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Alghero: la sua musica IX


L'Agrupasiò "La Palmavera" fu costituita agli inixi del XX secolo assumendo una denominazione forse riferita ad un fatto culturale di rilevante importanza che in quegli anni si verificò nella campagna algherese, cioè lo scavo del complesso nuragico Palmavera ad opera dell'archeologo Antonio Taramelli nel 1905.Fra i numerosissimi reperti rinvenuti si trovò uno zufolo d'osso a testimonianza del fatto che nell'algherese una tradizione musicale autoctona aveva diversi millenni di vita antecedenti  alla conquista aragonese. Ricordo inoltre che nei primi anni del novecento era attivissimo il teatro civico ove si effettuavano le stagioni liriche frequentate logicamente e principalmente dalla classe nobile-intellettual-borghese.Altro fenomeno musicale fu l'approdo in città delle melodie napoletane di Piedigrotta che venivano importate dai pescatori di corallo di Torre del Greco.Queste le due fonti alle quali i musicisti della Palmavera attinsero le loro composizioni, perch nella ricerca di una fuga dalla tradizione sarda rimasero comunque distanti dalla cultura musicale catalana che non conoscevano affatto data l'assoluta mancanza, per i tempi, di mezzi di trasmissione diversi da quelli orali, riguardanti questa espressione artistica.Le arie del melodramma italiano arrivavano con le compagnie liriche, ed era quasi certamente possibile anche se con qualche difficoltà venire in possesso delle partiture, ugualmente dicasi per le melodie napoletane che nel porto saranno state presenti nell'arco dell'intera giornata, ripetute con assiduità dai nostalgici ceins (corallari).Questi i soli mezzi di trasmissione della musica, quindi come sarebbe stato possibile produrre ad Alghero musica catalana non essendovi in quegli anni alcuno scambio concreto con quella che un poeta della Palmavera, Antoni Ciuffo, con lo pseudonimo Ramon Cravagliet (sassarese secondo recenti ricerche di uno storico algherese) definì "l'agognata patria" nei suoi versi che ora sono stampigliati sulla stele posta nei giardinetti della Mercede in ricordo del gemellaggio con la città catalana di Tarragona:De la banda de ponent                   /Verso il ponenteHi ha una terra gliuna gliuna         /c'è una terra lontana lontanaÉs la nostra Catalunya                   /è la nostra CatalognaBeglia, ricca i rinascenta                /bella, ricca e rinascente Forse la cosa più invitante e che stimolava il trasporto del poeta della Palmavera era la ricchezza catalana,con la quale la sua poverissima Sardegna, poco attraente in quegli anni sotto questo aspetto, non poteva certo competere.Juan Pais, musicista, compose la serenata che sarebbe diventata in seguito l'inno della catalanità algherese dal titolo "Serenara a Tereseta" conosciuta con il nome di "Daspeltata", la prima parola del testo. Riporto di seguito due righe della partitura originale.La serenata è una composizione generalmente inserita nel melodramma. La nostra in effetti ha due marcate influenze, sia nella musica che nel testo, che le derivano dal melodramma italiano e dalle serenate napoletane.La musica che accompagna la strofa è decisamente classicheggiante, mentre quella del ritornello si accosta maggiormente al folklore napoletano. I versi del testo, di Ramon Cravagliet, sono ispirati dalle tematiche napoletana fatte di richiami dal sonno, di voci tristi nella notte, di chiari di luna, etc. cioè forse quanto di meno catalano si possa immaginare.Rimane il lessico catalano-algherese che ha la funzione di dare alla composizione una connotazione culturale equivoca se la si riferisce al catalanismo, ma che invece acquista un'identità inconfondibile se riferita alla nostra città dove varie influenze ed accidenti storici si fondono creando una nuova curiosa originale cultura: l'Algherese.Un elemento di grande importanza è inoltre dato dagli strumenti musicali che tradizionalmente accompagnano le canzoni algheresi e che sono la chitarra e il mandolino. Sono due strumenti musicali caratteristici delle musiche del napoletano. In Catalogna lo strumento che accompagna le sardane è la "tenora", uno strumento a fiato. In un pezzo musicale del complesso "La Trinca" che riguarda la "Festa Major" di Barcellona, ad un certo punto si dice: "Arriba l'hora de ballar sardanes, ja es posa la tenora e refilar...". Ad Alghero non si è mai utilizzato tale strumento musicale.Gli strumenti musicali della tradizione sarda sono le launeddas e anche queste non sono presenti nel panorama della musica algherese.Si può dedurre quindi che chitarra e mandolino non arrivano ad Alghero né dalla tradizione sarda né da quella catalana.  Nota al testo: i nomi e le parole algheresi sono scritte così come si pronunciano e non secondo la grafia catalana, onde agevolarne la corretta lettura. Pubblicato nel settembre 1985 su "Nuova Comunità"