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BELLA DA FAR MALE


Ieri mattina sono andato in Certosa con i piccoli, mia madre e mio fratello.Era una giornata di una bellezza commovente.I pioppi che iniziano a perdere le foglie, gli aceri rossissimi sotto i raggi ancora tiepidi del sole. L'aria fresca, limpida: dalle Mura si vedevano in lontananza a nord i colli Euganei e a sud quelli bolognesi, come a ricordarci che questa è la Bassa, e nulla più.Eppure, qui ci sono mistiche giornate in cui, pedalando sugli argini del Po, si possono vedere decine di campanili che spuntano dalla pianura verde di terra umida, come torri arcane di un territorio abbandonato.Passeggiando lungo Ercole d'Este, deserta all'ora di pranzo, i colori erano così belli da far soffrire per l'impossibilità di immergervisi dentro, di restare lì, così, per sempre, bloccati nel tempo e nello spazio come in una bella fotografia.E tutto, in quel contesto, mi evocava mille ricordi, già così sfumati da attenuare piacere e dolore: solo un pò di nostalgia, anzi una tranquilla, rassicurante dolcezza.Come scivolare sotto le coperte calde quando si ha un pò di febbre.Ero lì, bambino, che camminavo a mano con mio nonno, con una tasca piena di ghiande raccolte al parco.O alla finestra di quella casa che fu sua, poi di mio padre e adesso è mia, in una sera d'estate, a guardare in un silenzio meravigliato con mio cugino i grandi orti misteriosi, nascosti da mille anni dietro i muri di mattoni rossi.Un fiume di momenti fissati per sempre dentro di me, in quell'incrocio tra Ercole d'Este e via Certosa che non si può dir altro che magico.Che possiate riposare in una pace dolce, come quella che sa infondere questo posto.