Quando avevo otto anni vennero di gran moda le trecce per le bambine di buona famiglia; era un segno di distinzione. La mamma mi fece crescere i capelli e io accettai senza discussioni, giacché non potevo avere i ricci cui tanto ambivo tanto valeva castigarli dentro le trecce. Era il tempo in cui furoreggiava SHIRLEY TEMPLE soprannominata RICCIOLI D’ORO ed io che avevo i capelli che più lisci non esistevano mi avvolgevo una ciocca attorno a un dito e dormivo così. Al mattino non c’era un boccolo ma avevo costruito un angolo retto e mia madre non l’apprezzava, bagnava il pettine e li metteva al loro posto. A scuola ero l’unica con queste appendici perché le mamme delle mie amiche non avevano tempo per pettinare le figlie e la maestra non approvava la mia diversità e si vendicò mettendomi in pagella il voto nove in igiene. La mamma si offese molto e in questo aveva ragione perché lei era addirittura maniaca e non faceva che farmi il bagno e lavarmi i capelli con grande disapprovazione della tata che per atavica credenza diceva non facesse
LE TRECCE
Quando avevo otto anni vennero di gran moda le trecce per le bambine di buona famiglia; era un segno di distinzione. La mamma mi fece crescere i capelli e io accettai senza discussioni, giacché non potevo avere i ricci cui tanto ambivo tanto valeva castigarli dentro le trecce. Era il tempo in cui furoreggiava SHIRLEY TEMPLE soprannominata RICCIOLI D’ORO ed io che avevo i capelli che più lisci non esistevano mi avvolgevo una ciocca attorno a un dito e dormivo così. Al mattino non c’era un boccolo ma avevo costruito un angolo retto e mia madre non l’apprezzava, bagnava il pettine e li metteva al loro posto. A scuola ero l’unica con queste appendici perché le mamme delle mie amiche non avevano tempo per pettinare le figlie e la maestra non approvava la mia diversità e si vendicò mettendomi in pagella il voto nove in igiene. La mamma si offese molto e in questo aveva ragione perché lei era addirittura maniaca e non faceva che farmi il bagno e lavarmi i capelli con grande disapprovazione della tata che per atavica credenza diceva non facesse