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Post N° 157


OBAMA: Una speranza nella storia
Oggi invidio l'America e gli americani. Non è che mi siano stati mai particolarmente simpatici: imperialisti, puritani a piacimento, guerrafondai, pro-pena-di-morte, armi fans. Ma il 4 Novembre ha segnato una svolta radicale. Un popolo ha trovato la via per risorgere, per cercare un futuro che sembrava oppresso e distrutto dai muti sub-prime, dalle speculazioni finanziarie, dall'incubo del terrorismo e della guerra. E lo ha fatto nel modo più simbolico e concreto. Una percentuale di votanti mai registrata prima nella storia elettorale degli Usa ha consacrato come proprio presidente un uomo di colore, un uomo giovane, un uomo che ricorda un pò Kennedy, un uomo che ha le idee chiare su cosa fare e come farlo, un uomo che è la speranza per i figli dei padri pellegrini e per i neri dei getti.La speranza.E' questo che più di tutto invidio agli americani oggi. La possibilità di credere nell'"yes, we can", la consapevolezza di essere una nazione, non "un insieme di individui"; la felicità di svegliarsi la mattina e poter ancora sperare in un futuro per i loro figli. Poter credere che nulla è impossibile, avere la dimostrazione che nulla è impossibile, è la più grande felicità per la vita di un uomo. Loro hanno scelto. Nella nostra Italia, dove la democrazia è presa in giro da un manipolo di vecchi, perchè si siamo indietro anche su questo: i capi di Stato di Usa e delle maggior potenze europee sono uomini e donne giovani, contorniati da entourage di giovani pensieri, no i rugosi massoni della repubblica Italiana.La Palin è stata criticata per aver speso troppo in trucco e parrucco. Chissà cosa si sarebbe detto se avesse fatto un calendario nuda? Semplice. Nulla. Una spogliarellista non si sarebbe certo potuta candidare alla vicepresidenza della Casa Bianca. Non basta la monezza e la mafia per farci deridere dal mondo intero: ci si è messo anche Berlusconi, che, ancora una volta,  ha dato il meglio di sè. Definire il presidente degli Stai Uniti d'America "bello, giovane...e abbronzato" non è il massimo della diplomazia. Non facciamo le facce scandalizzate se un ragazzino nero viene picchiato nel nostro quartiere: se il capo del governo italiano trasuda di razzismo con il presidente USA, possiamo esserlo tutti!Il nostro premier non ha capito che con il resto del mondo non può comportarsi come fa con l'impecorinito popolo italiano, al quale dice bugie, promette, salvo poi ritrattare e negare. Il mondo se ne frega di Berlusconi e non ha problemi a mandarlo a quel paese. Il nostro Re Sole non ha capito che al di fuori di questo vecchio paese è un nulla. Anzi è solo un ennesimo motivo di vergogna nazionale. Silvio, l'amico Giorgio è fuori. L'aria è cambiata.Ma non voglio annoiarvi sui problemi dell'Italia e su quanto stiamo diventando sempre più piccoli.Oggi so solo che vorrei avere anche io la speranza che Obama ha regalato al suo popolo, vorrei poter andare alle urne ed eleggere il mio futuro, vorrei piangere per la gioia di tornere a sentirmi "italiana" e sapere che un domani ci sarà anche per me.HOLD ON FOR ONE MORE DAY