nomizo

la libertà di spirito


Platone, Teeteto, 172 C-D"...TEODORONon abbiamo forse tempo libero, o Socrate?SOCRATEPare di sì. E spesso in verità, amico mio, anche in altre occasioni, ma ora in special modo, ho avuto modo di osservare che quanti dedicano molto tempo all'indagine filosofica, quando entrano nei tribunali, fanno la figura di oratori ridicoli.TEODOROComa mai dici questo?SOCRATEQuelli che si aggirano nei tribunali e in luoghi simili fino da giovani a confronto di coloro che sono stati nutriti nello studio della filosofia e in tali attività, danno l'impressione di essere stati tirati su con un trattamento da schiavi nel confronto di uomini liberi.TEODOROPer quale ragione?SOCRATEPer questa: in quanto quelli che tu dicevi poco fa, trovano sempre tempo libero a disposizione, e con molto agio si fanno i loro discorsi in pace: come noi, ora, cambiamo discorso da discorso per la terza volta, così anche per quelli, quando di punto in bianco sopraggiunge loro chi li attrae di più, come noi ora, di quello che si sono proposti? E nulla importa loro di indugiare e discutere per le lunghe e per le brevi, alla sola condizione che riescano a toccare il vero. Gli altri invece parlano con preoccupazione - li incalza l'acqua che scorre giù dalla clessidra [41] - e non possono neppure fare i discorsi nel modo desiderato, perché su loro incombe il contendente che arreca necessità e l'accusa letta a voce alta, al di fuori dei quali non si deve argomentare: ed è quello che chiamano giuramento reciproco. E i loro discorsi riguardano sempre un compagno di schiavitù contro un padrone che se ne sta lì, seduto, e ha una causa in mano, e sono come gare di corsa che non si svolgono mai da una parte e dall'altra, ma sempre per quella di uno stesso fine: e spesso la corsa riguarda anche la stessa vita. Tanto che, per tutte queste ragioni, sono sempre sotto pressione e diventano scaltri, sapendo lusingare il padrone con le parole e ingraziarselo con i fatti, meschini e non retti nell'anima. La capacità a progredire, la rettitudine, il sentimento della libertà, lo porta via loro la condizione di servitù fin dalla prima giovinezza, costringendoli ad azioni tortuose, scaraventandoli in grandi pericoli e paure con le anime ancora delicate, che essi non possono sopportare con giustizia e verità, volgendosi subito alla menzogna e a farsi ingiustizia gli uni con gli altri, molte volte si piegano e si spezzano, tanto che, non avendo nulla di sano nel pensiero, finiscono per diventare uomini da ragazzetti, abili e sapienti come essi si ritengono. E questi sono tali, Teodoro. Vuoi che passiamo in rassegna quelli del nostro coro o che lasciamo andare volgendoci di nuovo al nostro ragionamento, per non avvalerci troppo, come dicemmo anche poco fa, di quella libertà e di quella possibilità di cambiare i discorsi?...."*********************************************************************ConsiderazioneNel Teeteto si racconta anche del filosofo Talete il quale mentre studiava gli astri   e stava guardando in alto, cadde in un pozzo. Allora una sua giovane schiava, intelligente e graziosa, lo prese in giro, osservando che si preoccupava  tanto di conoscere le cose che stanno in cielo e invece non vedeva  quelle che aveva davanti tra i piedi.*