non sono tagliata..
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Ottobre a Barcelona, niente stona. Sempre dolce il clima, dopo o prima. Ti conosco città, ma mai bene per la verità. Caleidoscopio di colori, come la Nikon di Robi al MACBA, rilassata e sfaccettata come un prisma di cristallo. Ballo, canto e rido. Di te mi fido, non mi hai mai tradita, ti condivido. Spero lui capisca il mio regalo. La offro al suo sguardo, massimo riguardo per la tua atmosfera, falsa, vera, non so. Torno sempre. Ossessiva mente. Nei tuoi meandri si sente risuonare il canto catalano. Suono strano, arcano. Le vie diventano mie, le riconosco quando esco. Cammino, lui a fianco è silenzioso, guarda verso il cielo. Primi giorni coperti da un velo. Quando non risplendi dei tuoi colori un po' muori. Il quartiere antico, amico, vedi questa piazza, gli dico, la conosco da più vite. Ricucite dagli strappi nei varipindi drappi di ceramiche a frammenti. Il bello impera e si staglia in ogni maglia, sia di lana, sia di ferro. Afferro il cielo che diventa blu e dipinge il mercato dei colori usuali. Festeggiamo Marco, poi mettiamo le ali ai piedi per salire al parco, incantato. Salamandre, pantere, cambiano aspetto nelle miti sere. I frammenti di Gaudì. Il museo di Dalì, gli aquarelli di Picasso. Tutto ad un passo. Tutti i sensi sono all'erta. Barcelona città aperta, a me, a lui. Viali ampi e vicoli bui. I sapori conquistano il palato, spesso estasiato da profumi inusuali. Cucina e arte, bacco, venere, marte. Ogni pianeta allineato con la tua vicenda. Non vi è altro luogo che così mi prenda e mi trattenga. Barrio gotico, ormai esotico. Santa maria del Mar, tornare voglio, tornar. Ti prego, Madonna scolpita, fai che prima o poi la mia vita sia stanziale, qui. Con Gaudì e le sue case. Pinnacoli e camini. Il cielo si inchini ai capolavori. Non servono argenti e ori, ma solo colori. Ho condiviso la mia città con te, Robi, è un dono ampio di sentimenti e di momenti. Tu mi chiami amore, io ti offro questo con cuore aperto. Fai entrare il vento catalano e prendimi per mano
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La signorina aveva un gatto e suonava la chitarra. Nei giorni in cui il sole picchiava forte si lavava i capelli, poi, assieme al gatto, nu maschio rosso tigrato, si metteva a sedere sulla scala di soccorso a pizzicare la chitarra, mentre i capelli si asciugavano. Cantava con il timbro sommesso, incerto di un'adolescente.
Inviato da: Ylenya Giovanna Camm
il 05/05/2019 alle 22:23
Inviato da: Anonimo
il 29/10/2008 alle 19:49
Inviato da: William_Ryker
il 18/09/2008 alle 11:32
Inviato da: audreynopvt
il 12/09/2008 alle 11:18
Inviato da: William_Ryker
il 10/09/2008 alle 21:26