PEZZIDILIQUIRIZIA

zio PEPERONCINO


Appena ho ricevuto la telefonata che annunciava la triste notizia mi è venuto spontaneo guardarmi la scollatura: quelle macchie ancora lì, le lentiggini che non se ne vanno più.Lo zio aveva uno strano carattere, era particolare, un po’ birichino.Un’estate andai al mare con lui la zia ed i cugini.Io ero terrorizzata dalle scottature solari e dall’eritema.Il primo giorno mi son seduta prudentemente all’ombra e lui: “ ma cosa fai, vieni al mare e ti siedi lì come una vecchia? Ma dai vieni a giocare con noi!” ed io titubante esitai poi, docile e remissiva, acconsentii.Però prima mi spalmai un chilo di crema protettiva e lui: “ma che fai, vuoi diventare una cotoletta? Giocando a palla con la sabbia farai un disastro. E poi queste creme, chissà cosa contengono, ma dai lascia respirare la tua pelle e vieni liberamente a giocare a palla!!” ed io titubante esitai poi, docile e remissiva, mi pulii e acconsentii.Dopo una accanita partita a pallavolo, sudati ed insabbiati era l’ora del bagno, meritata e bramata  soddisfazione dopo la fatica. Io mi tirai subito indietro: l’acqua del mare, il sudore, l’ora critica…no no !! Mi sciacquo sotto la doccia e mi siedo all’ombra; e lui ”ma dai tesoro dello zio vieni a divertirti con noi in mare, ti rinfreschi un po’ ….! ”Onestamente ne avevo una gran voglia! Adoro il mare e nuotare; il primo bagno della stagione….mi tentava proprio. Un po’ esitai poi, docile e remissiva, acconsentii e mi tuffai.Mi sono divertita molto quel giorno
La sera , però scontai tutto
Una ustione catastrofica, ed ovviamente l’eritema. Avanti al petto la pelle sembrava che bollisse. Dolorosissime bolle poi la pelle che si seccava e si “sfogliava” come un millefoglie.Da quel dì di trenta anni fa alcune lentiggini hanno invaso la mia scollatura in ricordo di quella vacanza, quella ustione, quello zio che da quel giorno mi chiamò PEPERONCINO …Ieri un’auto lo ha investito, lo ha fatto volare in aria, poi è caduto sull’asfalto .Lo zio birichino di PEPERONCINO non c’è più.Lui che dopo trenta anni, ogni volta che mi incontrava, con un tono di scuse e prostrato, abbassava gli occhi e ancora mi chiamava PEPERONCINO.