mia amica disabile e lei ieri si aspettava che, dopo un'intera estate, glielo portassi stampato. Cri, ci hai messo un anno tu, scrivendo con il puntale inserito nel caschetto, visto che non puoi usare le mani ... dammi almeno altri quindici giorni.

Si prospettano settimane di trasferte estere per mio marito. Allegria!

Oggi però è venerdì e forse più tardi uscirà il sole. Questo basta.

Buon fine settimana!

 
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MA GLI ALTRI ...

Post n°140 pubblicato il 06 Ottobre 2010 da nnsmettodsognare

noioilmurononlocostruiscopreferiscovivere!

... come mi vedono?

Chi di voi non si è mai posto questa domanda?
Io tante, tantissime volte nel periodo dell'adolescenza.
Sempre meno crescendo, fino a non pormela praticamente più da quando ho lasciato casa mia.

Sarà perché da quel momento in poi, ho dovuto affrontare tante e tali difficoltà e ho vissuto periodi di completa solitudine che del parere degli altri, sinceramente, potevo farne proprio a meno.
Sarà che le suddette difficoltà e la solitudine mi hanno resa molto più forte di prima e più sicura di me stessa.
Sarà anche che crescendo si impara a conoscersi, non tantissimo intendiamoci.
Esiste sempre quella parte di noi oscura anche a noi stessi, il mistero come lo chiamano le religioni.

Ma alla fine un'immagine ce la creiamo e, almeno fin quando non siamo davanti ad uno specchio dove a volte si riflette uno sconosciuto, possiamo dirci: "Ok, tu sei Carla, e sei fatta così e colì."
Tutto funziona fino a quando qualcuno non ti viene a dire cose di te che mai hai o avresti pensato.

Com'è successo ad esempio l'estate scorsa, quando un'amica di blog che dovrebbe conoscermi abbastanza bene,  ha sostenuto che io ostento quando scrivo.
Ostento la mia vita, ostento le cose che possiedo, ostento ciò che sono e questo potrebbe anche dar fastidio a molti frequentatori di questo spazio.
Parentesi, se fate parte della schiera dei suddetti frequentatori infastiditi, la domanda per voi è: perché insistete a farvi del male leggendomi?

In tutta sincerità, non credo proprio di farlo, ostentare.
Scrivo di me, non saprei scrivere di molto altro.
Se questo vuol dire ostentare, che verbo antipatico, io davvero non me ne accorgo.
Se poi per non ostentare bisogna raccontare soltanto di tutte le nostre difficoltà, dei dolori, bisogna mostrarsi infelici e perseguitati dalla sfortuna, allora si, io ostento.
Ma il resto, le lacrime, tante, lo tengo per me: quasi sempre.

Oppure è come la storia che spesso risulto antipatica, risultavo per la verità, quando mi si conosce dal vivo perché appaio presuntuosa.
Io conosco perfettamente la mia lotta quotidiana contro la timidezza, nella quale forse solo da pochi anni sto riuscendo a segnare punti a mio favore.
E sono la timidezza, le risposte brusche, lo sguardo che si volge altrove, la risata nervosa che vengono scambiate per presunzione.
Io che dico sempre che amo la gente, tutta, che cerco di non giudicare, nei limiti dell'umano, nessuno (poi qualcuno che mi sta sulle scatole a prescindere c'è sempre, ma credo appunto sia umano), che bisogna vivere la vita degli altri per comprenderla un po', no, davvero, non penso di essere presuntuosa.

E non è neanche tanto vero che sono dolce, se vogliamo guardare ai presunti pregi.
Lo sono, come qualsiasi donna, ma molto, molto in fondo  
Diciamo che ho difficoltà a tirare fuori la dolcezza nel rapporto diretto con gli altri, mentre mi riesce benissimo quando scrivo.
Quando ero la fidanzata di mio marito, mi capitava di scrivergli lunghissime lettere dopo una lite. Se parlavo non riuscivo a dirgli tutto fino in fondo.
Ma anche questa, se vogliamo, si chiama timidezza, o difficoltà a lasciarsi andare, o mettersi sulla difensiva per non essere sopraffatti. 

Allo stesso modo in cui credo di non essere abbastanza dolce, sono certa, non sono bigotta!
Ma parlare in questo posto del messaggio cristiano, come mi capita a volte di fare, mi assimila subito a quelle signore che vanno in chiesa a farsi il segno della croce dieci volte al giorno, non saltano una messa domenicale, con il solo scopo di spettegolare sugli altri e sentirsi migliori.
Nonostante sia convinta della mia fede, vado a messa soltanto quando ne sento il bisogno e preferibilmente quando sono certa di incontrare di là dell'altare un ministro di Cristo, non un servo del Vaticano. Cosa che succede piuttosto di rado.
Sono favorevole al divorzio, all'aborto, all'inseminazione artificiale e alle convivenze, alle unioni tra gay e alla contraccezione: lo sono di sicuro per tutto il mondo che non sono io, nessuno può mettere lingua nella vita altrui.

Dicevo all'inizio che la domanda fatidica non me la pongo praticamente più, vado dritta per la mia strada.
Ma mi è accaduto più volte di recente di sentirmi spiazzata davanti alle affermazioni degli estranei.
Così vi chiedo: ma voi, come mi vedete?

 

Post scriptum: prego astenersi perditempo e ipocriti  

 

 
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MI RACCONTI UNA STORIA?

Post n°139 pubblicato il 04 Ottobre 2010 da nnsmettodsognare

castelloincantato

Diciamocelo: le favole andrebbero un tantino rivisitate!

Tra tutte odiavo, quand'ero una bimbetta, la piccola fiammiferaia e pollicino.
Avete presente?
Sono storie terribili!
Una povera bimba che muore congelata per strada, accendendo invano fiammiferi: e meno male che è Natale!
Un ragazzino ed i suoi fratelli lasciati nel bosco da genitori crudeli e non c'è modo di spiegare agli ascoltatori perché mai una mamma, per quanto in pessime condizioni economiche, non decida piuttosto di morire lei, anziché abbandonarli.
E non finisce qui: Pollicino, per salvarsi dall'orco mangia bambini, ruba le corone dalle piccole teste delle figlie del mostro e le pone su quelle dei suoi fratelli; il padre orco, così imbrogliato, uccide il sangue del suo sangue al posto dei piccoli vagabondi. E' un'immagine angosciante!

I bambini mi domandano: mamma, ma perché nelle favole succedono cose così tremende?
Come si può spiegare che succedono perché le favole sono rappresentazioni della vita? Che esiste il bene così come esiste il male ma il primo trionfa, quasi, sempre. Ma un altro modo meno cruento non ci sarebbe?

Poi ci sono le fiabe che rovinano noi donne fin dalla più tenera infanzia.
La bella addormentata ad esempio: quante signore sono ancora in attesa di svegliarsi al dolce sapore di un bacio perfetto?
La perfezione non esiste! Svegliatevi prima ragazze!
Intanto che aspettate di incontrare il principe azzurro, vi passano davanti alcuni rospi interessanti che voi non prendete neanche in considerazione, fino a quando, troppo tardi, non vi rendete conto che anche il più bello dei principi può rivelarsi ranocchio durante la vita.
E allora, perché aspettare?
E poi, ma siamo davvero così sicure di essere delle principesse degne?
L'amore, per come la vedo io, non è un incantesimo preconfezionato ma una strada, il più delle volte difficile, da costruire in due.

E tutte quelle curiosone a cui si chiede: "Mi raccomando, non scoperchiare il vaso, non aprire la porta, non guardarmi mentre dormo" ma, niente, riescono a rovinare il migliore dei finali facendo il contrario di quello che è stato chiesto loro?
Da cui il detto: la curiosità è femmina. Io conosco però anche un sacco di maschi "ficchini" che curiosi lo sono quanto e più di noi donne. Su di loro le favole tacciono.

E delle matrigne ne vogliamo parlare?
Qualcuno mi suggerisca un titolo in cui il personaggio principale è il cattivo patrigno, magari un po' vanesio,  un bel palestrato moderno che passa il tempo davanti ad uno specchio a guardarsi le rughe che avanzano ed il capello bianco che cresce.

Potrei dirne ancora, il piccolo porcellino che è più bravo dei fratelli maggiori ad esempio.
E per forza! Si sa che gli ultimi devono arrangiarsi in famiglia e sono molto più scafati dei primi, di solito per semplice imitazione dei più grandi.
Ma perché i primi (parlo per interesse personale), devono passare per egoisti e viziati quando sono quelli che hanno avuto più difficoltà a crearsi un'identità e ad affrontare gli inconvenienti della vita, di solito a causa dell'impreparazione delle loro mamme?

In ogni caso, è sempre piacevole ascoltare una favola, anche quando si hanno quasi quarant'anni.
Cullati dal suono delle parole, i bambini si addormentano piano e anch'io crollo dopo un po'.
Tranne quando mi viene chiesto, come nel libro Immaginastorie, di essere io la protagonista: "Chiudi gli occhi e pensa alle ombre. Cosa crea un'ombra? La luce, ovviamente. Cosa può far scomparire le ombre? La luce, ovviamente. Le ombre hanno una vita propria? Vediamo se riesci a scoprirlo! Prendi la lanterna magica e incamminati lungo il Sentiero incantato. Dove ti porterà questa sera?"

In un mondo di dolci sogni dove scopri che la vera favola, anche quando non ne intravedi il lieto fine, è la tua vita.

 

Il bambino ombra

"Chiudi gli occhi e pensa alle ombre. Cosa crea un'ombra? La luce, ovviamente. Cosa può far scomparire le ombre? La luce, ovviamente. Le ombre hanno una vita propria? Vediamo se riesci a scoprirlo! Prendi la lanterna magica e incamminati lungo il Sentiero incantato. Dove ti porterà questa sera?" 

 
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LA FAMIGLIA

Post n°138 pubblicato il 30 Settembre 2010 da nnsmettodsognare

theflinstones

La famiglia non è altro che una dittatura in miniatura.

Rudolf Rolfs

 

Federico, 7 anni e quasi 5 mesi

"Ora non puoi capirlo ma quando sarai grande e avrai dei figli ..."

"Io non mi voglio sposare e soprattutto non voglio avere figli!"

"..."

"I figli sono gli schiavi dei genitori e delle maestre, devono solo ubbidire e, mamma, io non voglio rendere schiavo nessuno!"

 

Arianna, 4 anni e quasi 10 mesi

"Mamma quand'è che divento grande?"

"Beh, grande come? Sei già più grandina rispetto all'anno scorso, fai tante cose da sola!"

"No, grande come te."

"Ce ne vuole ma sai, non c'è fretta, è bello anche essere piccoli."

"Mamma, io sono stufa di essere piccola. Tutti che ti dicono fai questo. Basta! Io voglio decidere da sola come i grandi!"

 

Governare una famiglia è poco meno difficile che governare un regno.

Michel de Montaigne

 
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