NONNA RACHELE

ANACRONISMO


Ero perfetta nel mio ruolo di vecchietta calma e in disparte fino al 2 febbraio 2008 . Mia figlia e mia nipote mi hanno rispolverata e buttata nella mischia di INTERNET , è li che sono diventata un anacronismo vivente. (Già prima mi avevano addestrata all’uso del cellulare.) Vado al mare con una comitiva di coetanee e sono invidiata se non da tutte, da parecchie, perché mando continuamente SMS come una diciottenne. Questo è stato solo l’inizio; il computer è stato poi un EVEREST raggiunto a fatica, ma raggiunto. Il RESTO del CARLINO che ha parlato di me, mi ha fatto pensare che forse non sono unica, ma rara indubbiamente, se hanno pensato di divulgare questo fatto. C’è di che far saltare tutti i bottoni! Per fortuna è rimasto il mio realismo; io non ho un’età fissa vado dai 60 ai 110 anni. Le mattine in cui mi sveglio sessantenne, sono rare, ma appunto per questo molto apprezzate. Ci sono però  delle regole da rispettare: correre passando davanti agli specchi, non esagerare nello sfruttarla mia effimera potenza, per non avere poi il giorno dopo cento anni che non sono per niente piacevoli, non essere troppo euforica perché ti prendono per scema, non mangiare troppe patate fritte perché lo stomaco è al corrente della mia passeggera età e così via……. Io amo molto i gatti e forse come loro sto sfruttando la mia settima vita  e vi dirò che sono soddisfatta. Ringrazio le mie fanciulle che mi hanno costretta a non invecchiare con malinconia e solitudine e col senso di essere inutile. Veramente inutile non sono ancora perché faccio l’orlo ai pantaloni di mia figlia, preparo i cappelletti per mia nipote e l’ erbazzone per mio genero. Vi pare poco?   Avendo superato con tanta fatica  grandi dolori, ho imparato a prendere senza drammi le invitabili seccature quotidiane. Accade qualche guaio? Mi viene il nervoso, ma cerco subito il lato comico e mi dico: se la prendo in ridere sono salva e con buona volontà spesso ci riesco. Vi faccio un esempio: ieri ho preparato con cura l’erbazzone  perché avevo a cena i miei cari. Il pesto era squisito, la pasta al punto giusto. Qui però viene il difficile: friggere un disco (25 cm di diametro) e specialmente voltarlo nella padella mentre l’olio bollente gocciola nel  lavandino è pericoloso:  per me una probabile scottatura e per lui cadere e suicidarsi definitivamente con destinazione pattumiera. C’è un altro pericolo:  il collasso di mio genero che lo stava già pregustando. Sarebbe semplice metterlo nel forno, ma non sarebbe la stesa cosa . Come se io mi paragonassi a Sofia Loren e dicessi: siamo due donne, perciò siamo uguali. Penso che qualcuno troverebbe il pelo nell’uovo. Dunque quando ho affrontato il difficile compito ho capito  non c’era collaborazione, quel cretino si stava sbruciacchiando, ma non potevo toglierlo dal fuoco perché non era cotto. Alla fine come potete immaginare presentava parecchie anomalie e mi sono incavolata, a ragione credo, dopo tanto lavoro. Però vedere ieri sera mia figlia e mio genero che pelavano l’erbazzone, non ditemi che non fa ridere (forse voi non avete visto la scena ed è più difficile cogliere il lato comico) comunque una volta sistemato era proprio buono.Nonna Rachele