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NON SI SPENGA LA FIAMMA DELLA SPERANZA


Erano poco meno di un centinaio le persone presenti alla fiaccolata per chiedere la liberazione di Gianfranco Campus. Prevedibile purtroppo.Ottima invece la partecipazione della famiglia, presenti le figlie Marta e Vittoria.Presenti anche il vice sindaco di Sassari, il presidente della provincia Alessandra Giudici e la sorella di Titti, Maria Pinna.Non voglio puntualizzare sugli assenti, anche perchè credo sia già sotto gli occhi di tutti, e non da ieri, giorno della fiaccolata, ma dal giorno stesso della notizia del sequestro.Detto questo, mi nascono spontanee alcune domande.In questi periodi si parla tanto di libertà, e mi chiedo, ma quando la libertà vien toccata veramente, dove tutta quell'indignazione che ci dovrebbe essere?Dov'è oggi la Regione Sardegna, che si è costituita parte civile nel processo Pinna, chiedendo addirittura 1 milione di euro di risarcimento (contro l'euro simbolico chiesto dall'ex rapito)? Ci si ricorda del danno di immagine solo ai processi?Ricordo durante la mia infanzia l'importanza e l'attenzione che si dimostrava per i sequestri di persona, allora ci furono i sequestro della Demurtas, di Giuseppe Vinci, Farouk Kassam, Silvia Melis, chi non ricorda questi sequestri. L'attenzione era alta, lenzuola alle finestre, appelli alla liberazione, e tanta, tanta solidarietà.Oggi tutto questo è assente. Dopo una lunga pausa, la Sardegna cade di nuovo nell'incubo dei sequestri di persona, e nessuno sembra curarsi di questo, al di fuori di qualche gruppo, che grida quasi solitario e inascoltato.Al momento del sequestro di Titti Pinna, quasi tutti avevano la convinzione di un caso isolato, lo si definiva “anomalo”, un appellativo usato quasi come per definirlo poco importante, e tanti si aggrapparono a quella frase come scusa per rimanerne distanti, come fosse un'appestato.Concluso quel sequestro, per fortuna positivamente, si è pensato che la questione sequestri fosse archiviata, ma così non fù.Il 26 marzo del 2008, Dina Dore, 37 anni di Gavoi, fu trovata morta nel bagagliaio della sua auto, dopo un tentativo di sequestro andato male.E di recente, ad Agosto, è stato sventato il sequestro di Ugo Multineddu.Ora il sequestro di Gianfranco Campus, direi che la logica porti a pensare, che la Sardegna non ha chiuso affatto con i sequestri di persona.Anche in questo ultimo caso purtroppo, prevale la diffidenza e la voglia quasi di ridimensionare quanto accaduto, prevenuti molto probabilmente dai precedenti penali dell'ostaggio.In tutto questo però ci si dimentica sempre di una cosa..... dell'uomo!!!!!!!!A prescindere da tutto, non ci si deve dimenticare che Gianfranco Campus è prima di tutto un padre, un fratello, un figlio, un cittadino, alla quale va il diritto di libertà che abbiamo tutti noi.La Sardegna e la società civile non può assistere in silenzio a tutto ciò.Libertà per Gianfranco CampusLibertà per l'uomoLibertà per la Sardegna.Rinnovo alla famiglia Campus la solidarietà di questo blog, nelle persone dell'ex comitato Titti Libero, con la speranza che presto il loro congiunto torni a casa.Barbara.