NONNA RACHELE

IL GENERALE DELLA GHESTAPO


Adesso sto scrivendo sul "bimbo"; la bestia nera si è licenziata  da sola perché io non riuscivo ad abbandonarla e lei era stanca . Ha cominciato a fare strani rumori e soprattutto a puzzare di gomma bruciata e così ha fatto volontariamente la fine  dei vecchi che non servono più. Mia figlia l’ ha infilata in una borsa; io non ho osato chiedere e non so se l’ha buttata o se sta in cantina, tanto è la stessa cosa. Poi si  è messa a insegnarmi a usare il Bimbo e ora sta lui sul tavolo di cucina in attesa di una sistemazione più consona perché tutto nuovo e lucido si da un sacco di arie. Quello però che non sapevo è che fosse così inflessibile, non me ne lascia passare una, sembra un generale della Ghestapo. Poi è pignolo all’eccesso e avevo pensato di chiamarlo come un capufficio che ho conosciuto, il quale pretendeva che le matite fossero tutte allineate sulla scrivania in ordine di lunghezza e perfettamente perpendicolari al bordo del tavolo. Il terrore era poi quando uno era chiamato ad abbassare le veneziane. “Così ? 4 centimetri più su, così ?Leggermente più giù, inclini le stecche, ma non così tanto, forse è meglio se le alza 2 centimetri, ho detto 2 non 4”. A questo punto se uno voleva salvarsi doveva solo svenire. Per stabilire poi se era meglio scrivere fra o tra ci voleva una intera mattina. Era il nome adatto per il Bimbo, ed era anche un bel nome, ma mia figlia che è molto più saggia di me ha stabilito che era meglio non farlo. Dunque dicevamo che il Bimbo se dimentichi lo spazio ti fa subito sotto un segnaccio rosso, mi affretto a correggere e vedo due segni rossi sotto RACCONIGI e VENARIA e qui è lui che è ignorante se non sa che esistono in Piemonte (mia figlia sa come zittirlo ) segna rosso anche se la virgola non è perfettamente aderente alla parola che la precede, se non lascio abbastanza spazio dopo il punto, se la parola non è italiana. Sembra Mussolini quando vietava nel modo più assoluto di usare parole straniere e avevo pensato di chiamare il Bimbo col nome Duce, ma è appartenuto a mia suocera e non ho voluto toglierglielo. A un certo punto mi sono stufata di correggere sbagli che  non influivano sul contenuto ma è apparsa  una finestra nella quale era scritto: vai subito a correggere e   per le parole  straniere usa il corrispondente italiano. Sta fresco io sono stanca di tutte queste imposizioni, tolgo la finestra e tiro avanti imperterrita. Speriamo non si metta a imprecare a dire parolacce.  P.S. : Mi dispiace, nei miei post troverete delle ripetizioni; è un triste retaggio dei vecchi, portate pazienza, non si salvava nemmeno il mio grande padre, al quale con la crudeltà dei giovani rispondevo con un numero: 25, 36 ecc….Lui mi guardava stupito e chiedeva : “Te l’ho già detto?”…….   “Si Papà !”Nonna Rachele