NONNA RACHELE

MANDINGO


Dal fondo di un cassetto sono usciti alcuni pezzi che ho scritto in passato, questo 30 anni fa quando c’ era Franco vicino a me e ci prendevamo in giro a vicenda Lui ai cambi di stagione s’ indeboliva  a causa della sua ulcera duodenale e io lo sfottevo col sopranome di MANDINGO che nel libro Radici è uno schiavo negro cui ne fanno di tutti i colori, ma resta sempre invincibile. Copio il pezzo così come sta perché in questo modo mi sento trasportata nel passato. Il Mandingo è lui, il compagno della mia vita, il padre dei miei figli, che è poi una sola; dire mio marito non va più di moda. Naturalmente il suo vero nome è un altro, si chiama così solo dopo che ho letto RADICI. Veramente se ho bisogno lo chiamo Franco, l’umorismo perpetrato ai suoi danni a volte lo secca anche se non lo dice, e non mi risponderebbe. Mandingo viene chiamato quando lo nomino con gli intimi, specialmente con mia figlia, cui viene da ridere tutte le volte. Si, perché lui si sente spesso di malavoglia, almeno fino alla scoperta  da parte degli americani della cimeditina  che gli asfalta l’ulcera e gli lascia dei periodi in cui rovescia il mondo ed è piuttosto prepotente. Quando si sente male invece è buono come un angelo tanto che quando comincia a diventare irascibile, non mi preoccupo più perché sono certa che sta guarendo. Il Mandingo non è avaro, se gli chiedi danaro sgancia e a volte ti fa anche generosi regali, bisogna solo stare attenti a non prestarglieli i soldi perché a quelli si affeziona e ti fa sudare sette camicie per la restituzione. A volte riesci a riaverli, ma te li elargisce come se tu dovessi ringraziarlo per la sua generosità. Figlio di madre  rompiballe, lui non lo è, salvo quando c’è quella che io chiamo  “ la vestizione della sposa”. Cioè, lui è capace di portare una settimana lo stesso abito e non gli importa molto se i pantaloni di lino sono stazzonati; questo avviene in città. Quando invece andiamo nella nostra casa di campagna e io indosso quanto ho di peggio per potermi tranquillamente sedere sull’erba e vivere una giornata allo stato brado, lui diventa difficile e non c’è mai niente che vada bene (vedi appunto: vestizione della sposa ).Perché, inveisco io .....ti metti i pantaloni nuovi? Non devi ridipingere le finestre? Certo risponde serafico, ma poi mi cambio! Infatti in campagna ho un armadio di vestiti vecchi che mi ha fatto trasferire, che dovrebbero servire all’uopo e che invece servono solo a mandarmi in bestia perché non se li mette mai. Come arriviamo lancio l’urlo: cambiati! Si, un momento! E accende una sigaretta; sapendo che sono allergica al fumo, per un po’ mi toglie dai piedi. Da lontano vigilo e lui passeggia, sa  che a un certo punto mi distraggo. Quando ritorno in me, lui sta sul tetto a rivoltare le tegole coi pantaloni nuovi. Io ho la pressione bassa al mattino, se è salita urlo, inutilmente, ma urlo; se è ancora bassa transigo; vivo e lascio vivere e mi dedico alla  bambina, ai fiori , ai gatti . Ed è allora che lui appare tutto contrito, pare dispiaciuto e invece se ne frega; ha il pennello in mano e una bella macchia di vernice sui pantaloni. Nel frattempo la pressione è salita ed io urlo il dicibile e penso una sfilza di parole moderne che gli farebbero venire un collasso. Per preparagli il pasto occorre poi un chimico perché lui si accorge subito se hai messo un grammo di burro in meno o se lo hai soffritto un secondo in più; vuoi per l’ulcera, vuoi per il carattere, lui è così. Il Mandingo legge molti libri gialli e si immedesima; così nel bel mezzo della notte lancia un urlo e mi spinge giù dal letto per ripararmi perché sparano, dice. Anche i film con gli indiani gli piacciono,  ma   ahimè, sempre a metà notte, mi chiama con voce soffocata: "ho una freccia in gola" ed io ….Mandala giù che non ti fa niente! Se dimentica di fare qualche cosa, anche se è molto importante, si è semplicemente scordato e apre le braccia per dire che non ci può far nulla. Se a dimenticare sono io allora mi guarda stranito e disapprovante, non riesce a capacitarsi. Tutti gli anni a Pasqua si presenta il problema prenotazione vacanze estive. Io odio il caldo, ma lui riesce sempre  a trascinarmi dove in agosto ci fan 40 gradi all’ombra: Spagna,Marocco,Malta…..Non ho capito se mira all’ uxoricidio perfetto o se, odiando lui il freddo, mi porti per forza al caldo. Arriva a casa con fasci di deplientes  (lui sa già dove andremo)e mi chiede dove voglio andare e si arrabbia se non glielo dico. Ma come parlo di Londra o dei Paesi Scandinavi lui ,o dice che non possiamo permettercelo,o parla di scioperi d’ aerei. Così si finisce a Malta, non con uno ma con due aerei e spendendo la stessa cifra che occorreva per il nord. Comunque poiché mi porta in alberghi con aria condizionata e piscina, io non solo sopravvivo, ma passo delle meravigliose vacanze. Dimenticavo di dire che in ferie, lontano dalle rogne del lavoro e dalla madre eternamente di parere contrario, libero di fare ciò che vuole migliora notevolmente. Sia ben chiaro che io adoro il Mandingo, perché amare vuol dire accettare anche i difetti dell’amato, o no?  Lui ha poi anche tante buone qualità, ma quelle non fanno mica ridere!              Nonna Rachele