Nomadi Ossola

DAI GIORNALI: LA GAZZETTA DI PARMA


Nomadi: "Il nostro cuore vivo"Negli anni '80, raccontano, «eravamo indipendenti per forza, perchè nessuno ci voleva». Oggi invece, per i Nomadi, abbandonare la casa discografica e pubblicare i dischi da indipendenti è una scelta ponderata e voluta, seguita alla constatazione che «il ruolo delle major va scemando».Per uno dei gruppi più longevi della musica italiana, 15 milioni di copie vendute, è il momento di «mettersi in proprio, sentire un po' di adrenalina» con un primo disco tutto autoprodotto, racconta Beppe Carletti, storico tastierista e fondatore della band. Il risultato, a soli sette mesi dall’album di cover «Raccontiraccolti», è «Cuore vivo», 10 brani anticipati dal singolo «Toccami il cuore», distribuiti da Artist First: «Le case discografiche stanno diventando più che altro dei distributori, quindi abbiamo scelto qualcuno che di mestiere fa solo quello – ha spiegato Carletti, incontrando i giornalisti a Milano -. Siamo grati alla Warner, non ci ha mai messo i bastoni fra le ruote, ma le nostre strade si dividono». Il loro nuovo album, in uscita oggi, contiene due inediti e otto brani riarrangiati, fra b-side e canzoni meno conosciute: «Vogliamo far rivivere il periodo a cavallo fra gli anni '60 e '70, con pezzi che solo chi ha seguito la storia dei Nomadi dall’inizio conosce – racconta Carletti -. Ma sono canzoni che sembrano scritte oggi, per nulla datate». Se la scelta di proseguire il cammino da indipendenti si rivelerà vincente, lo deciderà solo il pubblico, «una nostra costola fondamentale», ricorda Carletti: «Nessuno può vantare dei fan come i nostri, siamo tutti una famiglia. Molti fanno le ferie con noi, seguendoci passo passo nelle date estive dei tour e per questo facciamo oltre 100 concerti l’anno». Forti di questo amore, i Nomadi vanno avanti per la loro strada, senza curarsi delle etichette: «Non mi sento offeso quando mi danno del comunista, ma non ho nessuna tessera – dice Carletti -. Però quando mi invitano alla festa di An non ci vado, non mi sentirei coerente». E ai prossimi referendum? «Voto quattro sì», risponde.