BUON ANNO......

Post n°17 pubblicato il 03 Gennaio 2008 da lorebi

 Qualche anno fa, alle Olimpiadi di Seattle per disabili, nove partecipanti con un handicap mentale o fisico, si allinearono sulla linea di partenza dei cento metri piani. Al colpo di pistola partirono tutti: non esattamente a razzo, ma con una determinazione che faceva loro assaporare il gusto della competizione, della corsa da portare a termine. Tutti, cioè, tranne un ragazzo che incespicò al primo passo, fece un paio di capitomboli e si mise a piangere. Gli altri otto lo sentirono piangere, rallentarono la corsa e si girarono: e ognuno di loro, dal primo all'ultimo, ritornò sui suoi passi. Una ragazza Down si piegò su di lui, lo baciò e gli disse: 'Questo te lo farà passare'. Lo aiutarono a rialzarsi, poi i nove, stavolta tutti insieme., tagliarono il traguardo, camminando insieme, tenendosi a braccetto. Tutto il pubblico nello stadio si alzò in piedi, in un applauso che durò parecchi minuti. E le persone che c'erano ne parlano ancora. Perchè? Perchè in fondo all'animo sappiamo tutti che ciò che conta veramente nella vita è qualcosa di più che ottenere medaglie e vittorie per noi stesse. Ciò che veramente conta nella vita è aiutare gli altri nella loro corsa, anche se per noi ciò significa rallentare e modificare il nostro percorso"...

 
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Post N° 16

Post n°16 pubblicato il 15 Novembre 2007 da lorebi

Disegna il nostro incontro.
Il tuo volto,
poi il mio,
solo immagini e colori
in cui perdersi
ad inventare
possibili risposte.
 

 
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Post N° 15

Post n°15 pubblicato il 15 Novembre 2007 da lorebi

Vivimi così,
intenta ad unire fiaba e desiderio
tra le righe di una poesia
lontana dal mondo.
Tienimi così,
tra le mani,
ignorando la mia anima inquieta
in balia dell'umore
di un attimo.
Prendimi così,
accesa come scintilla di fuoco
che illumina la notte,
mentre antitetiche parti di noi,
ballano in silenzio,
in cerca di un suono percettibile....

 
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Post N° 14

Post n°14 pubblicato il 15 Novembre 2007 da lorebi

...Una volta mi dissero che l'amore dei gabbiani, come quello degli alcioni, dura a lungo, spesso per tutta una vita. Infatti i pescatori a volte trovano sulla sabbia i loro corpi senza vita,a due alla volta mai soli. Volano per l'ultima volta sulla riva solitaria per morire insieme....

 
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IL PESCATORE DI SOGNI....

Post n°13 pubblicato il 16 Luglio 2007 da lorebi

Di pochi uomini il mare conserva un buon ricordo. Di poche anime ne sente il respiro. Di pochi cuori ne ascolta il battito. Come gli uomini che parlano ai cavalli,così i pescatori di sogni parlano all’acqua; che non è come parlare al vento.
I pescatori di sogni raccolgono dalle onde leggere i respiri di un amore,dagli anfratti scogliosi colgono immagini lontane di vita che si rinnova onda dopo onda,dalla sabbia fina e leggera,che basta un po’ di vento per farla volare,i pescatori di sogni prendono le orme dimenticate e le riportano in vita. Ascoltano l’eco delle voci dei bambini ed il rumore silenzioso dei loro castelli sgretolati. I pescatori di sogni non hanno bisogno di alcun tempo per recarsi al mare,il mare vive in loro. Basta chiudere gli occhi,per un pescatore di sogni,per sentire il profumo della vita in continuo movimento,il rumore leggero delle onde che scivolano alla riva,dei cavalloni che si infrangono schiumeggianti alle scogliere e ridere,sorridere,ricordando di quando sono stati bambini…..

Si narra di uomo che, avendo scelto il mare per amico,confidava a lui ogni cosa. Un amore,un desiderio,un dolore grande e insopportabile,una gioia infinita da riuscire a tenerla chiusa in petto.
Fin da bambino viveva con il mare dentro al cuore. Gli bastava vederlo per sentirsi felice. Passava ore e ore a guardare il movimento lento,continuo,perenne delle acque bagnanti la riva che,come per magia, si ritiravano lentamente e ritornavano,si ritiravano e ritornano sempre,per sempre….
Da bambino,quando andava al mare,passava le sue giornate in acqua incurante dei richiami della mamma. Il suo sport preferito era raccogliere vongole. Era bellissimo. Stava tre o quattro ore filate a pescare. Con le pinne scostava la sabbia e poi,d’incanto,ecco apparire tanti piccoli lembi bianco-grigi che sembravano innumerevoli occhi che fissavano:erano le vongole;un gran respiro e giù a prenderle. Era bellissimo affondare le mani nella sabbia morbida ed uscire coi pugni pieni di conchiglie. Ogni tanto qualcuna pizzicava oppure qualche granchietto nascosto,dava un morso con le chele aguzze ma era poca cosa al confronto della gioia provata ad ogni risalita.
Il mare era generoso con il suo amico. Gli donava le preziose conchiglie in abbondanza,sapeva di farlo felice. Man mano che cresceva imparò tutti i segreti della pesca senza mai abusare nell’approvvigionamento di quei doni. Il bambino cresceva e l’uomo pian piano si allontanava dal tempo dei giochi,delle corse sulla sabbia e dei castelli con i suoi canali,i ponti,le gallerie,franate rovinosamente come i sogni della vita,i sogni che poi,domani,sarebbe andato a ricercare…..
E trovò il suo primo amore,una sera,seduto alla riva;e trovò gli occhi dimenticati di suo padre,seduto alla scogliera;e trovò le carezze da bambino,di sua madre e la voce calda,lo sguardo dolce della nonna e il suo migliore amico,andato via in un mattino d’estate,sotto il sole,senza nemmeno una parola,un saluto.
Quante birre hanno bevuto assieme,il mare non lo ricorda più. Ubriachi di bottiglie vuote giocavano poi coi tappi stanchi di essere girati,rotolati fra le dita e poi,finalmente,lanciati via. Il mare,fedele,li riportava indietro.
Il pescatore di sogni lanciava la sua lenza e aspettava paziente,non il pesce,ma lo scorrere del tempo.L’esca,erano i suoi pensieri che,attirati dall’odore forte del mare,si tuffavano nelle acque fresche alla ricerca non di prede,ma di soluzioni,di intuizioni,di promesse dimenticate da portare a termine,di un momento di pace,di refrigerio,di conforto per la sua anima.
Il pescatore di sogni parlava al mare che gli rispondeva;bisbigliava la sua voce fra le onde e urlava il disappunto o il suo consenso attraverso i fischi dei gabbiani.
Il pescatore di sogni credeva che per ogni stella caduta in mare,un’anima si reincarnava nel corpo di un uomo e allora chissà,se quella notte,in cui le stelle caddero a decine,il suo amico non tornò a vivere chissà dove…..e magari un giorno,chissà,si sarebbero incontrati ancora e il mare,glielo lasciò credere.
Si dice che il mare all’orizzonte si unisce al cielo ma gli uomini ormai,non ci credono più.
Solo il pescatore di sogni conosce la verità,gliel’ha detta il mare una sera che pioveva forte,La pioggia batteva sui vetri dell’auto,i fari illuminavano la scogliera e il fumo della sigaretta si spegneva appena usciva dal finestrino semichiuso.
Le gocce rimbalzavano sul mare come ballerini all’opera,ballavano una danza antica come il mondo e una musica si sollevava adagio nell’aria. Il bisbiglio delle onde si trasformò in una voce calda,lenta,forte:
“Questa sera ti confido un segreto,amico mio,allontana i tuoi pensieri e ascoltami. La leggenda è vera;il mare all’orizzonte si unisce con il cielo. Il mondo è una palla gigantesca e il cielo altro non è che il mare alto;il mare altro non è che il cielo basso.
Gli uomini non possono saperlo questo segreto,tienilo per te. Gli uomini sono ingordi di sapere,vogliono scoprire sempre mondi nuovi. Guai se il segreto venisse svelato. Il cielo sarebbe invaso da loro,sporcato dai rifiuti,avvelenato dagli scarichi,contaminato dall’odio e dalla sete di potere e non potrebbe più rigenerare il mare,che ancora è vivo grazie a questo mutamento continuo,a questo rotolare insieme invisibile delle acque

e delle nuvole.”
 

Quando il pescatore di sogni si risvegliò,dentro l’auto,la pioggia era cessata. Il mare si era calmato. Sparse,sui sedili,stavano tre anzi,quattro bottiglie ma……mancavano i tappi……… allora forse……... è stato tutto vero

 
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