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Alghero: la sua musica VI


Con tanta scarsità di documenti,, sulla base di ricordi talvolta confusi e lontani, non posso essere esauriente nell'esaminare periodi molto distanti da noi, soprattutto mancando una traccia certa sull'età delle composizioni.Non è stata scritta una sola nota di quei componimenti che nella raccolta del Toda sono chiamati canzoni.Non rimane che dipanare la matassa sulla scorta dell'unica testimonianza orale vivente, il signor Sanna "Cochetta", per il quale queste composizioni ritenute antiche sono state da lui apprese in due versioni musicali: una sarda, l'altra sardo-algherese.Prima di parlare del momento più importante della musica algherese, non mi rimane che citare ancora un testo che come tema e struttura può essere assimilato alle composizioni della scuola siciliana della corte di Federico I. Certamente medievale, da convincere lo stesso Toda a definirla "cansò de amor que tè tot lo caracter de un romans vell". Mariner, bon mariner,que Deu vos donga bonansa,vist haveu y conegutel meu amador de Fransa?.........................................
 Si può continuare a citare "canzoni" così chiamate, come quelle de "Lu sidaru" del 1820-1847, ma, come al solito, non vi è per queste un ricordo musicale. Anzi, si potrebbe azzardare l'ipotesi che questi versi non venissero cantati o che, essendo questi dei poemetti, ricalcassero gli schemi melodici usati dai "cantores" sardi nelle gare di improvvisazione.D'altronde, secondo testimonianze storiche, sembrerebbe che i Catalani approdati nell'Isola e stanziatisi per un certo periodo in Alghero e successivamente estintisi, fossero rappresentati da soldati e da galeotti. Non si capisce quindi come questi potessero lasciare tracce di musica in un'Isola che nei millenni precedenti aveva codificato le sue espressioni musicali che sono arrivate intatte e genuine fino ai nostri giorni.Questa era la situazione all'inizio del secolo, appresso alla venuta del Toda che si era guardato dal riportare nel suo volumetto tutti gli aspetti della musica algherese come li aveva trovati, essendo interessato a ricercare quelle tracce di catalanità che, essendo esigue, erano state assimilate dalla cultura sarda.Il merito di aver conservato al lingua va alla popolazione sarda che ad Alghero ha appreso il lessico catalano adattandolo alla sintassi della lingua sarda.Le stesse popolazioni sarde, riappropriatesi della città, hanno continuato secondo il loro costume ad accogliere ed ospitare in questo porto la gente di mare trasferitasi dalla penisola italiana.Vedremo in seguito come questo fenomeno abbia influito sulla musica algherese, soprattutto per quanto riguarda la produzione di un certo periodo.Articolo pubblicato nel maggio 1985 su "Nuova Comunità"