non sono tagliata..

LUNGA ESTATE CALDA


Ritorno alla tecnologia dopo selvaggia e lunga via. Ho rifiutato il pensiero, vero, per trenta e un giorno intiero. Ma il tempo appena trascorso già si fa ricordo dentro questa stanza, dietro il muro cieco e sordo. Ritorna a partenze stanche, a navi bianche con spruzzi di colore sulla chiglia. Vedo Genova al tramonto in un battito di ciglia. Pasto rubato al tempo, buono, albergo brutto e poi sveglia. Lividi e valigia sui treni pigia, controlla orari, è presto, è tardi, pochi riguardi fino alla notte. Arles accoglie le ossa rotte, ristora corpo e mente, lavanda intorno si sente, ci avvolge in profumate note. Mattutino mercato, variopinto conquista attenzione e dispone a voler tutto ciò che si vede, la vista non stanca ma conto sbanca. Bianca di marmo e colorata di case, azzurra di finestre e Rodano, si snodano tra le tue vie percorsi antichi e moderni riti tra foto e moda. Controlla, in coda, l'esposizione su immagini esposte. Arles, mi prende tra sapori, calori e colori estivi, furtivi, racchiusi in scrigno d'arena e lavanda, un anno che passa è leggero in atmosfera serena, augurio di vita mi manda. Terrena mediterranea città, incontro di storie, di sole, regioni diverse: Camargue, Provenza; dolce esistenza che scorre sul fiume e va al mare. Di ampio palazzo arcigno torrione: Avignone, dal terrazzo sul fiume si vede la gente sciamare in vie brulicanti; gli intrighi e la storia son quelle di sempre. Manana scopriamo un'aria gitana, tra tori e cavalli, la fata morgana del caldo accecante, flamante di rosa, ritmo senza posa di balli flamenchi. Turisti sbilenchi di sangria mi sfiorano sulla via che mare costeggi. Profumo di pesce pescato da barche ancorate agli ormeggi, locali invitanti di dolci profumi. Lungomare di lumi. Piscina di mare ci salvi da anacronistica spiaggia, benefiche bolle e calore, un balsamo per l’umore. Sorrido di nuovo e ti sfido in giochi e risate. Prendiamo di nuovo la strada di casa. Ricca, volgare e rubizza di luci, Nizza. Hotel d’arricchiti ci lascia intristiti da tanto sprecare. Ci salva di Genova il mare mosso, i carrugi e le belle vie importanti. Palazzo Rosso, elegante, cancelli impressione di Nizza scostante. Il ritorno agitato e frastornato, mare adirato, Bonifacio sfiorato come e dove, in forza nove. Non vedo i miei occhiali, minore tra i mali, coraggio riprendo il mio viaggio verso casa con occhio sfuocato. Mi aiuta il ben noto paesaggio (continua..).  http://it.youtube.com/watch?v=LweA7NLPB0c&feature=related