NONNA RACHELE

VERONICA


Quel cosino che mi misero in braccio in un tempo lontano ebbe sempre ed ha tuttora un grande posto nella mia vita. Mia nipote era una bambina adorabile, buona, carina, allegra, un vero tesoro, basti dire che fu l’unica ad andare d’ accordo con mia suocera. Purtroppo avendo il negozio da mandare avanti ho potuto godermela poco. Era mia solo il giovedì
pomeriggio e la domenica. Gli altri giorni poiché mia figlia insegnava, la bambina era affidata alla nonna e alla zia paterna che come me l’adoravano. Lei amava tutte, almeno non dava a vedere di avere preferenze, tanto che quando vedeva i genitori preparare le valigie, metteva il pigiama in una borsa e chiedeva: io da che nonna vado? Ed era molto orgogliosa di asserire che lei aveva tre case. Non ricordo se aveva due o tre anni quando la portai con me al mare. La madre la vestiva sempre sportiva come lei, ma a Veronica piacevano anche gli abiti un po’ frou frou ed io l’ accontentai. La sera faceva la sua apparizione agghindata a dovere sull’alto della scala e scendeva tipo Vanda Osiris, allora si sentiva il coro delle voci gutturali dei tedeschi che dicevano: Veronica come sei eleganteee. Anche loro l’avevano in simpatia, le avevano regalato un enorme pallone e la signora tedesca veniva tutte le mattine a spalmare sulle spalle di mia nipote una crema speciale che aveva portato da casa per pelli molto delicate. Lei ricambiava con lunghi discorsi che pareva loro capissero. Il   pomeriggio andavamo a fare il riposino, io avvicinavo il suo lettino al mio e le davo un giornalino, credendo di poter intanto leggere il mio, ma dopo poco vedevo spuntare il suo bel faccino e mi chiedeva: nonna iaia mi faresti un pochino di compagnia? Era irresistibile, me la tiravo sul letto e la riempivo di baci; ma qui  c’ era la seconda richiesta: mi racconti la favolina? Avevo dovuto inventarne molte perché di leggerne dopo l’ indigestione che ne avevo fatto da bambina, non me la sentivo. Le mie non contenevano né fate né principi, ma solo animali naturalmente parlanti. A volte me ne chiedeva una specifica, ma non dovevo sbagliare nemmeno una virgola perché mi correggeva. Mi chiedevo:" ma se la sa a memoria perché me la fa ripetere?" Ma certo, era come me che ho visto innumerevoli volte : Via col vento, Ghost e Pretty woman. Ho avuto con mia nipote un grosso successo letterario perché qualche anno dopo quando andava in vacanza coi genitori mi faceva promettere di mandarle almeno una favolina e io lo facevo. Il guaio era che non sapeva ancora leggere e i genitori si stancavano di farlo innumerevoli volte. Mia nipote non si è mai scoraggiata di fronte alle difficoltà e con un bel sorrisino andava dagli altri ospiti e chiedeva: per piacere mi leggi la favolina della mia nonna? Si mettevano a ridere e lo facevano; così mi hanno letto nei vari alberghi fino ai suoi sei anni, dopo di che se le imparava a memoria da sola. Forse tutte le nonne trovano straordinario ciò che fanno i loro nipoti, ma io mi stupii molto quando una sera Veronica ,che aveva due anni e mezzo mi telefonò dicendomi che era sola in casa e non piangeva ma quasi lo facevo io. Chiamai subito mio marito, che mi disse che i genitori erano nella porta accanto alla riunione di condominio. Telefonò alla figlia e le disse di andare subito a casa che la bambina aveva paura; e tu come fai a saperlo? Mi ha telefonato. Era successo che un giorno che mia figlia doveva attaccare tende e prima di salire sulla scala le scrisse in grande su un biglietto il mio numero e le disse: se cado chiama la nonna. Per fortuna non
cadde, ma il numero servì comunque, perché lei riuscì a seguire le forme dei numeri trasferendole sul telefono. Il mio tesoro in inverno aiutava me in cucina mi lavava gli spinaci foglia per foglia sotto il rubinetto così non c’era pericolo di trovare sabbia nel piatto. In estate aiutava mio marito in giardino; infatti appena arrivava in campagna diceva: cosa facciamo nonno? Nei pomeriggi delle domeniche invernali quando aveva sette o otto anni voleva che andassimo in negozio a mettere ordine. Le avevo spiegato che le scatole andavano messe per numero di articolo e per taglie progressive e non si è mai sbagliata. Ora si chiamerebbe sfruttamento di minore, ma lei si divertiva tanto che non voleva mai tornare a casa. Quanto mi ha dato questa meravigliosa creatura ! Le sono molto grata. Avrei tante cose da raccontare anche di mia figlia, ma è così riservata che non vuole si parli di lei. Peccato però! Se mai ci ripensasse……Nonna Rachele