Oggi c’è una premessa.Di mano in mano saltano fuori i difetti. Chi mi ha conosciuto Venerdì sera alla Gabella per la presentazione del libro di mia nipote , è pregato, se mi incontra, di svegliarmi con uno scossone e dire GABELLA!!!!.Capisco subito.A volte pare che io faccia la “snobbettina” e non voglia salutare, ma non è così. Non sono fisionomista o meglio sono sempre distratta e così non mi approprio dei dati somatici della gente .Se mio marito avesse fatto il marinaio, al suo ritorno sarebbe stato accolto con un :”Desidera?” E’ vero sono molto distratta, ma non come la zia Gina , che in famiglia era un termine di paragone.Un esempio: un giorno era in bicicletta e giunta al semaforo frenò, ma dimenticò di mettere i piedi a terra.Ma torniamo a noi . E’ il giorno del mea culpa … va bene , mi confesserò.Non è esattamente vero dire che non ho mai scritto nulla , intendevo dire che non ho mai cercato di pubblicare nulla, in quanto non mi sembravano argomenti degni di nota .Ho sempre scritto , ma non un diario, di qui e di là , su pezzi di carta volanti o vecchie agende.Per me era come sdraiarmi sul sofà dello psicanalista e liberarmi della zavorra.Buona parte di questi capolavori, per fortuna andarono persi nel trasloco . A volte però apro un cassetto e trovo qualcosa che mi ricorda un tempo lontano. Fanno sorridere , perché vi scaricavo solo le noie quotidiane, le cose irritanti che a volte capitano, ma in quel momento mi facevano star meglio.I grandi dolori però non sono mai stati immortalati…… volevo dimenticarli . Non potevo mettere nero su bianco quello che mi faceva tanto soffrire, ma malgrado ciò non ho scordato neppure il particolare più insignificante. Sono archiviati , ma latenti.Lasciamoli nel loro “limbo” e cerchiamo di non parlarne più.Dunque la mia prima creazione letteraria risale a quando avevo 3 anni , non sapevo scrivere e mio padre se ne appropriò per il libro dei ricordi .Era una poesia sintetica , stile cinese (loro hanno a volte queste idee). Eccola :MIO CARO GATTO SE VUOI LECCARE IL PIATTO…per fortuna finisce lì e crea la suspance .A 6 anni scrivevo delle favole. La mamma, considerandole noiose, le chiamava “ LE BARBINE” e sì che erano pure corredate da illustrazioni . Papà invece le apprezzava molto. L’incauto, le aveva fatte vedere al nostro medico di famiglia che era padre di due miei coetanei: Alberto e Giuliano.Venivano a volte con lui, giocavamo insieme ed eravamo buoni amici, ma da quel momento mi odiarono cordialmente. Il padre tornando a casa magnificò le mie doti e li fece passare da deficienti.
LE BARBINE
Oggi c’è una premessa.Di mano in mano saltano fuori i difetti. Chi mi ha conosciuto Venerdì sera alla Gabella per la presentazione del libro di mia nipote , è pregato, se mi incontra, di svegliarmi con uno scossone e dire GABELLA!!!!.Capisco subito.A volte pare che io faccia la “snobbettina” e non voglia salutare, ma non è così. Non sono fisionomista o meglio sono sempre distratta e così non mi approprio dei dati somatici della gente .Se mio marito avesse fatto il marinaio, al suo ritorno sarebbe stato accolto con un :”Desidera?” E’ vero sono molto distratta, ma non come la zia Gina , che in famiglia era un termine di paragone.Un esempio: un giorno era in bicicletta e giunta al semaforo frenò, ma dimenticò di mettere i piedi a terra.Ma torniamo a noi . E’ il giorno del mea culpa … va bene , mi confesserò.Non è esattamente vero dire che non ho mai scritto nulla , intendevo dire che non ho mai cercato di pubblicare nulla, in quanto non mi sembravano argomenti degni di nota .Ho sempre scritto , ma non un diario, di qui e di là , su pezzi di carta volanti o vecchie agende.Per me era come sdraiarmi sul sofà dello psicanalista e liberarmi della zavorra.Buona parte di questi capolavori, per fortuna andarono persi nel trasloco . A volte però apro un cassetto e trovo qualcosa che mi ricorda un tempo lontano. Fanno sorridere , perché vi scaricavo solo le noie quotidiane, le cose irritanti che a volte capitano, ma in quel momento mi facevano star meglio.I grandi dolori però non sono mai stati immortalati…… volevo dimenticarli . Non potevo mettere nero su bianco quello che mi faceva tanto soffrire, ma malgrado ciò non ho scordato neppure il particolare più insignificante. Sono archiviati , ma latenti.Lasciamoli nel loro “limbo” e cerchiamo di non parlarne più.Dunque la mia prima creazione letteraria risale a quando avevo 3 anni , non sapevo scrivere e mio padre se ne appropriò per il libro dei ricordi .Era una poesia sintetica , stile cinese (loro hanno a volte queste idee). Eccola :MIO CARO GATTO SE VUOI LECCARE IL PIATTO…per fortuna finisce lì e crea la suspance .A 6 anni scrivevo delle favole. La mamma, considerandole noiose, le chiamava “ LE BARBINE” e sì che erano pure corredate da illustrazioni . Papà invece le apprezzava molto. L’incauto, le aveva fatte vedere al nostro medico di famiglia che era padre di due miei coetanei: Alberto e Giuliano.Venivano a volte con lui, giocavamo insieme ed eravamo buoni amici, ma da quel momento mi odiarono cordialmente. Il padre tornando a casa magnificò le mie doti e li fece passare da deficienti.