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SHOPPING AT HARRODS


Sono reduce da tre giorni, sempre di corsa, nella perfida Albione, spesi tra musei e visite a luoghi d'interesse classici, tra cui ovviamente Harrods.Qui ho passato un'ora e mezza nel reparto giocattoli, l'equivalente di dieci riprese con Julio Ceasar Chavez, nel senso che quando finisci sei conciato e suonato uguale.Poi tre quarti d'ora a seguire la consorte, impegnata nell'acquisto di un imperdibile paio di galosce Hunter, che a quanto pare io ero l'unico al mondo a non conoscere.E poi gli (immensi) reparti profumi, gioielli, articoli per animali, scarpe donna e abbigliamento donna. Per fortuna che, nell'occasione, i due vermi giocavano nella mia squadra, lamentandosi come dannati per tutto il tempo.Ma, alla fine, ho avuto i miei venti minuti di gloria, abbandonato come un cane rognoso davanti al traboccante scaffale dei libri sportivi. Si, proprio quelli che in Italia non si trovano neanche a piangere, semplicemente perchè non vengono tradotti.E qui ho acquistato:1 - Street fighting man, autobio di quel pazzo di Paddy Monaghan2 - Four Kings, che manco a dirlo sarebbero Hagler, Leonard, Duran ed Hearns3 - Hands of Stone, biografia ufficiale di Roberto DuranMi sono autolimitato a questi, anche perchè le valigie erano già al limite di capienza, ma ho lasciato il cuore su un enorme libro di foto di Ali, almeno 5 kg di peso per 80 sterline, e su un'incredibile sequenza di testi tecnici di Randy Couture, BJ Penn e Frank Shamrock.Per fortuna che abito in campagna, valà.p.s.: il reparto più bello di Harrods comunque è quello gastronomico. E' enorme, coloratissimo, traboccante di profumi da sballo e soprattutto avrei mangiato tutto.