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NON SPRECHIAMO L'ACQUA

Ecco 12 regole per risparmiare il consumo di acqua potabile. Rispettare queste regole significa imparare a considerare l’acqua come un bene prezioso che non deve essere sprecato

REGOLA 1 - Far riparare tempestivamente le perdite dell’impianto interno. Un rubinetto che gocciola al ritmo di 90 gocce al minuto spreca 4.000 litri di acqua all’anno.

REGOLA 2 - Non fare uso eccessivo di prodotti chimici per la pulizia della casa.

REGOLA 3 - Non usare la toilette come discarica di sostanze tossiche (vernici, lacche, prodotti chimici, sigarette, solventi) altrimenti si riduce la funzionalità del sistema fognario.

REGOLA 4 -  Contenere i lavaggi delle autovetture con un secchio piuttosto che con acqua corrente consente un risparmio di 130 litri ogni lavaggio.

REGOLA 5 - Innaffiare l’orto con acqua piovana raccolta precedentemente.

REGOLA 6 - Far funzionare la lavatrice o la lavastoviglie a pieno carico; si ottiene cosi’ un risparmio pari a 8.000 / 11.000 litri di acqua potabile all’anno per famiglia.

REGOLA 7 - Pulire i piatti subito dopo i pasti, togliere lo sporco più grossolano, condire la pasta nel tegame ancora caldo evitando di sporcare un’altra terrina.

REGOLA 8 - Usare l’acqua di cottura della pasta per lavare i piatti e le stoviglie.

REGOLA 9 - Fare la doccia la posto del bagno in vasca, ciò consente un risparmio di 1.200 litri di acqua potabile all’anno.

REGOLA 10 - Chiudere il rubinetto mentre si lavano i denti e tappare il lavandino al momento di farsi la barba; questo permette di risparmiare fino a 7.500 litri l’anno per una famiglia di tre persone.

REGOLA 11 - Applicare un frangiflutto a un rubinetto per arricchire d’aria il getto d’acqua.

REGOLA 12 - Utilizzare per lo scarico del water un sistema a rubinetto o a manovella al posto di quello a sciacquone; si risparmiano così circa 26.00 litri all’anno.

 
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Post N° 150

Post n°150 pubblicato il 21 Ottobre 2008 da Akire28

UNA FIACCOLATA IN MEMORIA DI PASQUALE RUSSO

Il CODISAM e l’associazione TERRE E LIBERTA’ esprimono il proprio cordoglio per la terribile sciagura che ha colpito la famiglia del giovane Pasquale Russo. Da pochi mesi il geometra muoveva i primi passi nel difficile mondo del lavoro, non immaginando che la costruendo discarica di Sant’Arcangelo Trimonte avrebbe segnato la fine delle sue speranze e dei suoi sogni.  Non si può perdere la vita a diciannove anni, non si può morire su un luogo di lavoro, non si possono fare sacrifici, impegnarsi duramente per costruirsi un futuro, e, improvvisamente, in un polveroso e caldo pomeriggio d’autunno, perdere tutto.

 

Anche se la dinamica dell’´incidente è tutta da ricostruire, quello che è successo a Pasquale non è giustificabile, non è comprensibile. Nessuna emergenza, per quanto preoccupante e incalzante essa sia, può portare alla morte di un ragazzo in un cantiere .I suoi sogni e il suo futuro schiacciati sotto il peso della ruspa che lo ha travolto. Si può definire questo “incidente sul lavoro”? Si, forse. Ma è troppo semplicistico, come si apprende dagli sfoghi di rabbia che aleggiavano in discarica dopo il nefasto evento. Lavoro ininterrotto da mesi,  perchè la monnezza si deve togliere dalle strade, se no poi come si fa dire che Napoli è pulita. Poche pause di riposo, pressione tanta. Il Commissariato che preme, incita ad ultimare i lavori, prima che sovvengano altri problemi, altre crepe nel terreno. Deve fare bella figura con l’opinione pubblica, non importa che chi scava a contrada Nocecchie si ammazzi di fatica,  con ritmi di lavoro frenetici, con ansia e pressioni dall’alto che premono sempre, che incitano a lavorare sempre di più, perché qualcuno ha dato un termine, perché si temono rivolte o il precipitare degli eventi. In queste assurde condizioni di lavoro, l’incidente umano è inevitabile.

Ma tanto nessun problema: per chi comanda, le nostre vite valgono meno di zero.  A soffrire saranno solo le famiglie delle vittime di questa tragica circostanza.

Se si pensa poi che questa sciagura è avvenuta  in un sito controllato direttamente dallo Stato,  non può salire ancora di più lo sdegno e l’amarezza. Lo Stato che nel nostro pensare è identificato come il garante delle regole, ha di fatto creato una situazione di non democrazia, che pone interrogativi inquietanti sui livelli di sicurezza presenti nelle discariche e nei siti di gestione dei rifiuti. Inoltre le regole spesso cambiano nella loro applicazione a seconda del contesto in cui si opera. In questo caso, infatti, il contesto è l’emergenza rifiuti e la parola d’ordine non è verificare la sicurezza dei lavoratori bensì realizzare rapidamente le opere, magari anche a rischio della vita.La scelta del governo di considerare tali siti di interesse militare impedisce, per esempio, l’accesso alle organizzazioni sindacali, non permette di sapere se vi è la presenza del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza di sito, se sono state rispettate tutte le norme in materia di sicurezza, quante ore di lavoro vengono effettuate e se vi è l’applicazione delle minime garanzie dei diritto del lavoro. La necessità di dover garantire lo smaltimento dei rifiuti non deve essere confusa con l’abbassamento delle tutele e della dignità dei lavoratori.

 

Il CODISDAM e l’associazione TERRE E LIBERTA’ non vogliono dimenticare il giovane Pasquale e il dolore della sua famiglia. Domani mercoledì 22 Ottobre alle ore 19,30 presso lo svincolo tra SS 90 bis e strada di collegamento alla discarica (cont. Nocecchia), sarà organizzata una fiaccolata in memoria di Pasquale Russo, alla quale sono invitati a prendere parte tutti, perché non si può far finta di nulla o etichettare come incidente, la morte in un cantiere dello Stato,  di un ragazzo di 19 anni, la cui unica colpa era quella di voler lavorare per crearsi un futuro con il sudore della fronte, ma ancora una volta, l’emergenza venuta da lontano, ha infranto tutti i sogni. La fiaccolata avrà termine con un momento di preghiera presso la discarica.

   Co.di.s.am

 
 
 

Post N° 149

Post n°149 pubblicato il 20 Ottobre 2008 da Akire28

PERDERE LA VITA A 19 ANNI IN UNA DISCARICA

E' quello che è successo stasera a Pasquale Russo, un ragazzo appena diplomato geometra, che aveva trovato lavoro nella costruenda discarica di Sant'Arcangelo Trimonte. Un discarica maledetta per la quale un giovane ha pagato con la vita. I suoi sogni e il suo futuro schiacciati sotto il peso di una ruspa che lo ha travolto. Si può difinire questo "incidente sul lavoro"? Si, forse. Ma è troppo semplicistico, come si appende dagli sfoghi di rabbia che aleggiavano in discarica dopo il nefasto evento. Lavoro ininterrotto da mesi,  perchè la monnezza si deve togliere dalle strade, se no poi come si fa dire che Napoli è pulita. Pause poche, pressione tanta. Il Commissiariato che preme, incita ad ultimare i lavori, prima che sovvengano altri problemi, altre crepe nel muro. Con ritmi di lavoro e ansia simili, l'incidente umano è inevitabile. Ma tanto nessun problema: per chi comanda, le nostre vite valgono meno di zero.

Di seguito alcune notizie riportante stasera da "Il quaderno"

Discarica Sant'Arcangelo Trimonte: geometra 19enne muore schiacciato da una ruspa. Ferita un'altra persona



Un geometra, del quale non sono state rese ancora note le generalità, è morto questo pomeriggio schiacciato da un cingolato impiegato nei i lavori di ultimazione della nuova vasca nella discarica di S. Arcangelo Trimonte. Nell'incidente è rimasto lievemente ferito anche un altro tecnico. Sul posto stanno giungendo anche due rappresentanti della struttura tecnica del sottosegretariato all'emergenza rifiuti.
Fonte: Ansa


Aggiornamento 20,20
La vittima è Pasquale Russo, geometra 19enne di Apice, diplomatosi pochi mesi fa, che abitava in una zona di campagna al confine con Montecalvo Irpino. La dinamica dell'incidente è al vaglio dei carabinieri che in questo momento sono sul luogo.

Aggiornamento 20,36
La salma di Pasquale Russo è stata trasportata presso l'ospedale Rummo, a disposizione dell'Autorità Giudiziaria. Secondo una prima ricostruzione, sembra che il giovane fosse intento a leggere un progetto, quando è stato investito da una ruspa. Con lui c'era anche un altro tecnico rimasto ferito lievemente alle gambe. Pasquale Russo viveva in una frazione, Isca delle Rose, al confine tra Apice e Montecalvo Irpino. Il padre, Gino Russo, è titolare di un'azienda specializzata in lavori di movimento terra.

Aggiornamento 21,20
E' ancora in fase di accertamento da parte dei carabinieri di Benevento la dinamica precisa dell'incidente che è costato la vita al giovane Pasquale Russo, 19 anni che lavorava per la ditta Daneco che sta eseguendo la realizzazione di una seconda vasca nella discarica di Sant'Arcangelo Trimonte. Tra le ipotesi formulate, quella che il mezzo cingolato stesse effettuando una manovra a marcia indietro. L'altra persona ferita è Marco Leoni, ingegnere di 31 anni, che lavora per la stessa Daneco, società milanese, originario dell'Aquila, in Abruzzo. E' rimasto ferito a una gamba: per lui prognosi di 30 giorni.

Aggiornamento 21,56

E' di Castel Volturno, noto comune del casertano, l'uomo che guidava il mezzo cingolato: G.V., 44 anni, ha chiamato i soccorsi subito dopo l'incidente, prima di allontanarsi, evidentemente scosso per l'accaduto.

- SANT'ARCANGELO TRIMONTE : MARTEDì 21 OTTOBRE

Sant’Arcangelo, accertamenti in corso sulla tragedia


Schiacciato da una pala, a soli 19 anni, mentre faceva sopralluoghi a Sant´Arcangelo Trimonte. La morte arriva in una delle discariche che hanno "salvato" Napoli e la Campania dall´emergenza rifiuti. Ed è l´inferno ai bordi di quel sito.

«È una maledizione, questo lutto e questo sangue non ci volevano», commenta sconvolto il sindaco del piccolo paesino sannita, Aldo Giangregorio, tra i primi a raggiungere il cantiere. Il tragico incidente funesta la vigilia dell´undicesima visita del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in Campania, prevista oggi in città. Bilancio: un morto e un ferito.

La vittima è Pasquale Russo, classe 1989, un geometra che aveva appena trovato un impiego con la società che si occupa della gestione di quel sito. Originario di Benevento, il ragazzo abitava a Montecalvo Irpino con la sua famiglia. Pasquale è rimasto schiacciato nel primo pomeriggio da un caterpillar in manovra, durante i lavori di realizzazione di una delle vasche della discarica di Sant´Arcangelo, nel beneventano.

Nel drammatico impatto è rimasto ferito anche un ingegnere: Marco Leone, 31 anni, originario dell´Aquila, ha riportato una frattura scomposta al femore. Ricoverato all´ospedale Fatebenefratelli di Benevento, l´ingegnere dovrebbe guarire in un mese. Ma dovrà essere sottoposto a un intervento chirurgico.

Visibilmente scioccato, ancora dolorante, prima che lo portassero via in ambulanza ha detto solo: «Ho visto la morte con gli occhi». Un lutto che scuote gli uffici di Palazzo Salerno, a Napoli. Dalla struttura del sottosegretario Guido Bertolaso partono subito per un sopralluogo sul luogo dell´incidente due capimissione: l´ingegnere Fabio Colcerasa responsabile della struttura Sicurezza sul lavoro, e il responsabile della struttura amministrativa e legale, prefetto Antonio Reppucci.

Ma sembra per ora esclusa dalla drammatica vicenda qualsiasi responsabilità ascrivibile ai vertici della struttura.

La dinamica dell´incidente è tutta da ricostruire. Indagano i carabinieri di Benevento, che svolgevano - tra l´altro - opera di vigilanza nell´area del sito.

Intanto la Procura di Benevento ha aperto un´inchiesta, e la vicenda potrebbe riguardare, direttamente o indirettamente, anche la Procura regionale di Napoli, l´organo giudiziario a cui affluiscono tutti i fascicoli che riguardano la crisi rifiuti e i delitti ambientali, anche se di natura dolosa e non colposa.

«In questa discarica ci lavorano molti ragazzi del paese. Quando mi hanno avvertito dell´incidente mi sono precipitato subito a vedere cosa fosse successo», racconta il sindaco di San´Arcangelo, Aldo Giangregorio.

All´inizio si pensava, infatti, ad un improvviso smottamento. Solo due mesi fa, la discarica di Sant´Arcangelo era stata al centro di un breve stop e poi di successivi interventi di consolidamento del terreno collinare a causa di un rischio di staticità. Agghiacciante la scena che si è presentata agli occhi dei carabinieri e dei primi soccorritori.

Il diciannovenne è morto sul colpo, il volto devastato dallo schiacciamento. Il caterpillar guidato da un operaio della "Daneco Spa", di 44 anni, era impegnato in un´area in cui non doveva essere prevista, a quanto pare, la presenza di due persone. Stando alla dichiarazione di quel dipendente, il mezzo ha operato in retromarcia e ha agganciato le vittime.

Per Pasquale Russo non c´è stato niente da fare: nel giro di pochi secondi il giovanissimo ragioniere è stato travolto, trascinato e schiacciato. Più tardi, alla disperata e angosciante richiesta dei familiari di poter abbracciare il corpo di Pasquale, i vertici della società e gli stessi carabinieri hanno dovuto opporre un doveroso rifiuto. Sgomento anche dalle altre istituzioni.

L´assessore regionale Corrado Gabriele si lascia cadere le braccia: «Proprio poche ore fa, alla presentazione del rapporto Inail sugli infortuni sul lavoro, avevamo tirato un sospiro di sollievo. La verità è che se anche le statistiche sembrano confortarci, quando muore un ragazzo di 19 anni tutto diventa assurdo e inaccettabile: dopo un lutto così grave bisogna solo esprimere la più concreta solidarietà, e fare in modo che tali tragedie non si verifichino più».

DA NAPOLI.REPUBBLICA.IT

 
 
 

Post N° 148

Post n°148 pubblicato il 17 Ottobre 2008 da Akire28

"Saviano è 'nu scemo", così i ragazzi di Casal di Principe definiscono lo scrittore in un video di Repubblica. La sua colpa: aver minacciato la loro sicurezza. La Camorra garantiva una vita "tranquilla", ora le forze dell'ordine presenti sul territorio fermano i motorini non a norma e i pulmini della scuola non assicurati. Una assurdità per i ragazzi dei Casalesi.

Mentre guardavo il video, non potevo fare a meno di pensare ai boss, seduti tranquilli nelle loro poltrone, che osservavano il video e pensavano ricompense per quei ragazzi che facevano a gara a chi più denigrava Saviano. Certi che una ricompensa ci sarebbe stata, forse un giubbino o una banconota da cinquanta..tanto vale la vita di un abitante di Casale. Noi questo lo sappiamo, anche voi, a Casale, lo sapete. Tutta l'Italia, il mondo sa come funziona la camorra, 'o sistema. Sappiamo cosa avete fatto. A svelarcelo è stato il ragazzo "che non si è fatto i fatti suoi": Roberto Saviano.

IL VIDEO

 
 
 

Post N° 147

Post n°147 pubblicato il 13 Ottobre 2008 da Akire28

Verso una etica del consumo
Agisci in modo che la massima della tua azione possa sempre valere come principio di una legislazione universale”.  “Agisci in modo da trattare l’umanità, sia nella tua persona che in quella di ogni altra, sempre come fine e mai come mezzo”.
Questo scriveva Kant sul finire del secolo XVIII, aprendo le porte per la prima volta ad un archetipo di pensiero “GLOBALIZZANTE”, un principio laico capace di mettere in comune i destini di tutta l’umanità.
Partendo da questo spunto allargo la riflessione ad un concetto che riguarda i comportamenti di ognuno al giorno di oggi, le cause che determinano questi comportamenti e soprattutto le conseguenze che vengono a scaturire.
Il mercato globalizzato fa’ sì che siamo circondati da prodotti e merci che provengono da parti disparate del mondo, attraverso sistemi di produzione i più diversi possibile, trasportati sui nostri mercati con sistemi invece piuttosto unificati. La motivazione che spinge tale merce ad essere disponibile al nostro acquisto è sempre di tipo prettamente commerciale, ovvero è determinata dalla sua facile reperibilità e dal costo più basso che fa vincere il confronto rispetto a prodotti meno competitivi. In ottica di grande distribuzione quindi il rapporto qualità/prezzo è fortemente sbilanciato verso quest’ultimo, relegando la qualità ad un livello minimo percepibile. Discorso diametralmente opposto per i prodotti di alto livello, il cui pregio principale è la loro scarsa reperibilità, ed il costo assume una barriera d’accesso che permette solo a pochi di entrarne in possesso, determinando la condizione di “status symbol”, che implica dinamiche di acquisto completamente diverse.
Le merci presenti sugli scaffali della GDO sono quelle che hanno vinto la competizione per la “distribuzione globale” grazie al fatto che vengono prodotte in grande quantità e che rispettano standard qualitativi e igienici minimi. Alle spalle hanno catene commerciali multinazionali che attraverso le più elementari regole di economie di scala hanno la facoltà di proporre prezzi sempre più bassi. Ma l’abbattimento dei prezzi da cosa è determinato? E’ determinato naturalmente dalla produzione in aree geografiche favorevoli e con costi industriali e del lavoro notevolmente inferiori rispetto a quelli cui siamo abituati nel nostro mondo sviluppato. In virtù di questi fattori i maggiori costi di trasporto sono ampiamente ammortizzati, e di conseguenza i profitti delle compagnie sono grassi e sicuri. In termini spiccioli l’equazione economica è presto fatta: più il sistema produttivo e distributivo è grande più saranno grandi i profitti. In realtà i grandi profitti possono essere realizzati solo se alla base ci sono degli investimenti importanti, le Società multinazionali hanno bisogno di crediti a nove zeri  per mettere in moto una macchina industriale-commerciale complessa, che ha bisogno di uomini e mezzi per poter partire ed entrare a regime, per poi ripagare gli investitori e produrre profitto. L’accesso al credito diventa così il fattore propedeutico determinante per creare grandi ricchezze. Infine il marketing ci convincerà che questi prodotti sono i più buoni e i più sani, controllati da decine di laboratori sparsi per il mondo, prodotti da bravi indigeni di chissà quale angolo sperduto del globo, che saranno stati felici di aver lavorato per creare quelle merci che poi solerti dipendenti dei vari uffici commerciali avranno fatto sì che arrivassero nelle nostre case. Tutto talmente bello da sembrare falso come il bacio di Giuda. La verità che emerge scavando più a fondo è che i costi bassi di produzione, in un mercato mondiale stra-competitivo in tutti i settori, si possono realizzare solo con uno sfruttamento intenso delle risorse naturali e della forza lavoro, spesso in paesi dove non esiste legislazione che possa proteggere né le une che l’altro. Sappiamo bene come le agricolture industriali, tanto per citare un esempio, abbiano creato devastazioni ecologiche, modificato paesaggi, eliminato definitivamente biodiversità, desertificato terreni concimati con misture chimiche che hanno permesso alte produttività. E siamo ben consci di come nel sud-est Asiatico le condizioni massacranti di lavoro di minori ed adulti in fabbriche fatiscenti permettano a noi di acquistare scarpe da ginnastica o giocare con palloni frutto di lavoro sottopagato e schiavizzante.
In un mondo che ha globalizzato i mercati ma che ha anche globalizzato l’informazione, in cui Internet permette di avere una finestra aperta su ogni angolo del globo, non possiamo più permetterci di far finta di non sapere.
Le informazioni sono alla portata di tutti, sta alle coscienze sviluppare un senso di responsabilità che determini una consapevolezza nelle scelte, piccole e grandi, che si compiono ogni giorno. E’ il concetto di responsabilità globale, per il quale cui ciascuno di noi, soprattutto nel mondo sviluppato, ha il diritto e il privilegio della conoscenza e di conseguenza deve anche sviluppare il dovere alla critica ed alle scelte consapevoli. Con la conoscenza nessuno di noi è più esente dal prendersi le proprie responsabilità, il potere che abbiamo come consumatori deve essere utilizzato per rendere il sistema più equo e sostenibile, e se tutto ciò determina una spesa maggiore per le nostre tasche, quella spesa sarà ampiamente ricompensata dalla certezza di avere migliorato le condizioni di vita di qualcuno o di avere contribuito alla salvaguardia dell’ambiente.
E’ così scopriamo che i destini del mondo in via di sviluppo e di quello sviluppato sono profondamente legati tra loro, il benessere di uno non potrà più avvenire a scapito dell’altro. Noi che ci troviamo dalla parte di chi consuma non potremo più guardare solo al nostro orticello, quel filo rosso che lega i produttori ai consumatori diventa un legame che unisce il benessere e la prosperità di tutti.
Ecco che si viene a creare una etica del consumo, un senso di responsabilità generato da questo rapporto biunivoco tra una scelta e la sua conseguenza, diretta o indiretta che sia. Sì perché in questo modo si accorcia anche la distanza tra la causa e l’effetto, e ne consegue che tutte le nostre scelte andranno ad impattare sulla vita degli altri, sempre più vicini a noi sia nello spazio che nel tempo.
E’ il concetto di responsabilità indiretta o allargata, in cui la causa e la conseguenza, che appaiono distanti e slegate, diventano improvvisamente strettamente legate tra loro.
Aggiornando quindi la nostra ottica capiamo che modificare i nostri stili di vita diventa doveroso se vogliamo che le condizioni di vita anche di chi è lontano da noi diventino più eque, che si realizzi il disegno di una giustizia sociale, che chiunque abbia gli stessi diritti e la stessa dignità, che il pianeta sia preservato e non sfruttato a scapito di chi non può scegliere. Lavorare per un mondo che livelli le disparità significa sperare in un mondo in cui i si possono diminuire i conflitti e le conseguenze che ne derivano.
Da parte loro le Istituzioni dovranno avere il compito di informare e promuovere i comportamenti virtuosi, di mettere a disposizione dei cittadini gli strumenti per poter scegliere, ma anche di punire chi in maniera riconosciuta determina un danno ad altri o all’ambiente. Le vere rivoluzioni hanno un seguito se e solo se si creano dalla base, per cui sarà la coscienza di ciascuno a spingere perché lì in alto, chi detiene la facoltà di pigiare sui bottoni del comando, sia illuminato nelle scelte legislative. Comportamenti imposti servono solo a creare contrasti e conseguenze opposte a quelle auspicate.
Il Mondo ha bisogno di ciascuno di noi, perché ciascuno di noi è parte attiva ed integrante di questo Mondo.
Da "Fareverde" di  Gianpaolo Persoglio

 
 
 

Post N° 146

Post n°146 pubblicato il 01 Ottobre 2008 da Akire28

 Rifiuti, sindaci in catene a Roma ancora alta tensione a Chiaiano. Proteste da istituzioni e cittadini.

NAPOLI - "Nuovi tafferugli a Chiaiano, proteste dei sindaci irpini che si incatenano a Roma davanti a Palazzo Chigi: sale alta la tensione sui rifiuti in Campania, alla vigilia della visita di Berlusconi che oggi sarà per la nona volta a Napoli per fare il punto sull’applicazione del decreto.
Le proteste ieri sono montate su due fronti. A Roma, 13 sindaci dei comuni dell’alta Irpinia interessati alla discarica del Formicoso si sono incatenati davanti Palazzo Chigi in risposta al blitz della notte di domenica, quando i militari dell’esercito avevano chiuso l’accesso ai terreni in cui sorgerà la nuova discarica irpina.
I sindaci dei comuni di Sant’Angelo dei Lombardi, Calitri, Lairano, Teora, Lioni, Vallata, Andretta, Bisaccia, Rocca San Felice, Guardia dei Lombardi, San Andrea di Conza, Monteverde e Lacedonia hanno denunciato come si intenda «nascondere la monnezza di una regione sotto il tappeto di una zona, come l’Alta Irpinia, che fa la raccolta differenziata e ha già altre due discariche».
Un gesto eclatante che ha portato una delegazione dei primi cittadini ad ottenere un incontro con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, definito «molto soddisfacente. Il sottosegretario - affermano i sindaci - ci ha assicurato che al momento saranno effettuati solo dei carotaggi nel sito del Formicoso e che la discarica aprirà solo se ce ne sarà bisogno dopo l’apertura di tutte le altre discariche della Campania, come previsto dal decreto ora convertito in legge»."

Intanto il Sindaco di Sant'Arcangelo Trimonte, insieme a quello di Paduli e dei paesi limitrofi, è impegnato, chiuso nel suo studio, con la fascia tricolore stretta al petto, a contare i soldi dei Benefits, centesimo per centesimo. Dopo aver fatto tanto per portare la discarica a Sant'Arcangelo, è giunto il momento di godere dei frutti. Intanto l'amministrazione comunale comunica che parte di quei soldi andranno per ristorare i cittadini del danno economico ed esistenziale subito, da notare che la quantificazione del danno viene fatta col metodo dell"ad occhio e croce", un'altra parte resterà in comune per i lavori ordinari...mi sembra giusto, dopo tanto rumore, che ristoriamo solo i cittadini? E i poveri amministratori, che dalle finestre dell'edificio comunale, hanno passato giornate intere a scrutare con il cannocchiale il presidio del Codisam e a controllare i lavori dello sversatoio, salvo servirsi di una lente difettosa, che ha fatto scambiare all'ingenuo sindaco una crepa che sta spaccando in due la collina di contrada nocecchie e compromettendo l'intero versante collinare, con una "semplice franetta".

E il sandaco di Paduli, che minacciava ricorsi a destra e a sinistra contro il comune del vicino paese puzzolente e contro le alte cariche, cosa fa ? Nulla. Anche lì sono arrivati i benefits.

 
 
 

Post N° 145

Post n°145 pubblicato il 29 Settembre 2008 da Akire28

CONTINUA LA LOTTA DI ALBANO LAZIALE CONTRO L'INCENERITORE

LA DISCARICA DI RONCIGLIANO HA CONTAMINATO LE FALDE
IDRICHE E CONTINUA AD AVVELENARE LE POPOLAZIONI
CIRCOSTANTI - CERRONI VUOLE ANCHE PORTARE A TERMINE LA
GRANDE TRUFFA DELL’INCENERITORE / GASSIFICATORE DA
COSTRUIRE ACCANTO ALLA DISCARICA.

Abbiamo depositato, nei giorni scorsi, un esposto alla Procura di Velletri. Denunciando emissioni tossiche dalla discarica e la riapertura dei lavori di stoccaggio rifiuti sul quinto invaso già chiuso da anni.
Chiediamo oggi alla direzione generale della ASL e ai suoi servizi di igiene e prevenzione, se in questi anni abbiano mai controllato la situazione delle falde, dopo che fino al 2000 l’ex LIP (oggi ARPA) aveva appurato la contaminazione delle acque; se ci sono situazioni nuove è necessario che i cittadini vengano informati, che vengano resi pubblici i
risultati delle analisi.
Sempre nel 2000, le indagini di polizia giudiziaria riferivano che i cosiddetti pozzi-spia erano collocati in modo da rendere inutili i controlli e che quindi la discarica era tecnicamente inagibile.
La ASL ha verificato qualcosa? Questi uffici sono a conoscenza dell’innalzamento delle trincee del V invaso? Gli operatori dell’impianto di selezione in discarica tengono spesso le paratie aperte: gli ispettori della ASL hanno mai verificato le condizioni di lavoro e gli impianti di aerazione?
Nei giorni scorsi abbiamo constatato rotture e perdite gassose nelle tubature di recupero del biogas: la ASL non ha sentito? Non ha visto?
La discarica e il gassificatore preteso da Cerroni gravano su un territorio compromesso per quanto riguarda le acque potabili; nostre analisi ci danno un raddoppio dell’arsenico a Cecchina rispetto allo scorso anno e a luglio, 250 microgrammi/litro di manganese, 5 volte sopra il limite max consentito, per una fontana a Tor Palazzi, incrocio Nettunense.
La ASL ha dati di ACEA che dicono cose diverse? Li renda pubblici!
La ASL è stata informata delle caratteristiche del gassificatore di Cerroni? Come mai non è intervenuta presso gli uffici regionali nel corso della Valutazione d’Impatto Ambientale ?
La locale ASL avrebbe gli strumenti per verificare le emissioni in ossidi di carbonio, azoto, zolfo, diossine dell’impianto in questione?

Dal Comitato No all'inceneritore

 
 
 

Post N° 144

Post n°144 pubblicato il 25 Settembre 2008 da Akire28

Scoperte dalla polizia molte opere costruite con materiali altamente pericolosi
Sequestrate 18 aree nell'area cittadina ma anche a Cutro e Isola Capo Rizzuto

Crotone, scuole fatte con rifiuti tossici
sette persone indagate dalla procura

Migliaia di tonnellate di materiale con arsenico, zinco, piombo, indio, germanio e mercurio
proveniente dall'industria "Pertusola" invece di essere smaltiti in discarica erano usati in edilizia


CROTONE - Scuole, parcheggi, strade, case e opere pubbliche costruite con materiale di scarto industriale, rifiuti tossici e sostanze cancerogene. E' quanto emerge dall'operazione della polizia denominata 'Black Mountains' che questa mattina ha portato al sequestro di ben 18 aree disseminate lungo tutto il territorio crotonese fino a Cutro e Isola Capo Rizzuto, aree ad alta densità mafiosa nell'entroterra. La procura della Repubblica di Crotone, coordinata dal sostituto procuratore Pierpaolo Bruni, ha provveduto a sequestrare le strutture al centro dell'indagine. Sette persone sono state iscritte nel registro degli indagati.

Almeno 350 mila tonnellate di materiali tossici sono state utilizzate per costruire, tra l'altro, tre cortili di altrettante scuole: l'elementare San Francesco e un istituto tecnico superiore, entrambi di Crotone, e una scuola elementare a Cutro. Arsenico, zinco, piombo, indio, germanio, mercurio, sostanze tossiche speciali provenienti dagli scarti dell'industria "Pertusola" di Crotone che invece di essere smaltiti con le cautele di legge venivano impiegati in edilizia.

Il materiale avrebbe dovuto essere trattato in discariche specializzate ed invece sarebbe stato ceduto a imprese di costruzioni che lo hanno utilizzato in lavori edili riguardanti anche alloggi popolari, villette, una banchina portuale e strade.

Sette gli indagati, rappresentanti legali di ditte edili e funzionari dell'azienda sanitaria: Vincenzo Mano, legale rappresentante pro-tempore della Pertusola sud, che ha chiuso l'attività alla fine degli anni '90; Giovanni Ciampà, rappresentante legale delle imprese Ciampà; Paolo Girelli, rappresentante legale dell'impresa Bonatti; Alfredo Mungari, rappresentante legale della Costruzioni Leto e i tre funzionari dell'asl regionale: Domenico Colosimo, Francesco Ruscio e Domenico Curcio. Per tutti l'accusa è associazione a delinquere.

Il sequestro delle 18 aree è stato notificato al presidente della Provincia, Sergio Iritale, che ha diffuso una nota durissima. "La notizia - si legge - conferma, se pure ce n'era bisogno, la gravità eccezionale della situazione ambientale su larga parte del territorio provinciale e, in particolare, la responsabilità che, nel determinarsi di questa situazione, hanno avuto le politiche di aggressione al territorio e di rapina delle risorse per lunghi anni attuate dall'Eni attraverso le società controllate e le attività condotte nella provincia di Crotone".


"Questo - continua la nota - è il risultato della logica del profitto a tutti i costi, che ha trovato sul posto classi dirigenti cieche ed insensibili. Persino settori dell'informazione, sull'altare di meschini interessi economici, hanno chiuso gli occhi davanti a realtà inquietanti, che oggi si manifestano in tutta la loro esplosiva negatività. Incalcolabili danni sono stati causati alla salute dei cittadini, all'ambiente, al sistema produttivo"

Repubblica

 
 
 

Post N° 143

Post n°143 pubblicato il 23 Settembre 2008 da Akire28

RIFIUTI: NAPOLI, SEQUESTRO 'PER EQUIVALENTE' PER 2 MLN E MEZZO A DUE IMPRENDITORI

Napoli, 23 set. - (Adnkronos) - Un sequestro "per equivalente" per un ammontare di circa 2 mln e mezzo di euro e' stato operato a carico di due imprenditori impegnati nel campo dei rifiuti: Giovanni Pellini e Cuono Pellini. L'attivita' investigativa che ha portato al sequestro e' stata eseguita dai carabinieri del Comando Tutela ambiente, dalla Guardia di Finanza e dalla Dia. Il sequestro rappresenta il proseguo di un'indagine che nel gennaio 2006 porto' all'emissione di numerose ordinanze di custodia cautelare e a provvedimenti di sequestro preventivo di mezzi e aziende. Nella circostanza anche Giovanni Pellini e Cuono Pellini furono raggiunti da un'ordinanza di custodia cautelare e attualmente sono imputati per associazione pre delinquere, disastro ambientale, traffico illecito organizzato di rifiuti, falso in atti pubblici, emissione ed utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti. Il traffico illecito si sviluppava secondo "la ben collaudata tecnica del 'giro bolla' -spiegano al Noe- per cui i rifiuti venivano trattati presso gli impianti solo documentalmente". Infatti, i rifiuti, provenienti da grosse aziende del nord (Deco Industria di Cascina, nel pisano, Nuova Esa di Marcon e Servizi Costieri di Marghera, entrambe situate nel veneziano) venivano intermediate dalle societa' del gruppo Pellini e poi smaltiti nei siti nella disponibilita' della Pozzolana Flegrea (situati a Bacoli e a Giugliano, localita' del napoletano) e della Igemar (a Qualiano, Comune a nord di Napoli).
ADN KRONOS

 
 
 

Post N° 142

Post n°142 pubblicato il 19 Settembre 2008 da Akire28

«Truccati per anni i dati sulla diossina»    
 

Il sospetto alimentato da "Voelia", il colosso francese che aveva acquistato l'inceneritore dalla "Termomeccanica". Un hard disk al vaglio degli inquirenti che cercano prove a conferma dell'ipotesi del software taroccato. Intanto gli abitanti della zona insorgono: "Qui muoriamo tutti"

PIETRASANTA. I risultati delle analisi sulle emissioni dell'inceneritore del Pollino sarebbero stati "taroccati". E' l'ipotesi investigativa al vaglio della magistratura lucchese dopo l'esposto che "Veolia", la società francese che ha rilevato l'impianto dalla "Termomeccanica", ha presentato alla Procura della repubblica. Il capo dell'impianto è stato sospeso precauzionalmente, gli inquirenti hanno sequestrato un hard disk, perché - secondo quel che si sospetta - le falsificazioni sarebbero state sistematiche, affidate ad un software messo a punto proprio per far rientrare sempre i dati sugli scarichi di polveri e gas nei limiti previsti dalla legge.

Gli abitanti della zona lo sospettavano e lo denunciavano da tempo: l'inceneritore emette monossido di carbonio e diossine. "Qui muoriamo tutti..." E questa che sta per finire è l'estate della verità e dello scandalo. Prima i risultati dell'Arpat che segnalano una presenza delle diossine quattro volte superiore ai limiti previsti dalla legge nel periodo compreso tra il 23 giugno e il 15 luglio. Poi la svolta nelle indagini, preceduta anche da una lettera anonima: la magistratura punta gli occhi su un programma informatico destinato, secondo l'accusa, ad alterare sistematicamente i risultati delle analisi.

Non lo dicono gli ambientalisti arrabbiati, i comunisti di Rifondazione o gli anarchici che da queste parti non mancano. Lo conferma il procuratore della repubblica di Lucca Giuseppe Quattrocchi: «Quella del software realizzato per falsificare i dati è un'ipotesi investigativa».

A dar corpo ai sospetti è però l'esposto di "Veolia", il colosso francese che ha comprato gli impianti dalla "Tev", il ramo ecologico di Termomeccanica, che si sente truffata ed è costretta a fermare una delle due linee di incenerimento dei rifiuti. Ma se i francesi si sentono imbrogliati, la gente è sempre più convinta e preoccupata di aver respirato per anni aria inquinata da monossido di carbonio e diossine. Le loro proteste si sono sempre infrante sul muro di una condotta dolosa, che chiama in causa l'intera gestione dell'inceneritore di Falascaia e chi avrebbe dovuto controllarla.


Ci voleva il danno economico procurato ad un'azienda forte quale la società francese per far scoppiare il bubbone. Ma il sospetto è che di bubboni, su queste dolci colline pietrasantine, ne siano scoppiati altri. Troppi. La gente lamenta un grande numero di malattie cancerose alle vie respiratorie, si ricordano i risultati di un'indagine della clinica pediatrica dell'università di Pisa che aveva focalizzato nell'area compresa tra Viareggio e Pietrasanta un picco di pubertà precoce nelle bambine, che diventano donne, ma non nella statura e nel fisico, che resta quello della pubertà.

Adesso è una grande corsa a prendere le distanze. La Provincia di Lucca ha prelevato campioni di latte e miele e li ha inviati al laboratorio di analisi di un'università romana per verificare l'eventuale presenza di polveri e gas. Le amministrazioni comunali che fanno parte del consorzio per lo smaltimento dei rifiuti, presieduto dal sindaco di Seravezza Ettore Neri, annunciano la volontà di costituirsi parte civile nei confronti della "Tev".

Cosa che sarebbe intenzionato a fare anche Enrico Friz, direttore operativo per l'Italia di "Veolia". Sono loro, in effetti, ad aver acquistato un impianto che è stato subito chiuso e per rimetterlo in sicurezza dovranno spendere dieci milioni di euro. Sono incavolati, ma questo - come dicono loro - ça va sans dire.
(di Giuliano Fontani da "Il Tirreno" - 03 settembre 2008)

 
 
 

Post N° 141

Post n°141 pubblicato il 12 Settembre 2008 da Akire28

Brutta avventura per un agricoltore di 21 anni che improvvisamente ha perso conoscenza. I medici del ‘Fatebenefratelli’: intossicazione da esalazione. Preoccupazione tra la popolazione

Pubblicato da codisam su Settembre 12, 2008

Brutta avventura per un agricoltore di Sant’Arcangelo Trimonte. Si tratta di un ragazzo di appena 21 anni la cui famiglia è proprietaria dei terreni che si trovano di fronte alla discarica di contrada Nocecchie. Oggi pomeriggio, il ragazzo si è recato nei campi per svolgere alcuni lavori.
Ad un certo punto ha perso conoscenza. Lo svenimento è stato dovuto ad intossicazione per esalazione, come è stato certificato, dai medici del pronto soccorso dell’ospedale Fatebenefratelli di Benevento. Praticamente, secondo quanto dichiarato dal 21enne, dalla discarica si sono levati delle esalazioni nocive che il vento ha poi portato verso il suo terreno procurandogli lo svenimento. I medici lo hanno giudicato guaribile in dieci giorni e poi lo hanno rimandato a casa raccomandagli di non esporsi più a queste esalazioni nocive. La vicenda è abbastanza preoccupante perché il vento potrebbe spingere le esalazioni anche verso il vicinissimo paese. Occorre, quindi, che al più presto l’Arpac e la struttura commissariale effettuino i dovuti controlli per tranquillizzare la popolazione del piccolo centro sannita.

Forse qualcuno non ci credeva, aspettava le prove di quanto detto in questi mesi, non solo dal Codisam, ma da luminari della scienza e della medicina: la discariche sono nocive per la salute. La brutta vicenda che ha colpito il giovane agricoltore è la tangibile prova di questa cruda realtà, è il triste e segnato destino degli abitanti di Sant'Arcangelo. Purtroppo niente di nuovo, tutto era stato ampiamente previsto. Se alle manifestazioni promosse dal Codisam e alle quali hanno partecipato per ben due volte studiosi dell'assise, medici ed oncologi, alle quali, ahimè, molto scarsa era la presenza della popolazione locale, tutti avrebbero appreso i danni provacati alla salute dalle esalazione dei rifiuti, del velenoso percolato che si sprigiona dalla loro combustione, e che la puzza non è altro che il sintomo del male, è l'odore delle nanoparticelle che penetrano nell'organismo e si legano al dna, cambiando la nostra salute per sempre. Non ci meraviglieremo, un domani,se il popolo di sant'arcangelo sarà decimato da tumori. E l'amministrazione comunale che fa? Zittisce le bocche con posti di lavoro a rischio per la salute, pensa ai benefits, scambia la mera informazione con campagna politica. Bene, interessarsi e lottare per difendere la salute di tutti è politica, allora ben venga questo tipo di politica. Dato che quella a cui assistiamo nel comune di sant'arcangelo non si sa come definirla...di certo, no politica..

 
 
 
 
 

INFO


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Data di creazione: 19/03/2008
 

COME ERA CONTRADA NOCECCHIE UNA VOLTA

 

LAVORI ALLA DISCARICA DI SANT'ARCANGELO

 

DISCARICHE INQUINATE

 

 

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