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HAP E LEONARD


Da qualche tempo ho due nuovi amici.Un pò amari, a volte, ma capaci di sviluppare un'ironia davvero senza pari.Parlano con quel tipo di battuta a presa per il culo perenne, molto americana, che mi ricorda i dialoghi dei supereroi Marvel quando le loro storie erano ancora scritte da Stan Lee. Solo molto meno rispettose dei vincoli della censura.Parlano come vorrei essere in grado di parlare io.Credetemi, sono fantastici.I due vivono nel Texas orientale, che pare non sia la distesa di sabbia e rocce che ci immaginiamo, ma una zona ricoperta di foreste impenetrabili e paludi abitate dai serpenti mocassino "i più velenosi figli di puttana del mondo".Hap è un bianco semipezzente sui quarant'anni, profondamente disilluso e senza alcuna ambizione.Leonard è un nero cattivo come l'aglio, frocio, e in grado di distruggere chiunque, sia con i cazzotti che con l'acidità delle sue battute.Sono amici per la pelle e, quando non lavorano a giornata nei campi di rose o come boscaioli, si cacciano senza molta voglia in qualche improbabile avventura di stampo più o meno poliziesco.Sono capaci di farmi ridere improvvisamente come un idiota, magari mentre me ne sto a leggere sotto il piumone, con mia moglie che mi guarda esterrefatta come se una merda di cane si materializzasse sul cuscino, accompagnata da un breve arpeggio.Vi giuro, sono i più bei dialoghi che abbia mai letto.Se avete uno stronzo fissato sotto il naso con lo scotch o il senso dell'umorismo di un macaco dal culo estroflesso, passate pure direttamente a leggere Veronesi, ma se sapete apprezzare un uso un pò fuori dalle righe delle parole, non perdeteveli.L'autore si chiama Joe R. Lansdale, ed io vorrei poter scrivere come lui.Temo solo che presto ce li ritroveremo in qualche film del cazzo.