17 maggio 1943Erano tutti lì a "Su Paradisu"sgomenti, terrorizzati!Il lugubre rombo dei bombardieri,i boati, il fumo denso degli incendiportavano sulle alture di Villanovail tanfo della guerra."Alghero brucia! Ecco le fiamme!"Alghero muorefra tuoni e schegge arrugginite,Alghero muore, dissanguata di sole,dolorosa scogliera,Alghero muore in quest'anno carico di terrore.E noi piccoli e incoscienti,fra il riso e il pianto,a lume di candela continuavamo i giochinel retrobottega del ciabattino,fra le botti piene,con l'odore del mosto e delle pelli.Ricordi mamma?Hai visto cadere le bombe sulle tue torri!Più tardi siamo scesi negli stretti vicolichiusi da cumuli di macerie anneritecoperte dal silenzio.E abbiamo cercato i ricordifra le canne putride dei solai crollati,là, fra corpi tumefatti e mani impietriteche aggrappavano disperate la vita.Poi vennero le notti ingiallitee nere menzogne calarono dai balconi di Piazza Civica:"Non ci sarà più guerra" Hanno detto!Ma l'odioso lavoro, negli opifici della morte continua.Ecco i fucili! Ecco le bombe!Ecco il lucido piombo che corrode le carnie precipita nel nulla gli affetti e le speranze.Come potete accettare, uomini, di coltivare il seme dell'orrore?Lasciate che questi neri strumentiarrugginiscano ingrippati, in disparte,via, lontano dalla vita!Ancora ieri, nel nostro soggiorno,scorrevano le immagini di Beirut martoriatae gli Afgani e gli Iraniani uccisied i Cileni torturatie il valzer della guerra, sguaiato, sgraziato, orrendo,suonava nei timpani campane a morto.Ora non più! Ora io voglio portare i bambini nei pratiper correre e gridare e riempirsi di verde e di sole.E voglio vedere sinuose e lucide forme di fanciullestese sulla bianca sabbia del lidoabbandonate al sole, velate di bruno,sulle rive di un mare trasparente e tiepido.Voglio costruire fortini d'amoreed innalzare muraglie di pace.Voglio andare fra le stelle,con veloci astronavi, incontro alla luce. Ho scritto questa poesia in ricordo del bombardamento di Alghero del 17 maggio 1943. La mia famiglia era sfollata a Villanova Monteleone e proprio da un punto panoramico, abbiamo potuto vedere il bombardamento. Ero molto piccolo, e nella poesia ho descritto l'evento ponendo l'accento sui particolari che più di altri hanno lasciato tracce nella mia memoria. Il testo della poesia ha poi dato origine ad una canzone che ha partecipato ad un Festival della canzone algherese a metà degli anni ottanta. La musica è stata composta da Enrico Ceravola e Gavino Fonnesu.Il testo in algherese è scritto secondo la pronuncia.UNA CANZO' PE' LA PAUL'Alghè s'anzen Alghero si accendemira las framaras guarda le fiammateL'Alghè mori Alghero muoreAsvanara de sol svenata di soleAspragia dururosa Spiaggia dolorosaL'Alghè mori Alghero muoreAma 'l cor unfrat de por con il cuore gonfio di paura Son passaz coma colbus Son passati come corviLus aereoplans tigniz de negra gli aeroplani tinti di nerogitant bombas arreu lanciando bombe in quantitàdamunt de 'cheglias casas probas sopra quelle povere caseI musaltrus criaturas e noi bambinigiugavan a glium de candera giocavamo a lume di candelane la butiga del sabatè nella bottega del ciaattino tra le botti del vino tra le botti del vinoTa racoldas o ma' Ti ricordi o mammatu has vist cara las bombas tu hai visto cadere le bombedamunt de las torras. sopra le torri.Mès talt sem dabasciaz più tardi siamo scesinels carrarols tancaz nelle strade chiusede las parez calguras dai muri cadutii havem salcat lus racols e abbiamo cercato i ricorditra la boviras dasfetas. tra i soffitti distrutti.Ara no mès Ora non piùAra io vul pultà ora io voglio condurrean campagna las criaturas in campagna i bambinipe' sa umprì de velt per riempirsi di verdeI vul vera beglias mignonas e voglio vedere belle ragazzeculgaras en la rena sdraiate sulla sabbiaa custat de una mar trasparenta vicino ad un mare trasparenteVul fabricà fultins de amor Voglio costruire fortini d'amorei muraglias de pau e muraglie di pacevul anà a mig de las astreglias voglio andare tra le stelle.
Alghero, 17 maggio 1943
17 maggio 1943Erano tutti lì a "Su Paradisu"sgomenti, terrorizzati!Il lugubre rombo dei bombardieri,i boati, il fumo denso degli incendiportavano sulle alture di Villanovail tanfo della guerra."Alghero brucia! Ecco le fiamme!"Alghero muorefra tuoni e schegge arrugginite,Alghero muore, dissanguata di sole,dolorosa scogliera,Alghero muore in quest'anno carico di terrore.E noi piccoli e incoscienti,fra il riso e il pianto,a lume di candela continuavamo i giochinel retrobottega del ciabattino,fra le botti piene,con l'odore del mosto e delle pelli.Ricordi mamma?Hai visto cadere le bombe sulle tue torri!Più tardi siamo scesi negli stretti vicolichiusi da cumuli di macerie anneritecoperte dal silenzio.E abbiamo cercato i ricordifra le canne putride dei solai crollati,là, fra corpi tumefatti e mani impietriteche aggrappavano disperate la vita.Poi vennero le notti ingiallitee nere menzogne calarono dai balconi di Piazza Civica:"Non ci sarà più guerra" Hanno detto!Ma l'odioso lavoro, negli opifici della morte continua.Ecco i fucili! Ecco le bombe!Ecco il lucido piombo che corrode le carnie precipita nel nulla gli affetti e le speranze.Come potete accettare, uomini, di coltivare il seme dell'orrore?Lasciate che questi neri strumentiarrugginiscano ingrippati, in disparte,via, lontano dalla vita!Ancora ieri, nel nostro soggiorno,scorrevano le immagini di Beirut martoriatae gli Afgani e gli Iraniani uccisied i Cileni torturatie il valzer della guerra, sguaiato, sgraziato, orrendo,suonava nei timpani campane a morto.Ora non più! Ora io voglio portare i bambini nei pratiper correre e gridare e riempirsi di verde e di sole.E voglio vedere sinuose e lucide forme di fanciullestese sulla bianca sabbia del lidoabbandonate al sole, velate di bruno,sulle rive di un mare trasparente e tiepido.Voglio costruire fortini d'amoreed innalzare muraglie di pace.Voglio andare fra le stelle,con veloci astronavi, incontro alla luce. Ho scritto questa poesia in ricordo del bombardamento di Alghero del 17 maggio 1943. La mia famiglia era sfollata a Villanova Monteleone e proprio da un punto panoramico, abbiamo potuto vedere il bombardamento. Ero molto piccolo, e nella poesia ho descritto l'evento ponendo l'accento sui particolari che più di altri hanno lasciato tracce nella mia memoria. Il testo della poesia ha poi dato origine ad una canzone che ha partecipato ad un Festival della canzone algherese a metà degli anni ottanta. La musica è stata composta da Enrico Ceravola e Gavino Fonnesu.Il testo in algherese è scritto secondo la pronuncia.UNA CANZO' PE' LA PAUL'Alghè s'anzen Alghero si accendemira las framaras guarda le fiammateL'Alghè mori Alghero muoreAsvanara de sol svenata di soleAspragia dururosa Spiaggia dolorosaL'Alghè mori Alghero muoreAma 'l cor unfrat de por con il cuore gonfio di paura Son passaz coma colbus Son passati come corviLus aereoplans tigniz de negra gli aeroplani tinti di nerogitant bombas arreu lanciando bombe in quantitàdamunt de 'cheglias casas probas sopra quelle povere caseI musaltrus criaturas e noi bambinigiugavan a glium de candera giocavamo a lume di candelane la butiga del sabatè nella bottega del ciaattino tra le botti del vino tra le botti del vinoTa racoldas o ma' Ti ricordi o mammatu has vist cara las bombas tu hai visto cadere le bombedamunt de las torras. sopra le torri.Mès talt sem dabasciaz più tardi siamo scesinels carrarols tancaz nelle strade chiusede las parez calguras dai muri cadutii havem salcat lus racols e abbiamo cercato i ricorditra la boviras dasfetas. tra i soffitti distrutti.Ara no mès Ora non piùAra io vul pultà ora io voglio condurrean campagna las criaturas in campagna i bambinipe' sa umprì de velt per riempirsi di verdeI vul vera beglias mignonas e voglio vedere belle ragazzeculgaras en la rena sdraiate sulla sabbiaa custat de una mar trasparenta vicino ad un mare trasparenteVul fabricà fultins de amor Voglio costruire fortini d'amorei muraglias de pau e muraglie di pacevul anà a mig de las astreglias voglio andare tra le stelle.